Uno scienziato contro le malattie
Uno scienziato contro le malattie La morte di Luigi Amaducci Uno scienziato contro le malattie FIRENZE. Si svolgeranno oggi alle 15, nella chiesa della Santissima Annunziata, i funerali di Luigi Amaducci, neurologo di fama mondiale morto l'altro giorno per un melanoma a 65 anni. Abbiamo chiesto un ricordo a Piergiorgio Strata, professore di Neurofisiologia all'Università di Torino e collaboratore di Tuttoscienze. L A comunità scientifica internazionale ha perduto un collega di lavoro e uno scienziato di grande levatura morale. Impegnato da sempre sulla frontiera della ricerca di base e clinica, il professor Luigi Amatucci ha fornito particolari e significativi contributi nel campo delle malattie del sistema nervoso. Nato a Verona nel 1932, Amaducci si era laureato a Padova nel 1957. Le sue prime ricerche si sono svolte alla Harvard Medicai School di Boston con una borsa di studio «Fullbright». Negli Anni Sessanta ha ottenuto due importanti finanziamenti dagli Sati Uniti per ricerche nel campo delle patologie del sistema nervoso con particolare riguardo alla sclerosi multipla. Dopo un lungo periodo trascorso presso la Clinica neurologica dell'Università di Firenze, ha collaborato a importanti ricerche prima all'Università di Stanford in California e poi al Nineds-National Institute of Health a Bethesda. Nel 1979 è diventato professore di Clinica neurologica all'Università di Firenze, del cui Istituto è stato per molti anni direttore. L'attività scientifica di Amaducci ha riguardato in particolare molti aspetti clinici, epidemiologici, molecolari e genetici delle più importanti patologie neurologiche, che vanno dalle encefalopatie su base autoimmunitaria al Parkinson e al morbo di Alzheimer. La principale caratteristica della sua attività scientifica è stata sempre quella di coniugare i molteplici aspetti della malattia con le più moderne tecnologie molecolari e cellulari. I suoi studi di genetica molecolare hanno fornito importanti prospettive per la pianificazione di nuove strategie terapeutiche. Nel 1987 il prof. Amaducci ha pubblicato un lavoro fondamentale in collaborazione con ricercatori di vari Paesi sulla prestigiosa rivista Science, nel quale veniva scoperto che alcune forme del morbo di Alzheimer a carattere famigliare erano dovute all'alterazione di un gene che si trova nel cromosoma 21. In un altro lavoro del 1992 ha descritto un'alterazione del gene per la apolipoproteina. E localizzato nel cromosoma 14. Negli ultimi anni era coinvolto in due progetti di collaborazione europea per lo studio dell'epidemiologia dell'ictus celebrale e del Parkinson. Fondamentali rimangono i suoi studi sugli aspetti fisiopatologici dell'invecchiamento negli ultracentenari. Alla sua intensa e proficua attività scientifica Luigi Amaducci ha sempre associato prestigiosi incarichi in organizzazioni nazionali e internazionali. Lo ricordiamo a esempio presidente della Società italiana di neurologia, presidente del Comitato sulle demenze della Federazione mondiale di neurologia, delegato nazionale del programma Biomedicina e sanità dell'Unione Europea. Attualmente era membro del comitato europeo del Decennio del cervello e membro fondatore della European Dana Alliance for Brain e infine direttore del Progetto finalizzato invecchiamento del Consiglio nazionale delle ricerche. I colleghi di lavoro lo ricordano per il suo rigore metodologico e per il suo costante impegno a migliorare la qualità della ricerca scientifica nel nostro Paese e a favorirne l'inserimento nel contesto internazionale. Piergiorgio Strata
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