Allen-Scorsese

Allen-Scorsese Faccia a faccia fra i due registi: quasi un primo incontro, ricordando l'amato cinema europeo degli Anni 60 Allen-Scorsese Dialogo fra geni NEW YORK. Faccia a faccia tra Woody Alien, 62 anni, e Martin Scorsese, 55. Sebbene appartengano entrambi alla logica degli studios, in un certo senso ne sono fuori. Potrebbero essere visti come due proto-indipendenti, che traggono ispirazione dagli autori europei degli Anni 60 mentre continuano a prendere il denaro di Hollywood. «Kundun», il nuovo film di Scorsese, che ricostruisce la vita del Dalai Lama da giovane, e «Harry a pezzi», che Alien ha scritto, diretto e interpretato, sono fra gli esempi più audaci di cinema americano. In un sabato pomeriggio, un sabato di Yom Kippur, Alien e Scorsese si sono incontrati negli eleganti uffici di Scorsese in Park Avenue a Manhattan. Entrambi newyorchesi e contemporanei, si conoscevano a malapena. Per quasi tutta la conversazione, Alien è rimasto rincantucciato sul divano abbracciando un cuscino mentre Scorsese, vestito completamente di nero, sedeva dritto su una sedia. Alien. Abbiamo fatto insieme «New York Stories». Scorsese. Ci siamo incontrati allora, poi un altro paio di volte, credo per caso. Alien. Mi ricordo di averti incontrato anni fa in un negozio di video a Broadway. Scorsese. Fu divertente. Mi trovavo dietro la cassa e cercavo «It's in the Bag» con Jack Benny e Fred Alien. Alien. Me lo ricordo. Perché cercavi «It's in the Bag»? Scorsese. Mi piace quel film. Mi piace un sacco Fred Alien. E, naturalmente, Jack Benny. Alien. Ma non è stato un film di successo, non mi pare. Scorsese. Per niente. Alien. Era magnifico vedere Jack Benny e Fred Alien. Scorsese. Tu cercavi un film di Buhuel, «I figli della violenza». Alien. Sì, è possibile. SUI FILM DEGLI ALTRI Scorsese. Passo molto tempo, di solito quando giro un film, a guardare vecchie pellicole. Alien. Ti scoraggia vedere qualcosa di grande mentre giri? Scorsese. Non mi scoraggia, ma mi fa riconsiderare ciò che sto cercando di fare. A volte è dura. Se poi è un regista giovane, pensi: Che posto occupa rispetto a me? Sono cambiati i tempi? Che diavolo sto facendo? Alien. Ho sentito la stessa cosa espressa esattamente da Ingmar Bergman. Ha detto che non può guardare un film, qualunque buon film, mentre cerca di fare un film, poiché perde fiducia. Lo capisco perfettamente. E' molto difficile conservare la fiducia per i dieci mesi o per l'anno che ti servono per lavorare su un film. Scorsese. E qualche volta ti fanno lo stesso effetto i grandi del passato. La scorsa settimana ho detto, vabbè, facciamolo, e presi la mia vecchia copia in Technicolor di «La donna che visse due volte». Oh, oh, sublime. Alien. La fiducia in te stesso non si frantuma guardando il meraviglioso lavoro di qualcun altro. Poiché è finito, pubblicato, missato. E tu sei seduto con una pila di poco promettenti giornalieri o con qualcosa del genere (risate). Ed è difficile continuare a girare la manovella. I film più vecchi non mi rendono nervoso. Fanno parte dell'infanzia. Ma con il lavoro dei contemporanei, tu rifletti su te stesso. Scorsese. Giravo «Goodfellas» ed ero a metà lavorazione... stava per diventare una di quelle imprese da novanta giorni, interminabile. La tortura è interminabile. Ero molto, molto stanco. E comprai una copia di «L'uomo con la macchina da presa». E' di Dziga Vertov. Russo. E dissi: Be', non ho mai visto niente di Dziga Vertov. Era domenica. Dissi, Portiamoci il compito a casa. E non ho mai visto niente di simile. E non vedevo l'ora di tornare al lavoro, il mattino dopo. Alien. Era