Cuba, aspettando il Papa un voto vecchio stile

Cuba, aspettando il Papa un voto vecchio stile L'AVANA Castro ha parlato per sette ore alla tv: monito ai giornalisti occidentali al seguito di Giovanni Paolo II Cuba, aspettando il Papa un voto vecchio stile Otto milioni di elettori alle urne ma con le solite liste uniche L'AVANA. Sette milioni e 900 mila cubani sono stati chiamati ieri alle urne per eleggere i 601 deputati dell'Assemblea nazionale ed i 1192 componenti delle 14 assemblee provinciali. I 30.000 seggi sono stati aperti alle 7 (ora locale, le 13 italiane). Le operazioni di voto sono proseguite fino alle 18 (mezzanotte in Italia) e i risultati saranno resi noti 24 ore più tardi. A Cuba hanno diritto di voto tutti i cittadini che abbiano compiuto 16 anni, con l'eccezione dei malati di mente e dei detenuti. L'unica incognita in questa consultazione è l'affluenza alle urne, che potrebbe essere inferiore a quella del 1993, quando votarono 0 98 per cento degli iscritti alle liste elettorali. I dati ancora parziali forniti ieri sera indicavano comunque un'affluenza considerevole. Sulla scheda per il Parlamento nazionale sono indicati, in una lista unica, cinque nomi per ogni circoscrizione e gli elettori possono indicarne uno, più di uno o tutti. Quest'ultima modalità è quella del «voto unito», raccomandata dai massimi esponenti del gover- no e del partito comunista. Sabato per sette ore gli schermi televisivi sono stati monopolizzati da due discorsi del presidente Fidel Castro che ha invitato gh otto milioni di elettori a recarsi massicciamente a votare. Il sistema elettorale cubano «è il più democratico del mondo», ha detto Castro che due giorni fa aveva di¬ chiarato che «molti Paesi dovrebbero pensare a cambiare il loro sistema elettorale, piuttosto che quello di Cuba». Castro ha votato a el Cobre, nella provincia di Santiago de Cuba, da dove nel 1953 partì la rivoluzione che rovesciò la dittatura di Fulgencio Batista. Poi, mentre migliaia di persone lo festeggiavano nelle strade, si è trattenuto brevemente fuori dal seggio. Ma non ha voluto dire come aveva votato: «Il voto è segreto. Ho votato come un patriota e un rivoluzionario», si è limitato a dire. Fra i candidati, non necessariamente iscritti al partito comunista, figurano il cantautore Silvio Rodriguez, il campione mondiale di salto in alto, Javier Sotomayor, la velocista Ana Fidelia Quirot, lo scrittore Miguel Barnet. L'Assemblea nazionale si insedierà il 24 febbraio e designerà i componenti del consiglio di Stato e del consiglio dei ministri. Gh ocelli del mondo in questi giorni sono puntati sull'isola caraibica nell'imminenza della visita del Papa che arriverà il 21 gennaio. Castro, durante uno dei suoi due lunghi discorsi elettorali, ha negato la concessione di un visto di ingresso a Cuba a due giornalisti argentini, che erano stati designati per coprire la visita che 0 Papa. Senza nominare direttamente Mario Perez Coiman («La Nacion») e Matilde Sanchez («El Clarin») Castro ha rivolto un attacco «ai mercenari che senza es¬ sere turisti sono entrati a Cuba come tali, per fare reportage clandestini in violazione delle leggi del Paese». Il Presidente ha anche fatto riferimento alle ((bugie» scritte nei confronti dei resti di Ernesto «Che» Guevara. Nel novembre scorso la Sanchez pubblicò sul «Clarin» un articolo secondo il quale le ossa rimpatriate a Cuba dalla Bolivia non sarebbero state realmente quelle del mitico comandante rivoluzionario di origine argentina. In quello che è sembrato un monito ai duemila membri della stampa estera che seguiranno la visita papale, Castro ha anche criticato genericamente quegli organi di stampa «al soldo delle potenze imperialiste, che vengono usati contro il resto del mondo per consolidare il sistema egemonico unipolare». A proposito della visita di Giovanni Paolo II, Castro ha detto: «Speriamo che la visita del Papa abbia tanto successo quanto queste elezioni, ma in questo momento la mia preoccupazione principale sono le votazioni». [Agi-Ansa] Una scout saluta il presidente cubano che ha votato a El Cobre