«E ora legalizziamola» di Maria Corbi

«E ora legalizziamola» «E ora legalizziamola» Pannella: è la battaglia finale ROMA. Marco Pannella ascolta con soddisfazione le parole del procuratore generale di Cassazione Ferdinando Galli Fonseca. L'apertura alla somministrazione controllata di droga ai tossicodipendenti è uno temi per cui la Lista Pannella si batte da tempo. Un passo verso la legalizzazione della droga. Pannella, dopo anni di battaglie, arresti, processi, arrivano i riconoscimenti alla vostra campagna per la liberalizzazione della droga. Contento, vero? «Legalizzazione della droga, non liberalizzazione. Comunque, tornando alla sua domanda, le rispondo che non è la prima volta che Galli Fonseca affronta questo tema. Lo aveva fatto già l'altro anno. La sua è una posizione seria, onesta, non conformista anche se affronta solo un aspetto del problema "droga", quello dell'illegale e anticostituzionale proibizione delle cure. Questa proibizione crea quello che vorrebbe curare». Può essere un aiuto alla vostra lotta? «Secondo la nostra analisi questo sarà l'anno in cui comincia la b alt agli a finale per la caduta del proibizionismo. Sarà uno scontro duris- simo, a livello europeo, che potrà durare due o tre anni. Siamo alla fine, ma è stata una strada lunga se si pensa che la prima manifestazione per la legalizzazione l'abbiamo fatta nel 1965 proprio all'apertura dell'anno giudiziario». Una battaglia europea, dunque? «Sì, anche se questa non può essere la scusa per non fare niente in casa propria. Entro pochi mesi comunque in ogni Paese europeo avremo i maggiori mezzi di comunicazione pronti a iniziare la campagna. In Inghilterra sono già partiti, seguiranno Spagna e Francia e anche da noi c'è finalmente qualche segnale». Intanto però da noi i maggiori telegiornali sono stati, proprio ieri, accusati di aver censurato il discorso di Galli Fonseca. Anche lei la pensa così? «Più che censura è un riflesso ideologico e inconsapevole, come è stato per il divorzio e l'aborto. La droga diventa un argomento tabù ogni volta che questi non hanno a trattarlo un Don Mazzi». Parliamo di comunità che sono nella stragrande maggioranza contrarie alla legalizzazione. Muccioli ieri ha dichiarato che l'esperienza svizzera è stata un fallimento. Lei che dice? «Guardi, mi sono stancato di ascoltare questi discorsi demagogici. Parlano le pubblicazioni dei governi olandese e svizzero. E' veramente ora di finirla. Se pensiamo che l'80 per cento delle persone tossicodipendenti sono curate dai Sert e solo il 18 per cento dalle comunità, mentre per elezione dei mass media si sentono sempre e solo i vari Don Mazzi e Muccioli, Don Gr'mini, si capisce che l'argomento non è trattato con obiettività. Loro del problema della droga in realtà non ne sanno nulla, ne conoscono solo l'aspetto della tossicodipendenza, della malattia». Una dichiarazione forte... «E' così. Loro sanno curare i feriti della droga ma non sanno organizzare lo stato maggiore per vincere la guerra o la conferenza della pace. In più devo dire che sul pericolo droga è più attendibile la voce del ragazzo che non ci è cascato di quella del tossicodipendente che rimane traumatizzato anche quando ne esce. Centrare il problema "droga" sulla tossicodipendenza è sviante perché bisogna prendere in considerazione gli aspetti legislativi, sociali, istituzionali, di ordine pubblico. Basta ricordare che in Italia ci sono tre milioni di scippi dovuti a tossicodipendenti, duecentocinquantamila soldati dell'esercito mafioso e .che il 75 per cento del lavoro della giustizia riguarda reati di droga». Maria Corbi Il leader antiproibizionista Marco Pannella

Persone citate: Ferdinando Galli Fonseca, Galli Fonseca, Marco Pannella, Muccioli, Pannella

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Roma, Spagna