«Polo in piazza contro la droga di Stato»

«Polo in piazza contro la droga di Stato» Palmella: ma i giovani di destra sono con noi. Buttiglione: un cattolico non può lasciare la lotta «Polo in piazza contro la droga di Stato» An guida la protesta: una vergogna, intervenga Scalfaro ROMA. Alleanza nazionale sul piede di guen-a dopo le dichiarazioni del procuratore generale di Cassazione a favore della droga di Stato. Già sabato pomeriggio, a poche ore dal discorso di Ferdinando Galli Fonseca all'inaugurazione dell'anno giudiziario, l'ex coordinatore del partito Maurizio Gasparri aveva chiesto l'intervento di Scalfaro. Ieri Gianni Alemanno ha invitato l'opposizione a scendere in piazza: «Dobbiamo dar voce alla maggioranza del popolo italiano - ha detto il responsabile del dipartimento iniziative sociali di An - che è e rimane contraria alla liberalizzazione degli stupefacenti sotto ogni forma...». Anche Alemanno, come sabato Gasparri, ha avuto parole dure per la magistratura: «Il discorso del pg ha proseguito - è un segnale estremamente preoccupante di egemonia culturale e politica del regime radical-progressista che sta crescendo all'ombra dell'Ulivo. Se Galli Fonseca ha osato così tanto alla presenza del Capo dello Stato, è diffìcile non interpretare questo discorso come un segnale nei confronti del governo dell'Ulivo, che viene così pesantemente aiutato ad attuare una delle principali bandiere del programma progressista. Il potere giudiziario stringe ancora una volta la mano al potere politico, con una sovrapposizione di poteri tipica di un regime autoritario». Alla mobilitazione di Alleanza nazionale risponde, tra gli altri, Marco Palmella. «La stragrande maggioranza dei giovani di An sono con noi - ha detto il leader radicale in una intervista al Tg3 - la pensano come noi. E' un po' come al referendum sul divorzio nel 1974, quando il tandem Fanfani-Almirante voleva crocifiggere i credenti su posizioni reazionarie, astruse e inumane, ma fu sconfitto. Adesso abbiamo le caricature di quelli, con il Ccd e Gasparri che lanciano contumelie e insulti contro un magistrato che ha avallato la ragionevolezza della proposta antiproibizionista». An non è comunque la sola voce, dallo schieramento del Polo, ad alzarsi contro Galli Fonseca. «La sua è una proposta cinica e immorale ha detto il capogruppo del Ccd alla Camera Carlo Giovanardi -, mirata più a delegittimare le comunità di recupero che a risolvere il problema. Il procuratore generale, mentre invitava i magistrati a parlare meno, ha perso un'ottima occasione per tacere». È il leader del Cdu Rocco Buttiglione ha aggiunto: «Si cerca di far passare l'idea che ci siano spazi di convivenza con la droga: per un partito di impostazione cattolica come il nostro questo non è possibile. Non c'è una sola ragione per cui si debba abdicare alla lotta». Le perplessità del mondo cattolico - testimoniate anche dal silenzio dell'Osservatore Romano, che non ha citato la proposta di Galli Fonse¬ ca pur dedicando un ampio spazio all'apertura dell'anno giudiziario «sconfinano» all'interno della maggioranza. «Bisogna riflettere - ha detto Giuseppe Fioroni, responsabile Sanità del ppi -. Bisogna vedere se queste scorciatoie costruite per le tranquillità dei cosiddetti "normali" non producano un abbassamento della lotta, una riduzione dello sforzo per una seria politica a sostegno della famiglia e della scuola che sono le vere armi per battere per sempre la droga». Qualche perplessità anche dalla Lega, riunita ieri al «parlamento padano» di Chignolo Po. «Non sono convinto della sua efficacia - ha detto Roberto Maroni - ma non è certo uno Stato da solo che può prendere un'iniziativa simile. L'Italia non è la Svizzera: quello è uno Stato che può controllare i suoi confini. Francamente mi pare una soluzione come tante, non so se funzionerà o meno: ma per poterla seguire bisogna essere in grado di isolare il proprio territorio, di evitare di trasformarlo nella meta preferita di sbandati o tossicodipendenti. Per questo mi sembra improbabile che una decisione così possa essere presa dall'Italia da sola». Continua anche la pretesta delle comunità terapeutiche, nonostante le parole rassicuranti di Giuliano Pisapia, presidente della commissione Giustizia della Camera. «Non c'è contrapposizione tra le comunità di recupero e i centri dove si sperimenti, quando assolutamente necessario, la distribuzione controllata di eroina», ha detto l'esponente di Rifondazione comunista. «Il problema della droga non è la sostanza, ma la persona che ne fa uso - ribatte Bianca Costa Bozzo, presidente della federazione italiana delle comunità terapeutiche, che riunisce una cinquantina di centri -. La proposta di Galli Fonseca servirà magari a risolvere i problemi giudiziari, ma rappresenta una resa incondizionata della società. Questo è un dibattito datato, che oltre tutto rischia di togliere attenzione ed energie a un nuovo fenomeno, ancora più preoccupante dell'eroina: il dilagante' consumo di ecstasy e droghe sintetiche, contro le quali purtroppo si sta facendo poco o nulla», [g. tib.] «r5

Luoghi citati: Chignolo Po, Italia, Roma, Svizzera