Previti, duello all'ultimo voto

Previti, duello all'ultimo voto Domani il voto. Commissari ancora divisi, Lega e Rinnovamento incerti. Dini: «Gli elementi ci sono». Fini: «Procedere sarebbe inopportuno» Previti, duello all'ultimo voto l'arresto di nte spiazza laGimitd ROMA DALLA REDAZIONE Domani la «sentenza» della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, su Cesare Previti. Fino a venerdì prevalevano coloro che prevedevano il voto contrario all'arresto dell'ex ministro di Forza Italia. Ragioni prevalentemente di opportunità politica spingono verso questo risultato. Ma la contromossa dei magistrati di Milano, col nuovo ordine di arresto per il magistrato Squillante (accusato di avere ricevuto mezzo miliardo da Previti su un conto svizzero), ha fatto ripiombare nel dubbio diversi commissari. La Lega, per esempio, è ancora incerta sul da farsi. Così come il rappresentante di Dini. Diceva ieri Mario Borghezio, uno dei due commissari leghisti, che le ultime carte arrivate dal gip di Milano hanno un effetto politico e uno tecnico. «Quello politico coinvolge le dichiarazioni di Berlusconi. Quello tecnico offre elementi di fatto sulla movimentazione di denaro sui conti svizzeri e aggiunge forza alla preoccupazione sulla necessità dell'arresto in funzione del pericolo che Previti possa inquinare le prove». Secondo Borghezio «la questione è delicatissima» e Previti non ha convinto con la sua deposizione. Riflette anche Rinnovamento italiano. «E' una questione molto delicata - dice Lamberto Dini - che ha i suoi risvolti politici, trattandosi di un parlamentare e di un esponente di un partito dell'opposizione». Anche Dini come Borghezio rileva che nelle carte arrivate da Milano ci sono «elelenti probatori estremamente importanti. Su quelle carte è probabilmente molto giustificato che si vada avanti e si faccia il procedimento nei riguardi dell'on. Previti. Se effettivamente sia giustificato l'arresto e il rischio di ulteriore inquinamento delle prove, credo sia un grosso interrogativo. Non dò una risposta positiva su questo, in questo momento». «Deciderò lunedì» spiega Marianna Li Calzi, il commissario di Rinnovamento italiano presente nella giunta per le autorizzazioni a procedere. Dopo che sarà stata letta e valutata la richiesta di rinvio a giudizio per Previti, Berlusconi, Squillante e Pacifico. Secondo l'on. Li Calzi, il rinvio a giudizio fa decadere la necessità di arresto cautelare di Previti per una delle due accuse che gli vengono constestate. Ma, malgrado l'incertezza di diversi commissari, Gianfranco Fini pronostica un «no» all'arresto. «Sono convinto che alla fine prevarrà, sia in commissione, sia successivamente in aula, la consapevolezza della inopportunità ed ingiustizia di un eventuale arresto». E, parlando di «inopportunità», Fini si rivolge ai partiti della maggioranza. Sul fronte dell'Ulivo è stata data libertà di coscienza ai membri della giunta, nell'emettere il giudizio sull'arresto richiesto. Mas- simo D'Alema da giorni cerca di raffreddare questa vicenda e ieri è tornato sul problema, pressate dai cronisti. «Quando è in gioco la libertà di una persona - ha detto - i partiti fanno un passo indietro». Rifondazione comunista che, invece, si era schierata ufficialmente per il sì all'arresto, ieri ha fatto notizia con alcune riflessioni del suo presidente, Armando Cossutta, che assomigliano molto ad un ripensamento della linea del partito in materia di giustizia. Non esiste il sospetto che Previti sia perseguitato dai magistrati di Milano, ha premesso. «Un normale cittadino accusato degli stessi reati di Previti finirebbe in carcere. Non è giusto che Previti goda, come deputato, di una situazione di privilegio. Questa questione sta assumendo un carattere politico». Tuttavia, aggiunge Cossutta, l'istituto della custodia cautelare va rivisto e occorre maggiore cautela nell'azione dei magistrati. «Occorre dire con fermezza quel che va detto ad alcuni pubblici ministeri. Questo vale anche per Di Pietro quando era magistrato e vale anche per Borrelli. I magistrati non escano dalle righe, restino al loro posto. Non esercitino, attraverso l'azione giudiziaria, un condizionamento delle scelte politiche». L'esito del voto è, comunque, legato soprattutto a quel che faranno pds e popolari. Il pds è definito «ipocrita» da Marco Taradash, di Forza Italia, il quale sostiene che D'Alema punta ad evitare l'arresto di Previti ma senza «assumersi la responsabiliià di votare per la libertà di Previti». Per quanto riguarda i popolari, Nando Dalla Chiesa (Italia democratica) protesta contro Giuseppe Gargani (responsabile per la Giustizia del ppi) che ha dichiarato di essere contrario all'arresto e starebbe premendo sui commissari del ppi nella giunta per convincerli a votare no. L'avvocato Previti: domani la Giunta della Camera voterà la richiesta di arresto Rifondazione dubbiosa Dopo le dichiarazioni di Cossutta il via libera non è più scontato

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma