Benazir, dagli altari a Tangentopoli

Benazir, dagli altari a Tangentopoli Benazir, dagli altari a Tangentopoli Si allarga lo scandalo della famiglia Bhutto Anche Londra indaga sugli affari sospetti dell'ex premier e soprattutto del marito, «Mister 10%» LONDRA NOSTRO SERVIZIO Anche l'Inghilterra fruga nel portafoglio di Benazir Bhutto e di suo marito Asif Ah Zardari. Dopo la Svizzera, che lo scorso autunno ha congelato i conti bancari dell'ex primo ministro pachistano, || i tribunali britannici R hanno ordinato il seque- istro di documenti relati- £1" vi a beni e depositi di de- ||< naro. Dopo mesi di pres- É sioni da parte degli inve- fustigatori pachistani, che fife>^ dicono di avere rintracciato 100 milioni di dollari in conti esteri e proprietà controllati dalla famiglia della Bhutto, l'Alta Corte ha deciso di cooperare e ha ordinato l'inchiesta. Tra i presunti beni ci sarebbe una villa con tenuta nel Surrey del valore di 4 milioni di dollari. Benazir ha sempre negato le accuse di corruzione, ancora non formalizzate, ma suo marito è in carcere dal 1996, e cioè da quando lei fu licenziata dall'incarico di governo per la seconda volta. Ieri, per tutta risposta, la Bhutto ha depositato tre accuse di corruzione contro il suo arcirivale, il primo ministro Nawaz Sharif, che lei accusa di avere orchestrato una campagna di vendetta politica ai suoi danni. Ma gli investigatori pachistani stanno chiudendo il cerchio intorno a Benazir. Partendo da un dossier di documenti della famiglia della Bhutto, messo in vendita da un intermediario ombra per la bellezza di un milione di dollari, hanno ricostruito una rete di pagamenti segreti da parte di ditte straniere in cerca di favori durante i due periodi in cui Benazir guidò il Paese. Lo riferisce il «New York Times», autore di un'inchiesta durata tre mesi tra l'Europa, il Medio Oriente e gli Usa. Secondo il giornale, i documenti lasciano incerto 0 livello di coinvolgimento della Bhutto, ma illustrano il ruolo pervasivo del marito, soprannominato nei bazaar pachistani «il signor 10 per cento». Durante il secondo mandato di Benazir, tra il 1993 e il 1996, Asif Ali Zardari fu nominato ministro degli Investimenti, una posizione che gli consentiva di rispondere soltanto alla moglie. I media pachistani lo ribattezzarono a quell'epoca «mister 30 per cento», perché, dicevano, le sue pretese erano aumentate. Zardari, che Benazir ha sposato nel 1987 con un matrimonio combinato che attirò le critiche dei modernizzatoli, è stato spesso considerato una pericolosa mina vagante dai sostenitori della Bhutto, che si dice sia perdutamente innamorata di lui. «Devi liberarti di quel tuo marito», le consigliò nel 1990 l'alto commissario inglese sir Nicholas Barrington, quando il governo della Bhutto fu rovesciato nel 1990 fra accuse di corruzione. Un ex ministro pachistano ha detto che «quel matrimonio è stata la cosa peggiore che potesse capitare al partito della Bhutto». Zardari è in attesa di processo anche per il suo presunto ruolo nell'assassinio del fratello di Benazir, Murtaza Bhutto. Il «New York Times» ha ottenuto lo scorso ottobre un '. ..scio di carte scottanti ed è riuscito a intervistare molte figure identificate dagli investigatori pachistani. Riferisce che il pagamento più grosso finora scoperto fu fatto da un mercante d'oro «che si era offerto di regolare le importazioni in cambio di una licenza esclusiva/1 Alla fine del '94 il mercante «depositò 10 milioni di dollari in un conto del Dubai intestato alla Capricorn Trading», una compagnia off-shore con base nelle Virgin Islands britanniche e controllata dal marito di Benazir. Due mesi dopo «il governo Bhutto approvò la licenza». Il mercante nega di avere pagato Zardari. Un altro affare gigantesco, prosegue il «New York Times», era pronto, ma non si materializzò mai. «Nel 1995 la Dassault Aviation francese acconsentì a pagare a Zardari e a un partner pachistano una commissione di 200 milioni di dollari per assicurarsi la vendita di aeroplani da caccia per un totale di 4 miliardi di dollari, ma l'affare sfumò quando il governo di Benazir cadde alla fine del 1996. In un altro affare ancora, una ditta svizzera impiegata per stroncare le frodi alla dogana in Pakistan pagò milioiù di dollari tra il 1994 e il 1996 a compagnie offshore controllate da Zardari e dalla madre vedova della Bhutto, Nusrat». I documenti, messi in vendita l'estate scorsa da un misterioso offerente che prima voleva 10 milioni di dollari e poi si è accontentato di un