Vademecum per sopravvivere di Gian Antonio Orighi
Vademecum per sopravvivere Vademecum per sopravvivere Un manuale alle 4500potenziali vittime MADRID NOSTRO SERVIZIO Tra i 4234 militanti e i 212 assessori comunali o consiglieri regionali del partito popolare di Aznar che vivono in Euskadi Sur, i Paesi Baschi spagnoli (ed anche tra gli altri 21 mila assessori municipali che vivono in tutta la Spagna: in settembre Età piazzò due bombe sotto le auto di due dirigenti popolari in provincia di Malaga), circola da settembre un opuscolo di 35 pagine, il «Manual de Autoprotección», una guida anti-Eta che fa, letteralmente, rabbrividire. Sono misure antiterrorismo diffuse dopo l'assassinio del sequestrato Miguel Angel Bianco nel luglio scorso. Purtroppo ignorate da José Luis Caso, freddato lo scorso dicembre, e da José Ignacio Iruretagoyena, saltato in aria nella sua auto giovedì. Un tremendo manuale che non trascura nulla, dalla casa all'auto, dai familiari al rapimento. Il domicilio. Se è una villetta, deve avere un muro di cinta alto almeno 2,5 metri. Le sue porte devono essere blindate, con videocamera esterna che permetta di osservare cosa succede fuori e nel cortile interno. Dev'essere installato l'allarme a porte e finestre, possibilmente blindate, che devono essere sempre chiuse con la serratura interna. La stanza da letto va sempre chiusa dal di dentro e ci dev'essere un telefono. Un cane da guardia è consigliato. Se è un appartamento, sempre porte e finestre blindate. Cambiare le chiavi delle porte. Controllare il funzionamento di gas, luce e telefono. Mai mettere il proprio nome sulla cassetta delle lettere. Chia¬ mare alla porta con una parola d'ordine. La famiglia. Selezionare con estrema attenzione il personale di servizio, che dev'essere di assoluta fiducia. Mai accompagnare i bambini a scuola, mai farli giocare in luoghi semideserti ma sempre affollati (per evitare sequestri o ritorsioni, ndr). I figli maggiori, se vivono indipendenti, devono applicare le stesse misure di sicurezza dei genitori. I familiari, non solo quelli stretti, devono usare le stesse misure antiterrorismo del congiunto. Comunicare sempre ad un familiare dove si va. Non usare mai gli stessi negozi o bar. Non andare in locali pubblici come cinema, teatri o ristoranti. Prima di uscire, controllare dalla finestra se fuori ci sono possibili killer (Elena Azpiroz salvò così la pelle lo scorso 5 dicembre a San Sebastian). Auto. Prima di salire in macchina, guardare se ci sono nei dintorni persone sospette, facendo particolare attenzione a chi porta zainetti o borse, o a chi tiene le mani in tasca. Controllare se le serrature sono state forzate e se è stata piazzata una bomba sotto la carrozzeria, dietro le ruote, nel tubo di scappamento. Evitare di ripetere gli stessi itinerari, mai le strade ad una sola carreggiata, guardare continuamente lo specchietto retrovisore se si è seguiti, lasciare sempre spazio per scappare davanti a sé. Guidare veloci ed evitare di dire, per telefono fisso o cellulare, dove si va. Sequestro. Mantenere la calma, rimanere vigili ed evitare di provocare i terroristi. Raccogliere tutte le informazioni possibili: durata del viaggio fino al covo, direzione, condizione della strada percorsa, rumori esterni come lavori in corso, fischi di treno o clacson di pullman. Memorizzare i dati degli «etarras»: modo di parlare ed accento, pseudonimi. Mai dare informazioni su familiari ed amici. Gian Antonio Orighi
Persone citate: Aznar, Chia, José Ignacio Iruretagoyena, José Luis Caso, Miguel Angel
Luoghi citati: Madrid, Malaga, Paesi Baschi, Spagna
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