«Aznar, siamo stanchi di morire»

«Aznar, siamo stanchi di morire» Polemiche sulla mancanza di protezione ai politici del partito popolare dopo l'ultimo attentato «Aznar, siamo stanchi di morire» Proteste nel Paese Basco MADRID NOSTRO SERVIZIO Terrore anche nel giorno del funerale della sua ultima vittima, José Ignacio Iruretagoyena, con una lettera-bomba in mattinata a Vitoria (due i feriti lievi) ed un falso allarme nei pressi del Comune basco di Zarauz, ove era esposta nella camera ardente la salma della prima vittima del '98. L'Età, l'organizzazione indipendentista basca, continua l'escalation terrorista contro il partito popolare (Pp, destracentro) del premier Aznar, mentre sono roventi le polemiche sulla protezione ai suoi militanti nei Paesi Baschi spagnoli. E solo 15 mila persone sono scese in piazza ieri alle 18 a Zarauz per protestare contro l'assassinio, nonostante la manifestazione fosse stata convocata dal governo basco e da Aznar via radio e tv. Alle 14, la radio statale informava che c'era stata una minaccia di bomba a 100 metri dalla camera ardente del quarto dirigente del Pp freddato dall'Età dal '95, il terzo in sei mesi. Si trattava di un pacchetto sospetto. Il Comune, affollato da centinaia di persone che rendevano l'ultimo saluto al trentaquattrenne consigliere comunale, non è stato sgombrato, ma la zona sì. Alle 14,20, il ministero degli Interni rendeva noto che si trattava di un falso allarme. La gente, intanto, sfidava Età continuando ad affluire, per rincuorare la giovane moglie e i due bambini che chiamavano disperatamente, piangendo, «Aita, Aita» (papà, papà). Subito dopo un'altra notizia di bomba, questa volta vera. Una lettera esplosiva è scoppiata alle 13 nella cassetta delle lettere del numero 9 di calle Iturri- txa, inviata ad un caporale che fino a poco fa (ha cambiato incarico dopo aver ricevuto minacce), faceva la scorta al governatore militare di Vitoria, la capitale di Euskadi. La lettera-bomba, per un difetto di funzionamento, è esplosa senza essere stata aperta investendo la fidanzata del caporale, la venticinquenne Ana Hernandez, ed un bambino, rimasti feriti solo lievemente dai vetri del portone, mentre il caporale era ricoverato all'ospedale per una crisi nervosa. Importanti danni all'edificio, subito sgombrato. Intanto la polemica investe la Ertzaintza (la polizia autonoma basca), accusata dal Pp di non fornire adeguata scorta ai suoi militanti. «Ci stanno facendo fuori come pernici», ha dichiarato furente il segretario del partito di Aznar in Euskadi Carlos Iturgaiz. Ma anche se nei Paesi Baschi sono operativi 7500 poliziotti regionali, il compito è impossibile. Solo i popolari, senza contare i loro familiari, sono 4456. Manuel Fraga, ex ministro franchista, presidente onorario dei popolari, ha chiesto al governo di intervenire. Ma Aznar ieri sera ha appoggiato l'Ertzaintza. I militanti del partito popolare hanno sempre più paura. Ieri sera, dietro lo striscione «Pace adesso e per sempre», i manifestanti erano un terzo di quelli che protestarono per l'assassinio dell'assessore Caso in dicembre. «Domani può toccare a me», dichiarava in lacrime una leader di San Sebastian. Senza, per sicurezza, dire il cognome. «Egin», il giornale dell'Età, giustificando «l'azione armata etarra», sparava ieri un editoriale dal titolo più che sinistro per il futuro: «Pren kontra», contro il Pp. [g, a. o.l Allarme bomba (falso) vicino alla camera ardente della vittima Una lettera esplosiva dell'Età ferisce due persone a Vitoria Il premier Aznar con la moglie saluta gli agenti della Guardia Cìvil a Zarauz dove ha assistito a una cerimonia in onore del politico assassinato

Luoghi citati: Madrid, Paesi Baschi, Vitoria