I'uomo clonalo non spaventa l'Inghilterra

I'uomo clonalo non spaventa l'Inghilterra LONDRA «Potrebbe essere utile per curare gravi malattie ereditarie». L'autorizzazione forse già nel 1999 I'uomo clonalo non spaventa l'Inghilterra II comitato di bioetica non si oppone alla sperimentazione LONDRA NOSTRO SERVIZIO L'Inghilterra potrebbe rivelarsi possibilista su certe tecniche di clonazione umana. Un rapporto del comitato nazionale di bioetica, la Human Genetics Advisory Commission, sostiene che l'umanità potrebbe trarne dei benefici. Se le proposte di ricerca guadagnassero sostegno sufficiente, i ministri potrebbero dare il via libera ad esperimenti specifici già nel 1999. Innanzitutto, dice il comitato, c'è tipo e tipo di clonazione. Secondo il settimanale inglese «Independent on Sunday», gh esperti, nominati un anno fa per consigliare il governo, vogliono elencare tutti i prò e i contro, fl suo presidente, Sir Colin Campbell, ha detto: «Voghamo mettere il pubblico di fronte alla verità dei possibili benefici delle diverse forme di clonazione e ai potenziali pericoli. Il documento articolerà ciò che succede attualmente e porrà una serie di domande. Voghamo fare questo prima che questa scienza diventi una realtà, piuttosto che dopo». Mentre Clinton vuole che gh esperimenti siano banditi per cinque anni, Sir Colin crede che la repulsione generale provocata dall'argomento derivi da vari fraùitendimenti. In questo momento in Inghilterra è consentito condurre esperimenti su embrioni di non oltre 14 giorni, purché prodotti in vitro. Per esempio, gli embrioni potrebbero essere clonati per la ricerca, sempre nel limite dei 14 giorni. Il materiale derivato dalle cellule umane potrebbe essere clonato per i trapianti o per riparare un danno agli organi. Campbell sottolinea che certe tecniche potrebbero portare a nuove diagnosi e a nuove cure. Il comitato si ripromette di considerare «le implicazioni etiche e la sicurezza della tecnica, nel caso vengo, appheata agli esseri umani in circostanze specifiche». I ministri non hanno mai sbattuto la porta in faccia alla ricerca. Una commissione di deputati sulla scienza e tecnologia ha fatto loro rapporto sulla clonazione, e il governo ha detto espressamente di non voler «fare opposizione al principio delle tecniche di clonazione laddove la ricerca si concentri su gravi malattie ereditarie». L'anno scorso Ruth Deech, presidente della Human Fertilisation and Embryology Authority, aveva auspicato che la leg¬ ge rimanesse flessibile in modo da potersi adeguare a future scoperte. Aveva però escluso nel modo più assoluto la produzione di esseri umani come «banche» di organi o come consolazione per genitori in lutto. La legge oggi proibisce specificamente la clonazione di embrioni. Ma la tecnica usata dal Roslin Institute scozzese per clonare Dolly la pecora è diversa: l'animale è stato prodotto estraendo il nucleo di una cellula estratta da una pecora e inserendola nell'ovulo non fecondato di una seconda pecora, che è quindi stato inserito nell'utero di una terza pecora. Non c'era dunque nessun embrione preesistente. Ma proprio il Roslin Institute è intervenuto nei giorni scorsi sconsigliando l'applicazione di questa tecnica per produrre esseri umani: non è etica, ha detto, sottolineando l'alto rischio di aborti, anormalità del feto e mortalità infantile. Anche un luminare della fecondazione artificiale come Lord Winston ha detto: «Odierei pensare a un mio figlio clonato perché riterrei molto probabile che andasse incontro a un invecchiamento accelerato». Maria Chiara Bonazzi

Persone citate: Clinton, Colin Campbell, Lord Winston, Maria Chiara Bonazzi, Ruth Deech

Luoghi citati: Inghilterra, Londra