Cacciari: muoviamoci subito contro la lega di Cesare Martinetti

Cacciari: muoviamoci subito contro la lega Nasce il movimento «catalano» con i sindaci ulivisti: «D'Alema? Non parlo con lui da mesi» Cacciari: muoviamoci subito contro la lega «Pronto ilpartito federalista» MESTRE DAL NOSTRO INVIATO Il procuratore generale di Venezia aveva da poco finito di dire che da queste parti il rischio secessione è «enorme» come «enorme» è il malcontento, quando Massimo Cacciari e Mario Carrara hanno battezzato la nascita della loro «Cosa» del Nord-Est. Un movimento, anzi una federazione di movimenti, di partiti, di persone, di tutti quelli che ci stanno. Forse un partito o un super-partito, né di destra né di sinistra, un «processo» politico che sfida Bossi sul campo della secessione e Roma sul campo delle riforme: federalismo. Subito. Ma è davvero così concreto e vicino il rischio secessione? «E' nei fatti», risponde il sindaco di Venezia che accanto all'industriale Carrara, detentore del brevetto «movimento Nord-Est», ha letto con un impeto che nemmeno Carrara gli conosceva («Mai visto così appassionato e vibrante») il «manifesto» di questa strana Cosa che nasce in questo strano posto. Non è mica passato un secolo da quando da sotto la crosta del Veneto sono sbucati i «serenissimi» per assaltare il campanile di San Marco. Un'operazione per niente «dilettantesca», come ha detto il procuratore Mario Daniele. Semmai l'emersione di ciò che sta bollendo nella pentola del Nord-Est. Da quell'alba di maggio sono passati i mesi della Bicamerale e delle mancate riforme costituzionali, almeno nella forma che qui si aspettavano: «Autogoverno al popolo veneto», come sta scritto persino nello statuto della Regione approvato nel '71 dal Parlamento italiano. Quella bandiera che rischia di cadere nella mani «populiste e demagogiche» del Bossi e della Lega («Il partito - dice Cacciari più centralista di tutti») se tutto quanto non sarà tradotto in una forma civile, federalista, solidale, alla fine persino efficiente di autogoverno del Nord-Est, dove anche 0 miracoloso sistema economico spontaneo, di fronte all'Europa che arriva, necessita urgentemente di un sistema istituzionale adeguato. Questo ha detto Cacciari leggendo le sette paginette del suo manifesto che vibravano anche di una non celata sfida alle conclusioni della Bicamerale, al Parlamento che ora deve tradurle in riforme costituzionali, al segretario del pds, pilota della minicostituente che ha tanto deluso i veneti. Ha parlato con D'Alema in questi giorni? «No - ha risposto Cacciari -, è da quest'estate che non ci sentiamo». E già allora furono polemiche. E ancora polenti - che sono state nei giorni passati quando il movimento dei sindaci ha attaccato le conclusioni della Bicamerale. «I sindaci del Sud sono d'accordo con noi - ci spiega Cacciari -. Certamente Bassolino e Bianco». Ma, aggiunge Carraro, «noi siamo più duri ancora in questa critica». Basta leggere il manifesto di Cacciari per capire che da Roma, qui nel Nord-Est, non si aspettano nulla di buono: «Una coerente riforma federalista del nostro Stato... non potrà essere delegata a un nuovo testo costituzionale per quanto avanzato esso possa alla fine risultare (e tutti i segnali vanno in senso opposto)». E ancora: «Le resistenze e le inerzie di tipo centralistico sono destinate a durare ben oltre l'approvazione del più avanzato dettato costituzionale». E allora? Dice Cacciari: «Dobbiamo metterci nelle condizioni di essere ascoltati». Come? Visto che finora non li hanno «ascoltati», ci provano con questo movimento che in quanto tale dovrebbe avere la voce più grossa e insieme costituire una novità poli¬ tica. Ma sarà un partito? Si presenterà alle elezioni? Che rapporti avrà con l'Ulivo, con il Polo, con chi è già dentro un partito? In questa fase nascente le risposte a queste domande sfuggono nell'indeterminato di un «processo» che ufficialmente è cominciato solo ieri. Comunque Cacciari ci spiega che al movimento potranno federarsi tutti quelli che ne condividono gli obbiettivi. E se l'Ulivo non si federerà? «Noi andremo avanti per la nostra strada. Ma noi non chiediamo a nessuno di fondersi nel movimento. Per capirci, non è come il psiup che si scioglie e confluisce nel pei...». Mario Carraro ci spiega il primo appuntamento: una raccolta di firme per un referendum regionale con il quale si chiederà lo statuto speciale per il Veneto. Una mossa per anticipare una possibile catastrofe facilmente prevedibile quando ci toccherà votare sulle riforme costituzionali. Dice Cacciari: «Se il Veneto dice di no in blocco, il voto avrà un significato esplosivo, altro che i referendum di Bossi...». La riunione si è svolta al Motel Agip di Mestre ed anche la scelta del posto è parsa a tutti come una metafora: punto di arrivo di autostrade e tangenziali attraverso cui le tribù diverse del Veneto sono venute ad ascoltare il guru Cacciari. Sindaci, da Udine, Padova, sindacalisti, imprenditori, frammenti vecchi e nuovi dell'autonomismo veneto come Franco Rocchetta, fondatore della Liga. Ne hanno invitati cinquanta, sono venuti in centocinquanta. Soffia il vento del NordEst e qualcosa dovrà succedere. «Speriamo bene - dice Cacciari -, insh'alla...». A Dio piacendo. Cesare Martinetti «Bossi è populista e demagogo Carroccio centralista» «I sindaci del Sud d'accordo con noi sulla Bicamerale» Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari con Mario Carraro, leader del Movimento del Nord-Est