molto ispiratore. Scorsese. Già, ma era un film vecchio. Con i nuovi ti senti come di un altro secolo. I giovani oggi sono il 21° secolo. Io sono il 20° secolo. Non posso farci niente. Alien. Io mi sento molto meglio oggi di quando ho cominciato. Trovo che tutti i film e i registi che mi sono sempre piaciuti sono quelli che continuano a piacermi. E' difficile sviluppare nuovi gusti. Scorsese. Sembra un buon periodo per il cinema americano. Spike Lee, David Lynch, i fratelli Coen. Altman è ancora al lavoro. E tutti questi film indipendenti che escono da dieci anni a questa parte. Alien. E' grande. Scorsese. Affascinante. I ragazzi riescono a realizzare un film se costa 60 mila dollari. Il pericolo sta nello sciupare il talento. Fanno un buon film al di sotto del milione, e poi, buono o cattivo, sono scovati da uno studio e finanziati con 30 milioni di dollari. E' troppo presto. I giovani registi dovrebbero imparare a trattare col denaro, col potere, con le strutture. E' co¬ me una battaglia. Alien. Io non ho mai trattato con la struttura di Hollywood. Non so se, nel caso, sarei sopravvissuto. Posso considerarmi fortunato. SU HOLLYWOOD Scorsese. Andai a Hollywood per lavorare su «Woodstock». Non ero un hippie. Quando andai a Woodstock avevo polsini francesi e gemelli. Ne persi uno lì. Poi andai a Los Angeles e indossai le camicie da cow boy di Nudie's. Diventai uno di Los Angeles. Ho soltanto lottato laggiù. Finché ottenni di fare il primo film con Roger Corman. Poi ci fu «Mean Streets». Sentivo che sarei rima- sto fuori da quella città. Ma la città mi raggiunse. Erano gli Anni 70, e c'era George Lucas con Steven Spielberg e John Milius, Francis Ford Coppola era una specie di padrino in tutto e per tutto, e c'era Brian De Palma, che mi ha aiutato molto, mi ha presentato a tutti. Però sono ritornato a New York quando ho fatto «Re per una notte». Era l'81 o l'82. Alien. A Los Angeles sei rimasto per un po'. Scorsese. Insistevano nel dir che non ero di lì. Tutte le volte che andavo a una festa, avrebbero potuto dire: Per quanto ti fermi? E avrei dovuto rispondere: Ma io vivo qui. E avrebbero potuto ribattere: No, non può essere. Alien. Comunque ti sei mosso bene perché sei stato capace di tirar su un bel po' di soldi per fare film e per farli come volevi, il che è già un'impresa. E' difficile quanto fare un film. Tirar su i soldi c mantenere sul film il controllo artistico e personale. Scorsese. Ho avuto fortuna. E parte del successo degli Anni 70 sta nell'accoppiata con De Niro. Le case cinematografiche lo consideravano l'attore, e dopo il risultato di «Mean Streets» - con me, Harvey Keitel e De Niro erano disposte a firmare fino a quando ci fosse stata una parte per Bob. Dietro «Toro scatenato» c'era De Niro. Lo voleva fare. Ci sono voluti quattro anni di gestazione prima di potermici infilare. Con questo arrivavo all'inizio degli Anni 80, e decidevo di ricominciare da capo. Alien. Che era successo? Scorsese. Era cambiato tutto, credo. La fine degli Anni 70 è sta- ta l'ultima età d'oro del cinema americano. Il potere del regista è terminato con l'apertura de «I cancelli del cielo», un film che effettivamente contiene qualcosa di straordinario. E quell'altra cosa, «E.T.», fece un sacco di soldi, costando solo 10 milioni di dollari. Quanto incassò? 