An litiga sulla cura di Maria Corbi

An litiga sulla cura An litiga sulla cura Fiori sfiducia il ministro Ma Fini: «Non firmerò» ROMA. «Caro Di Bella». Il ministro della Sanità Rosy Bindi prende carta e penna e scrive al professore per invitarlo domani alla prima riunione della commissione oncologica. Non certo la pace, ma un armistizio chiesto dal ministro pressato da un'opinione pubblica molto sensibile e suscettibile alla possibile nuova cura per il cancro. Finora il campo della battaglia sono stati i giornali pieni di dichiarazioni e repliche. Per questo la Binai adesso, nella lettera, si rivolge direttamente a Luigi Di Bella, spiegandogli che sente «l'esigenza di un chiarimento nell'interesse dei malati e delle loro famiglie». «Domani - scrive il ministro - scade il termine previsto dalla mia ordinanza per la consegna delle cartelle cliniche dei pazienti curati con il suo protocollo. L'esame di questa documentazione costituisce un passaggio indispensabile per definire le modalità di una sperimentazione controllata che ci aiuti a verificarne l'efficacia. Come saprà a questo scopo ho già convocato la commissione oncologica nazionale, completamente rinnovata e ieri in televisione ho sottolineato che già a partire da questo lavoro istruttorio è necessario il suo coinvolgimento e la sua collaborazione. Ma ho letto sui giornali, questa mattina, reazioni che appaiono tra loro contraddittorie e che, in alcuni casi, esprimono diffidenza se non rifiuto a collaborare. Ritengo perciò opportuno, per sgombrare il campo da equivoci e interpretazioni strumentali, invitarla a Roma per mercoledì prossimo alle 12 con la commissione oncologica che si riunirà per la prima volta». Il primo passo è stato fatto, ma nel frattempo le polemiche sul caso somatostatina non si placano e investono anche Fabrizio Frizzi, dopo che è saltato a «Domenica In» l'intervento in contraddittorio con la Bindi del figlio del professor Di Bella. A sollecitare il presidente della Commissione vigilanza, Francesco Storace, a mettere all'ordine del giorno oggi il caso «Domenica In» è stata Adriana Poli Bortone, deputata di An, sensibile al tema, visto che i pretori «prò somatostatina» sono della sua Regione, la Puglia. Tra le righe della convocazione del direttore di Rai Uno, Giovanni Tantillo, in commissione si legge la parola «censura». A difendere la trasmissione scende in campo il mite Frizzi, che secco replica: «Non sono un burattino: nessuno mi dice quel che devo fare e non lo dico per togliere le castagne da fuoco a Tantillo o a qualcun altro, ma perché sono responsabile delle mie scelte. Non faccio interviste addomesticate, piuttosto non le faccio per niente». Alza la voce Frizzi, che non ci sta a fare la parte dell'intervistatore prono e ubbidiente e se la prende con chi ha giudicato la trasmissione senza avere seguito l'intervista, «giudicata equilibrata ed interessante persino dal legale di Di Bella». Ma sulla partecipazione della Bindi a «Domenica in» interviene, critico, anche «L'Osservatore Romano». «Mentre sembrava che la vicenda Di Bella si fosso incanalata sui binari obbligati - scrive il giornale della Santa Sede - del porre al centro il rispetto del malato, persona, e dei suoi inalienabili diritti, è stata alimentata una polemica che certo non giova a dare serenità». Ormai, il dibattito sull'efficacia del cocktail anticancro a base di somatostatina è diventato un vero affare politico su cui le posizioni iniziano a essere trasversali tanto che in Alleanza nazionale Publio Fiori ha iniziato a raccogliere firme per una sfiducia individuale alla Bindi e il suo presidente, Gianfranco Fini, ha invitato i parlamentari a non firmarla. Fini ha ammesso di avere simpatia verso Di Bella e la sua battaglia, ma di non volere «alimentare la contrapposizione tra i partiti su una delicata questione scientifica che coinvolge la speranza dei malati di tumore e delle loro famiglie». Maria Corbi

Luoghi citati: Puglia, Roma