milione di dollari in contanti, «contengono i numeri di svariati conti correnti bancari, lettere di dirigenti che promettevano pagamenti, con dettagli sulla percentuale; memorandum sui meeting durante i quali queste ''commissioni" e "remunerazioni' venivano concordate, e certificati sulle compagnie off-shore, di solito registrate nelle Virgin Islands britanniche». Benazir, in un'intervista rilasciata nella sua casa-fortezza di Karachi, ha negato appassionatamente. «La maggior parte di questi documenti è stata falsificata, e le storie che sono state messe in giro sono assolutamente sbagliate». Ha rifiutato di discutere il contenuto specifico dei documenti, ma ha lamentato «il danno irreparabile causato al suo status nel mondo» dall'inchiesta della commissione pachistana. Ha inoltre aggiunto che la sua famiglia aveva ereditato una posizione benestante, ma niente di lontanamente vicino al patrimonio che è accusata di avere accumulato. «Che cosa vuol dire povero e che cosa vuol dire ricco? Se volete dire che sono ricca secondo gli standard europei, se ho un miliardo di dollari, o anche cento milioni di dollari, o anche solo la metà di questa cifra, rispondo di no: non li ho. Ma se volete dire che sono ricca in modo ordinario, sì: mio padre ha fatto studiare contemporaneamente tre figli ad Harvard. Ma questo benessere non ha mai significato niente per i miei fratelli o per me». Ma gli investigatori pachistani dicono che i 100 milioni di dollari sono solo una parte del miliardo e mezzo di dollari che potrebbe essere stato generato in bustarelle. Non c'è dubbio che l'inchiesta sia stata politicizzata: «Gli sforzi di scoprire gli affari della Bhutto sono stati coordinati dagli assistenti del primo ministro Shanf», dice il «New York Times». Lei ieri ha sparato una cannonata a sua volta contro il rivale al potere, mentre la commissione d'inchiesta ha annunciato di avere chiesto la cooperazione di Francia, Spagna e Stati Uniti per indagare nei conti correnti di Benazir, di suo marito, e di altri parenti stretti e soci in affari. L'anno scorso l'Inghilterra aveva rifiutato di cooperare perché non esistono trattati bilaterali con il Pakistan che garantiscono mutua assistenza in materia di inchieste penali. Un portavoce del rninistero dell'Interno ha confermato che i beni di Benazir non sono stati congelati. Ma la rivelazione più dannosa in questo Paese riguarda una principesca villa nella campagna del Surrey, in cui avrebbe persino incorporato «una replica del pub del paese». Benazir ha detto di non saperne niente, e ha suggerito che Zardari potrebbe avere comperato la villa «per un'altra donna». La Bhutto ha visitato l'Inghilterra due volte l'anno scorso, suscitando l'impressione che potrebbe cercare asilo politico qui per sé e i suoi tre figli. Sua sorella e i genitori di suo marito vivono a Londra. Se l'Inghilterra congelasse i suoi beni, sarebbe un grave colpo per Benazir. Maria Chiara Bonazzi Q 5 GENNAIO 1994: La Capricorn Trading viene costituita alle Isole Vergini dal marito di Benazir, Asif Ali Zardari 0 INIZIO DEL '94: Abdul Razzak Yaqub, un commerciante d'oro pakistano in Dubai, si offre di regolare il traffico aureo in Pakistan in cambio di una licenza esclusiva d'importazione Q 5 OTTOBRE 1994. In 17 giorni Razzak deposita 10 milioni di dollari su un conto della Capricorn in Dubai presso la Citibank Ql3 NOVEMBRE 94: Il governo Bhutto concede la licenza a Razzak, che in 3 anni importerà oro per oltre 500 milioni di dollari SPAGNA FRANCIA J P 3A '4 f Mar Nero TURCHIA Caspio IRAN a ISOLE VERGINI ALGERIA Mar Mediterraneo LIBIA IRAQ EGITTO \ h- ARABIA > \ SAUDITA O© Golfo i Persico Y Q MARZO-MAGGIO 1995: 18 milioni di dollari sono depositati su un conto della Capricorn a Ginevra presso Citibank. Brevi trasferimenti, che fruttano grossi interessi, sono fatti tra il conto di Ginevra e le sussidiarie della Citibank nelle isole del Canale O 5 NOVEMBRE 1996: Benazir perde il posto di premier e poco dopo il conto ginevrino viene chiuso. I suoi 40 milioni di dollari vengono trasferiti presso la Banque Financière de la Cité, sempre a Ginevre A fianco un primo piano di Benazir Bhutto, a sinistra è con la madre Nusrat; sotto il padre Zulfikar e il fratello Murtaza In basso a destra Benazir con il marito Asif Ali Zardari e il figlioletto Bilwal alcuni anni fa || R i£1" ||< É fufife>^ Scoperte bustarelle per cento milioni di dollari, ma si parla di un miliardo e mezzo di dollari. Coinvolta anche la madre. Lei si difende: è congiura