Manconi: «Sperimentare una scommessa vincente»

Manconi: «Sperimentare una scommessa vincente» Manconi: «Sperimentare una scommessa vincente» PRO E CONTRO GALLI FONSECA LROMA E reazioni che ho sentito finora alla proposta di Galli Fonseca sono, a dir poco, preoccupanti», osserva, con amarezza, il portavoce dei Verdi, Luigi Manconi. A quali commenti allude, senatore? «Un conduttore del Tgl delle 20 ha parlato, per esempio, di "somministrazione controllata di droghe leggere", né più né meno che un nonsenso. In un servizio televisivo ho sentito dire la frase assurda "tossicodipendenti incalliti"... Gerardo Bianco confonde la proposta del procuratore generale con la liberalizzazione, quando Galli Fonseca stesso ha precisato che non si tratta di questo. Tutto ciò rivela un'abissale inconsapevolezza e una superficialità nel trattare l'argomento capaci di stravolgere completamente il senso di una proposta che non riguarda la liberalizzazione della droga, ovvero produzione e commercio senza limite, regola e controllo, né tantomeno la legalizzazione, che significa, invece, controllo pubblico del commercio. Ma solo la possibilità di avviare una sperimentazione scientifica di somministrazione controllata, con assistenza medica, in strutture sanitarie pubbliche, e soltanto a tossicodipendenti adulti e cronici che abbiano già visto falliti altri tentativi terapeutici. Come accade in Svizzera». Il riferimento all'esperienza che da qualche anno viene condotta in Svizzera è stato fatto anche in altre occasioni. Lei la conosce bene?? «So che il programma riguarda 1146 soggetti, trattati in 18 centri ambulatoriali e policlinici, dal '94 a oggi. La metà di questi era sieropositiva e il 90 per cento affetto da epatite. Nei primi tre anni, quasi il 70 per cento ha continuato la terapia: si pensi che, nelle terapie consuete, l'abbandono riguarda circa l'80 per cento dei pazienti. Il consumo illegale di eroina, durante il trattamento, che è sicuramente un problema reale, si è inoltre ridotto al 25 per cento dei casi. Sempre nei primi tre anni, su 1146 ragazzi, 83 hanno lasciato, definitivamente la droga: una quota che può apparire esigua se non si considera che parliamo di tossicodipendenti cronici». Che cosa pensa di chi sostiene che, però, la comunità terapeutica sia l'unica soluzione possibile? «Ritengo che i due programmi possano benissimo compensarsi a vicenda». C'è chi dice: non è così che si risolverà il problema della droga alla radice. Lei come risponde? «Abbiamo alle spalle una storia millenaria di consumo di sostanze stupefacenti. Non credo proprio che, come spericolatamente ha affermato Pino Arlacchi, si possa passare in soli dieci anni dagli otto milioni di tossicodipendenti al mondo a poche decine di migliaia. Certo, le armi per combattere il fenomeno sono tante e diverse e tra queste la prevenzione, attraverso l'educazione e l'informazione, mi sembra ancora troppo poco sviluppata. In ogni caso, sappiamo che non può valere per tutti e sappiamo che ci sono casi nei quali la somministrazione controllata di droghe pesanti può essere una valida scelta terapeutica. Oggi, vorrei ricordarlo, la pensano così anche persone che non sono mai state e non sono neppure adesso antiproibizioniste, mi riferisco a don Ciotti e don Picchi». [d. dan.] «Ma la proposta è stata giudicata con troppa superficialità» Nella foto in alto il verde Luigi Manconi Qui sopra il vice di Marini Dario Franceschini

Persone citate: Dario Franceschini, Galli Fonseca, Gerardo Bianco, Luigi Manconi, Manconi, Pino Arlacchi

Luoghi citati: Svizzera