Previti «assolto», primo scacco al Pool

Previti «assolto», primo scacco al Pool In Giunta dieci «no» contro otto «sì». Nella maggioranza quattro voti a favore dell'ex ministro Previti «assolto», primo scacco al Pool Ulivo diviso, inutili le pressioni del pds ROMA. Con dieci «no», otto «sì» e due astensioni la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha rigettato la richiesta d'arresto della procura di Milano nei confronti di Cesare Previti. E' l'esito scontato di una riunione che si è protratta per alcune ore. Nessuna sorpresa e nemmeno un pizzico di suspense, giacché tutti, in quella stanza - e anche fuori, tra i giornalisti - sapevano come avrebbe votato ciascun commissario. Il Polo si è presentato all'appuntamento compatto, mentre la maggioranza si è divisa. I due rappresentanti del ppi hanno optato per il «no» all'arresto, altrettanto ha fatto il vice presidente della Giunta, il socialista Enzo Ceremigna. E persino il capogruppo della sinistra democratica in commissione, Gianfranco Schietroma, si è espresso contro la richiesta della procura milanese. Gli altri deputati della Sd, invece, hanno votato «sì», insieme al verde Nando Dalla Chiesa, al rifondatore Giovanni Meloni e al leghista Mario Borghezio. Astenuti, il secondo esponente del Carroccio, Roberto Maroni, e Marianna Li Calzi di Rinnovamento. Per la verità, fino alla fine, i pidiessini hanno tentato di far mutare opinione ai colleghi della maggioranza dissidenti, e soprattutto a Schietroma che, sebbene socialdemocratico, li capeggia in giunta, ma non hanno ottenuto nessun ripensamento. L'aula, però, che si riunisce lunedì prossimo e che voterà il giorno dopo, potrebbe ribaltare l'esito del voto di ieri. Nessuna sorpresa, dunque, eppure l'andamento della riunione a porte chiuse è stato alquanto burrascoso. A far salire la tensione, soprattutto in seno alla maggioranza, l'intervento del relatore Carmelo Carrara, del cdu. «Dalle carte - ha spiegato il deputato ai colleghi - risulta che il vero puparo è Silvio Berlusconi, e allora perché non ne chiedono l'arresto? Ecco, questa è la prova che nei confronti di Previti c'è una vera e propria vis persecutoria». Mentre Carrara pronunciava queste parole i commissari del pds si guardavano l'un l'altro perplessi, chiedendosi il motivo di quelr accenno al Cavaliere in veste di puparo. Ma non è questa la parte del discorso del relatore che ha esacerbato gli animi. E' stato il resto. La difesa a spada tratta di Previti e gli affondi contro il pool di Milano. Carrara ha attaccato Ilda Boccassini, ha parlato, riferendosi all'episodio della cimice nel bar Mandara, di «falsi grossolani e colossali invenzioni». Tant'è vero che a un certo punto, quando Carrara stava ancora, parlando, due deputati del pds, Bielli e Parrelli, lo hanno interrotto: «Questa non è una relazione ma la fotocopia della difesa di Previti». Un po' di trambusto, quindi è partita la richiesta al presidente di turno, Ceremigna (il vice di Ignazio La Russa, che ha svolto le di lui funzioni perché il parlamentare di An si è astenuto dai lavori della giunta) di intervenire per riportare Carrara sui giusti binari. Ceremigna, che pure ha votato contro l'arresto di Previti, ha preso la parola per rimproverare il relatore: «Ci vuole maggiore equilibrio», gli ha detto. E così si è andati avanti, mentre i due impassibili emissari di Bossi seguivano con attenzione, e con un sorrisino sulle labbra, lo svolgimento della riunione. Quando sono intervenuti i commissari (quelli della maggioranza contrari all'arresto lo hanno fatto prendendo le distanze da Carrara) la tensione è tornata a salire. Il pidiessino Bielli ha chiesto a Ceremigna di astenersi, in quanto presidente, ma il deputato socialista gli ha fatto notare che in quel momento lui era semplicemente il supplente di La Russa. Un altro tentativo il pds lo ha fatto con Schietroma, invitato pure lui a optare per l'astensione. Anche lì un buco nell'acqua. «Previti va processato, perché gli elementi ci sono tutti, però non va arrestai», è stata la replica del socialdemocratico. Quando ormai le porzioni di tutti erano esplicite, solo allora, i deputati leghisti hanno deciso il da farsi. Borghezio ha votato per l'arresto, Maroni si è astenuto. Entrambi hanno atteso in modo plateale che la situazione fosse definita, prima di esprimersi, come a dire (cosa che poi Maroni ha detto): in questa sede il nostro voto non muta gli equilibri e quindi ci comportiamo così, ma domani chissà. Già, chissà, perché in aula tutto può cambiare. Se il pds votasse compatto a favore dell'arresto, e se nel Polo vi fossero defezioni, allora il Carroccio potrebbe risultare determinante. Maria Teresa Meli 0k Sopra: il verde Nando Dalla Chiesa che ha votato «sì» all'arresto Ma l'aula può ancora ribaltare tutto Martedì prossimo la decisione finale sull'arresto L'oPrexde L'on. Cesare Previti ex ministro della Difesa Carrara (cdu): «Tuttidicono che Berlusconi è il puparo Perché non arrestano lui?» A sin. Silvana Previti Sopra: Stefania Ariosto la teste «Omega»

Luoghi citati: Carrara, Milano, Roma