Una pensione agli ebrei sopravvissuti di Emanuele Novazio
Una pensione agli ebrei sopravvissuti Il compromesso dopo lunghe trattative: l'importo sarà di 250.000 lire Una pensione agli ebrei sopravvissuti Bonn Vha concessa, ma solo ai poveri dell'Est BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo lunghe trattative e molte polemiche, il governo tedesco ha accettato di pagare una pensione mensile pari a 250 mila lire ai 18 mila sopravvissuti all'Olocausto che risiedono nell'Europa orientale. Una dichiarazione ufficiale è attesa per stamane, ma fonti vicine alla Cancelleria confermavano ieri sera le indiscrezioni filtrate nelle ultime ore. Il governo di Bonn verserà 50 milioni di marchi l'anno, dal 1999 al 2002, a una fondazione ebraica appositamente costituita: la decisione è il frutto di un compromesso con la Jewish Claims Conference, una organizzazione fondata nel 1951 allo scopo di ottenere un indennizzo per le vittime del nazismo che vivono al di fuori di Israele. Per ottenere il risarcimento ci sono tuttavia tre condizioni: non avere ricevuto altri indennizzi, avere vissuto in un campo di concentra¬ mento o in un ghetto, essere in condizioni economiche precarie. Il risarcimento vale soltanto per i sopravvissuti all'Olocausto dell'Europa orientale che - al contrario di quelli dell'Europa occidentale - non hanno mai ottenuto da Bonn né un risarcimento individuale né una pensione. Dopo la caduta del Muro, il governo Kohl ha versato infatti una somma forfettaria a molti Paesi dell'ex blocco comunista, ma la maggior parte del denaro non è stata consegnata alle vittime del terrore nazista. Secondo i Verdi, il compromesso è un successo perché pone fine a una discriminazione intollerabile. Ma, lamenta il partito ecologista, è inaccettabile l'esclusione dei sopravvissuti all'Olocausto che hanno già ricevuto un indennizzo <ama tantum» e di beve entità. Il risarcimento in forma di pensione, inoltre, non vale per gh eredi: e anche su questo punto rischiano di innescarsi polemiche. Ma il compromesso ha U merito di affermare definitivamente un principio e di sanare - anche se a più di 50 anni dalla fine della guerra - una situazione per lo meno imbarazzante, per Ù governo Kohl. La decisione di risarcire le vittime dell'Olocausto segue di poco, del resto, una sentenza del tribunale di Bonn che ha imposto al governo federale di risarcire personalmemte un'anziana donna polacca, impegnata in una fabbrica di munizioni nel campo di Auschwitz. Una sentenza che conteneva armeno due elementi di novità: il primo è il riconoscimento che il governo federale è l'«erede giuridico» del Terzo Reich, e che tocca a lui dunque intervenire e pagare i danni. Il secondo è il riconoscimento dell'indennizzo per il «lavoro forzato»: in precedenza i risarcimenti avevano fatto riferimento soltanto ai «danni alla salute» e a quelli conseguenti «alla privazione della libertà». Emanuele Novazio
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