Franceschini: «No, è solo uno facile scorciatoia»
Franceschini: «No, è solo uno facile scorciatoia» Franceschini: «No, è solo uno facile scorciatoia» UROMA NA scorciatoia che non risolve il problema alla radice». Così il vicesegretario del partito popolare, Dario Franceschini, interpreta la proposta del procuratore generale di Cassazione, Ferdinando Galli Fonseca. Quindi, onorevole Franceschini, il partito popolare è contrario alla somministrazione controllata delle droghe pesanti ai tossicodipendenti? «Non commettiamo l'errore che di solito si fa di fronte a proposte di questo genere, ovvero quello di dividere le opinioni in schieramenti: chi è per il sì da chi è per il no. La situazione è molto più complessa, tant'è vero che all'interno della coalizione di centro-sinistra ci sono posizioni anche molto diverse tra loro». Sembra di capire, comunque, che voi popolari nutrite dei forti dubbi sull'ipotesi di progetto ascoltata ieri, in apertura dell'anno giudiziario. «Certo, i dubbi ci sono e nascono, essenzialmente, da tre considerazioni. La prima riguarda la realtà del fenomeno droga che, ritengo, va affrontato alla base. Alle spalle di una tossicodipendenza, infatti, c'è sempre un certo tipo di disagio, per lo più familiare. Non tutti i giovani, infatti, corrono gli stessi rischi. I pericoli si annidano nelle famiglie con gravi problemi e non trovano riparo nella scuola. Tra parentesi, non si capisce per quale motivo, ad esempio, le strutture scolastiche non potrebbero essere messe a disposizione dei ragazzi anche al pomeriggio, come centri protetti di studio, di aggregazione e di svago». E quali sarebbero invece le altre due considerazioni? «La seconda riguarda la prevenzione e la repressione del fenomeno droga. Ebbene, non mi sembra che si facciano sforzi sufficienti in questa direzione, quando, ad esempio, ci sono spacciatori noti a tutti, magari davanti alle scuole, che possono continuare ad agire indisturbati. E la terza nasce da una convinzione: non è certo con queste scorciatoie che si arriva al cuore del problema». Perché il procuratore generale Galli Fonseca avrebbe proposto quella che lei definisce «una scorciatoia»? «La realtà della droga comprende sia i gravi problemi dei tossicodipendenti, sia quelli, non meno gravi, di ordine pubblico. E devo dire che il discorso del procuratore generale di Cassazione ha rappresentato, in pieno, il punto di vista di un magistrato. La somministrazione controllata di droghe pesanti, infatti, non risolverebbe forse i problemi dei tossicodipendenti, ma senz'altro quelli di ordine pubblico». Eppure, vengono citate Svizzera e Olanda come esempi positivi per aver applicato un programma che avrebbe dato buoni risultati, anche nella cura delle tossicodipendenze. Lei è dello stesso avviso? «Le informazioni delle quali dispongo sono di altro genere e riguardano proprio l'esperimento che si sta facendo in Svizzera. A quel che mi risulta, tanto per dirne una, i ragazzi che si sono sottoposti al programma di somministrazione controllata vanno, al mattino, a ritirare la dose quotidiana di droga. Poi passano il resto della giornata a cercare altre dosi per continuare a "farsi". Ora, non mi sembra che un risultato del genere possa, a buona ragione, definirsi un successo», {d. dan.] «Facciamo ancora pochi sforzi sul campo della prevenzione»
Persone citate: Dario Franceschini, Ferdinando Galli Fonseca, Franceschini, Galli Fonseca
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