Mezza Europa dice no alla clonazione umana
Mezza Europa dice no alla clonazione umana Impegno solenne di 19 Paesi su 40 Mezza Europa dice no alla clonazione umana C'è l'Italia, ma fra chi non aderisce spiccano Gran Bretagna e Germania PARIGI NOSTRO SERVIZIO No ai bambini-fotocopia. Italia e Francia in testa, l'Europa si mobilita contro i Frankenstein di questa fine secolo, risponde al ricercatore americano Richard Seed, il quale ha scatenato un finimondo di polemiche roventi annunciando pubblicamente l'intenzione di riprodurre neonati per clonazione, allo stesso modo in cui un gruppo di ricercatori scozzesi aveva creato la pecora Dolly. La risposta è giuridica, oltre che morale: metà dei Paesi associati al Consiglio d'Europa (esattamente 19 su 40) ha firmato ieri sera a Parigi un protocollo che proibisce la clonazione degli esseri umani. Elaborato dal Consiglio d'Europa il documento pa, il documento non lascia alcun margine di manovra agli «ingegneri genetici». Proibisce tassativamente «qualsiasi intervento che abbia come scopo la creazione di un essere umano geneticamente identico a un altro essere umano vivo o morto», quale che sia la tecnica messa in opera. E messa in opera. E ammonisce che «nessuna deroga sarà autorizzata», neanche per motivi di sicurezza pubblica o di prevenzione della criminalità; né potranno essere invocati i diritti umani, la libertà, le ragioni di salute. Non sarà preso in considerazione, ovviamente, neppure l'argomento avanzato dal dottor Seed, il quale assicura che il suo obiettivo è venire in aiuto alle coppie che non possono procreare. Durissime le sanzioni per chi si renderà colpevole di infrazioni: pene di detenzione accompagnate da ammende e dalla proibizione di esercitare per i ricercatori, i medici, gli scienziati. Quanto ai laboratori e/o le cliniche coinvolti in esperimenti illegali, la sanzione sarà la chiusura pura e semplice. Il Consiglio d'Europa ha voluto sottolineare che l'interesse dell'essere umano deve sempre prevalere su quello della scienza o della società. Il protocollo lascia però uno spiraglio aperto, nella misura in cui autorizza la clonazione di cellule e tessuti a scopo terapeutico o di ricerca, e non proibisce la cosiddetta «stimolazione ormonale» per curare la sterilità femminile. La cerimonia della firma si è svolta in un salone del Quai d'Orsay, il ministero degli Esteri di Parigi. I Paesi firmatari, oltre l'Italia, sono la Francia, la Danimarca, l'Estonia, la Finlandia, la Grecia, l'Islanda, la Lettonia, il Lussemburgo, la Moldavia, la Norvegia, il Portogallo, la Romania, San Marino, la Slovenia, la Svezia, la Macedonia, la Turchia. Non ha Turchia. Non ha firmato la Germania, la quale considera che la sua legislazione nazionale (elaborata dopo la guerra, con un occhio agli esperimenti condotti dai medici e ricercatori nazisti) reprime già molto severamente le manipolazioni genetiche. Non ha firmato la Gran Bretagna, che intende di fendere, a prescindere dalle considerazioni morali, la libertà di ricerca. In effetti, il documento è un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea sui diritti umani e la biomedicina già firmata da 22 dei 40 Paesi del Consiglio d'Europa, che entrerà in vigore (e diventerà vincolante) non appena sarà stata ratificata in cinque Stati. La Francia, dal canto suo, medita di inasprire la propria legislazione nazionale in materia di manipolazioni genetiche. Lo ha preannunciato il presidente Jacques Chirac che, inaugurando ieri all'Unesco la terza conferenza dei comitati di etica europei, ha ripetuto il suo fermo «no» alla clonazione umana. Enrico Molinari Lo scienziato Richard Seed
Persone citate: Enrico Molinari, Jacques Chirac, Richard Seed
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