Saddam vieta di nuovo le ispezioni

Saddam vieta di nuovo le ispezioni Monito dall'Onu Saddam vieta di nuovo le ispezioni NEW YORK. Si riaccende pericolosamente la crisi degli ispettori tra le Nazioni Unite e l'Iraq: Baghdad ha reso noto ieri di aver deciso di vietare le ispezioni di una squadra di esperti Onu guidata da un americano. Il divieto, hanno precisato fonti ufficiali, scatterà oggi' Ma da New York il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha ammonito che le ispezioni proseguiranno: «Non è stata presa nessuna decisione di interromperle» ha detto, esortando poi l'Iraq a «non prendere misure precipitose». Appena due mesi fa, una crisi del tutto simile era stata disinnescata dalla diplomazia russa e dalla minaccia americana di rappresaglie militari contro l'Iraq. Era il 21 novembre. Gli esperti Onu inquadrati nella commissione speciale incaricata di verificare il disarmo iracheno (Unscom) erano così potuti tornare al lavoro dopo un braccio di ferro durato circa un mese. Saddam Hussein aveva accettato, di fatto senza condizioni, che gli ispettori riprendessero a svolgere i loro controlli sullo smantellamento dell'arsenale iracheno. Si era accontentato di un generico impegno da parte del ministro degli Esteri russo Ievgheni Primakov di un intervento di Mosca a favore di una revoca dell'embargo internazionale imposto a Baghdad nel 1990, quando le truppe irachene invasero il Kuwait. Ma l'altroieri un nuovo gruppo di ispettori, guidato da Scott Ritter, un americano accusato da Baghdad di «spionaggio», è arrivato in Iraq e Baghdad ha subito mostrato insofferenza, sottolineando che la composizione della squadra «diretta da un americano e composta da 9 americani e 5 britannici, è una prova flagrante della mancanza di equilibrio» nell'Unscom. Dopo la crisi di novembre Washington non ha abbassato la guardia, mantenendo pressoché inalterato il dispositivo militare nel Golfo che aveva in quei giorni rafforzato, inviando in Kuwait caccia-bombardieri F-117 Stealth, i famosi aerei «invisibili» protagonisti della «Tempesta nel deserto», e due portaerei con a bordo decine di cacciabombardieri. Nella zona gli Usa dispongono inoltre di una ventina di altre navi da guerra e di circa 100 aerei militari, in Arabia Saudita, Bahrein e Kuwait. Nonostante il ripetersi di crisi sulle ispezioni, il lavoro degli esperti Onu resta fondamentale per il futuro dell'Iraq. Dai rapporti che presentano alla loro Commissione sul disarmo iracheno dipende la revoca delle sanzioni. E Washington non sembra disposta a fare sconti su questo. Gli Usa, secondo il segretario di Stato Madeleine Albright «non accetteranno la revoca (dell'embargo) finché Saddam non avrà adempiuto ai suoi doveri stabiliti dalle risoluzioni dell'Onu». [Ansa]

Persone citate: Kofi Annan, Madeleine Albright, Primakov, Saddam Hussein, Scott Ritter