Nel '45

Nel '45 Nel '45 Croce, discorso a lume di candela «TI ROMA I L più illustre arcade del noI stro secolo è stato Eudoro I Dianeo, meglio conosciuto *J come Benedetto Croce. Aveva ricevuto il diploma di aggregazione il 10 ottobre 1925; venti anni dopo, sarebbe toccato a lui inaugurare nella Biblioteca Angelica il primo anno accademico dell'Italia liberata, il 24 novembre 1945. Lo aveva invitato il Custode Generale in carica Edelio Echeo, studioso di Dante e di Pascoli sotto il nome di Luigi Pietrobono, che proprio sulla questione pascoliana aveva avuto una dura polemica con Croce tanti anni prima (ricevendone una reprimenda dal Vaticano, perché don Benedetto era allora ministro dell'Istruzione). L'attuale segretario Giachery ricorda bene quel giorno perché accorse anche lui, allora studente di prima liceo, con altre centmaia di romani. «Quando arrivai, in anticipo, la sala era già gremita, mi toccò sistemarmi contro la parete di fondo». Croce aveva annunciato mia lezione su «L'Arcadia e la poesia del Settecento» ma il futuro segretario dell' Accademia non potè mtenderne nemmeno una parola. I microfoni, in quella Italia appena uscita dalla guerra, non volevano saperne di funzionare, il vecchio senatore parlava con la voce che gli era rimasta per i notabili delle prime file, ricordando inutilmente per tutti gli altri la funzione dell'Accademia «nel moto generale ed europeo». E mentre stava cercando di spiegare che «l'Arcadia, consapevole o no, fu alunna di Cartesio», venne a mancare la luce. Si accesero fiammiferi, qualche persona di buona volontà portò delle candele. E il filosofo finì la sua lettura, ricordando la grandezza civile e letteraria dell'arcade Parini mentre la cera finiva di sgocciolare sulle sue pagme, ancora oggi memorabili. [g. e]

Persone citate: Benedetto Croce, Luigi Pietrobono, Parini

Luoghi citati: Italia