700 milioni? Il rubinetto era aperto. E portò una bella tempesta. Io dovevo ricominciare da capo. Cercavo di fare «L'ultima tentazione di Cristo» con la Paramount. Il clima non era il più adatto, e il rubinetto era asciutto. Sono tornato a New York e ho fatto un film a basso costo, «Fuori orario», dove cercavo d'imparare a fare nuov. • mente un lavoro in 40 giorni piuttosto che in 100. Alien. Sono colpito. E' come la fortuna dei pazzi. Dal giorno in cui ho fatto il primo film, nessuno alla United Artists e poi alla Orion si è mai aspettato niente. Non ho avuto niente tranne che sostegno, libertà, taglio finale, nessuno mi ha mai detto chi scritturare. Non c'erano i presupposti per incassare. Mi arrivava un dono dal popolo magnanimo. Scorsese. La Unitetd Artists era meravigliosa. Ci sono stato anch'io. Ho fatto con loro «Toro scatenato», «L'ultimo valzer» e «New York New York», che uscirono dal budget, e continuano a funzionare. Alien. E' stata una meravigliosa compagnia. Ma per me è stato tutto meraviglioso. Nessuno ha mai visto i giornalieri, né ha letto una sceneggiatura o l'ha commentata. SULLA STORIA DEL CINEMA Alien. Quando la gente mi chiede qualcosa sui registi comici, credo di dover dire che Ernst Lubitsch è il migliore che abbia mai visto. E non molti conoscono Lubitsch. Parlavo con alcuni ragazzi di un college, l'altro giorno, erano ra gazzi svegli che frequentavano un buon college, e non avevano nessuna idea circa i grandi registi. Questi brillanti studenti di college non sanno niente dei film di Truffaut o di Fellini. Le uni versità li incoraggiano a leggere Mark Twain e Flaubert e Melville, ma non a vedere i grandi film Scorsese. I film sono un tesoro nazionale. Alien. Be', quando noi crescevamo, in una sera qualunque potè vi andare a vedere un film di John Ford o di Fellini. Oggi Felli ni non troverebbe un distributo re per il suo ultimo film. Scorsese. Sì. Harvey Weinstein ha detto che vorrebbe distribuirlo, il Film Forum vorrebbe proiettarlo, ma i felliniani hanno detto di no. Ecco. E' una questio ne molto seria. Alien. Moltissimi studenti di ci nema ignorano il cinema. Proba burnente sanno di steady cam e di effetti speciali molto più di uno spettatore normale. Il tassi sta userà quei termini parlando di cinema, ma sono ignoranti in fatto di... Scorsese. Di storia. Alien. Non hanno mai visto nessuno di quei film. Forse hanno un diverso grado d'interesse. Io credo che, se fai un buon film, trovi un pubblico, e al pubblico piacerà. E' un peccato che, se io tiro fuori un film o tu un film, e alla gente piace, quella stessa gente non possa godersi una doz zina di film di "Truffaut. . Dialogo raccolto da Lynn Hirschberg Copyright New York Times Magazine e per l'Italia «La Stampa» ti fi Oggi gli studenti d'arte sanno tutto sugli effetti speciali, però ignorano Fellini e Francois Truffaut}} 66Ero a Los Angeles, abitavo lì, però mi consideravano un estraneo. Come se mi dicessero "Quando riparti?"}} 6 i Riguardo sempre gli stessi film anche quando giro. Sono ifilm della mia giovinezza. Credo che non coltiverò più nuovi gusti ijj p M/o &o realizzato le mie opere senza ingerenze dei produttori. Partivamo dal presupposto che non avrebbero incassato niente tjip 66 Devo molto a Robert De Niro: grazie a lui ho portato a termine "Toro scatenato". Per gli studios Bob era una garanzia di successo hj J fi fi Dopo "I cancelli del cielo" cambiai prospettiva. Fu allora che lasciai Hollywood e cercai una nuova strada più economica tj p Woody Alien ha 62 anni. Dice: «La fiducia in te stesso non si frantuma guardando il meraviglioso lavoro di qualcun altro: i film più vecchi non mi rendono nervoso. Ma con i contemporanei, rivaluti te stesso» Martin Scorsese ha 55 anni. Dice: «Passo molto tempo, di solito quando giro un film, a guardare vecchie pellicole. Non mi scoraggia, ma mi fa riconsiderare completamente ciò che'sto cercando di fare»