Porte aperte per ventimila albanesi

Porte aperte per ventimila albanesi Accolti in Italia a partire da maggio, lavoreranno in agricoltura ed edilizia Porte aperte per ventimila albanesi Sarà Tirana a preparare le liste Curdi, telefonata fra Prodi eKohl ROMA. Ventimila cittadini albanesi saranno accolti in Italia, con visto stagionale, a partire da maggio. Lo annuncia il ministro del Lavoro, Tiziano Treu, in visita a Tirana. E' la prima applicazione del principio delle «quote», mai realizzato prima d'ora. Saranno gli uffici di collocamento albanesi a preparare le liste. Ma verrà data priorità a quei profughi che accettarono di essere rimpatriati a novembre scorso. Lavoreranno in agricoltura e nell'edilizia. Allo stesso tempo, il governo cerca di bloccare più energicamente i flussi di immigrazione clandestina. Ieri c'è stata una lunga telefonata tra Romano Prodi e Helmut Kohl per concordare una visita a Roma del cancelliere per.il 20 gennaio, ma anche per commentare i risultati del vertice tra polizie di giovedì scorso. Tutti e due i primi ministri intendono attuare al più presto il piano anti-immigrazione clandestina che è stato redatto dai rispettivi capi delle polizie. Al di là della buona volontà italiana e tedesca, però, il protocollo d'intesa tra le polizie europee e quella turca non potrà mai essere attuato fino in fondo se Ankara farà mancare il suo contributo. E proprio ieri il portavoce del ministero degli Esteri turco, Necati Utkan, ha definito «insufficiente» il vertice di giovedì scorso. La prima risposta di Ankara che «ci sono delle falle. E' una deficienza aver escluso dalla riunione Paesi i cui cittadini figurano tra gli immigrati illegali. Sulle navi "Ararat" e "Cometa" c'erano egiziani e srilankesi». Anche ieri, comunque, la polizia turca ha fermato altri curdi entrati illegalmente nel Paese e pronti verosimilmente a imbarcarsi. Il fatto è che sono milioni i curdi in movimento nell'area. Soltanto nel Nord dell'Iraq, il Programma alimentare mondiale dell'Onu assiste 400 mila profughi curdi in diversi campi di accoglienza. Altrettanti sono fuggiti in Turchia. Di questo movimento biblico ci sono tracce qua e là. Profughi curdi sono sbarcati ieri clandestinamente sulle coste greche. Trentaquattro li hanno raccolti presso l'isola di Kastelloritzo. Una donna anziana è morta tentando lo sbarco. Diverse decine li avevano fermati a Simi il giorno prima. Il Dodecaneso, che si trova a poca distanza dalla costa turca, è la meta più facile. Dalla Grecia, a piccoli gruppi cercano poi di raggiungere l'Italia. I carabinieri ne hanno fermati 44, sempre ieri, alla periferia di Mola (Bari), mentre camminavano lungo la statale. Erano appena scesi da un Tir che li aveva presi a bordo sul traghetto che unisce la Grecia a Brindisi. E al confine con l'Austria, semmai cercheranno di lasciare l'Italia, troveranno un'agguerrita polizia. «I controlli sostiene il ministro dell'Interno austriaco Karl Schogl - sono giusti. Non è stata una reazione esagerata. Piuttosto una misura di prudenza. L'Austria non può permettersi di aprire le porte a tutte le popolazioni che soffrono per motivi economici e da ora in poi adotterà una politica restrittiva». Della crisi dei profughi curdi si occuperà mercoledì l'europarlamento, a Strasburgo. Interverrà il presidente della Il presidente del Consiglio Romano Prodi e il cancelliere tedesco Helmut Kohl Commissione Ue Jacques Santer e il ministro degli Esteri britannico Robert Cook. Ma già l'ambasciata turca a Bruxelles ha diramato un duro comunicato per contestare che i curdi siano perseguitati politici. «Poiché non possono avvalersi come giustificazione del desiderio di inseguire una vita migliore, sono costretti a presentarsi nelle vesti di rifugiati per ragioni politiche». Gli dà ragione Marco Pannella: «Sono ingiuste le critiche alla Turchia. La mobilitazione per i diritti umani avviene solo contro la Turchia perché lì c'è una democrazia parlamentare, seppur debole, e si sa cosa succede. Sulla Siria o l'Iraq, che pure massacrano i curdi, invece non si dice nulla». Francesco Grìgnetti