«Contro la droga, eroina di Stato»

«Contro la droga, eroina di Stato» Anche Scalfaro, davanti alle telecamere, si lascia sfuggire una smorfia di disapprovazione «Contro la droga, eroina di Stato» Galli Fonseca: «La repressione non serve». Ed è polemica ROMA. Oscar Luigi Scalfaro, attentissimo in prima fila, non ha saputo nascondere un piccolo gesto di stupore. Gli occhi chiusi, le labbra piegate verso il basso, quasi a toccare il mento, rivelano la sorpresa del Presidente per le parole del procuratore generale di Cassazione che sosteneva la necessità di lottare contro la tossicodipendenza non solo con la repressione, ma anche con la distribuzione controllata della droga: «La delinquenza dei tossicodipendenti - aveva appena detto Ferdinando Galli Fonseca - è più conseguenza del regime proibitivo che degli effetti psichici prodotti dal consumo degli stupefacenti...». La smorfia di Scalfaro, fissata dalle telecamere della Rai, è forse il commento più significativo in una giornata che certo non ha risparmiato reazioni e polemiche: il primo a parlare è Gianfranco Fini, l'unico leader presente alla cerimonia per l'apertura dell'anno giudiziario. Il presidente di An è breve ma preciso: «Quella parte del discorso di Galli Fonseca non ci è piaciuta», dice. E poi niente altro. Immediata anche la soddisfazione del fronte antiproibizionista, che nel primo pomeriggio accuserà i principali telegiornali di aver «censurato» la notizia nelle edizioni di mezzogiorno. «E' una posizione di eccezionale rilievo», esulta un comunicato della Lista Fannella, chiedendo ai ministri Brodi e Flick di «non trincerarsi dietro un colpevole e immotivato riserbo». Un invito destinato a cadere nel nulla: «Non commento le dichiarazioni del procuratore generale della Cassazione - dirà in serata il ministro della Sanità -. Come membro del governo aspetto che queste cose me le dica, e le decida, il Parlamento...». Chi parla, invece, è il sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone: «E' importante - dice il "vice" di Flick - che Galli Fonseca abbia sottolineato che la proibizione è inefficace a stroncare il mercato clandestino. Le parole del pg sono un duro colpo alle superficiali teorie di Arlacchi: dimostrano che ad affrontare la riduzione del danno e la politica europea in materia di droga non è più una sparuta minoranza di esaltati, come ci hanno sempre accusato di essere, ma gente che riflette sulle cose e valuta le cose senza paraocchi». La polemica tutta interna all'Ulivo tra il verde Corleone e il pidiessino Arlacchi dimostra la natura trasversale del problema. Anche all'interno del Polo, accanto al duro «no» di Alleanza nazionale, non sono mancati gli applausi alle parole di Galli Fonseca. «Il procuratore ha detto una verità scientificamente indiscutibile - sostiene Marco Taradash, antiproibizionista della prima ora -, che soltanto un residuo totalitario e ideologico, o teologico, ha finora impedito al mondo politico di accettare». E l'eurodeputato forzista Ernesto Caccavale definisce «urgente e ineludibile» un'iniziativa parlamentare per la somministrazione controllata di eroina ai tossicodipendenti. Si tratta, spiega, di una «misura a tutela della salute e della legalità quale la somministrazione controllata di eroina ai tossicodipendenti». Parole, quelle dell'«azzurro», quasi identiche a quelle di Glo- ria Buffo, responsabile del pds per la Sanità: «La strategia proibizionista ha fallito. Adesso occorre coraggio, e girare pagina con atti legislativi e di governo». Divise anche le comunità per il recupero dei tossicodipendenti: «Come al solito, Galli Fonseca si distingue per proposte sulla droga demagogiche, irresponsabili e fuorviami - attacca Andrea Muccioli, coordinatore della comunità di San Patrignano -. La somministrazione controllata di eroina in Svizzera si è dimostrata, al di là di ogni possibile dubbio, oltre che cinica e disumana dal punto di vista etico, totalmente fallimentare sul piano dei risultati. Meno del 3 per cento delle persone sottoposte al trattamento hanno chiesto di accedere a programmi di astinenza. Tutti gli altri o sono morti o sono ancora tossicodipendenti». Favorevole, invece, il parere di don Luigi Ciotti: «A una condizione - precisa il responsabile del Gruppo Abele -, che si tratti di una sperimentazione seria, dentro un progetto ampio che abbia come scopo la ricostruzione della persona. La droga libera è un errore, ma anche il carcere per i tossicodipendenti è inefficace. Non ci sono vie miracolose: le strade sono tante ma bisogna comunque superare i toni da crociata, le guerre di religione. Non possiamo oscillare per sempre tra chi chiede la liberalizzazione o chi vorrebbe mettere in carcere tutti i tossicodipendenti», [g. tib.] □ = LA TOSSICODIPENDENZA IN ITALIA || Sono oltre JMJBÌini[tossicodipendenti in terapia pressoiBBEI servizi pubblici. CircaSHiiflHI sono accolti in comunità.ffiifljr^rnin carcere. Ma si stima che it «sommerso» sia il doppio dei dato ufficiale. L'età media è tra iEQed iEQanni. Oltre li IsGBIdei contagiati do Aids è stato o è tossicodipendente. L'eroina causa ilfjjQQBdei decessi, seguita dalla cocaina iWjVgle da altro sostanze come gli amfeìaniinosimili, Ira cui leatasvlfflECfll Nel '96 i morti per drogo sono tornati oi massimi storici toccati nel '91 Incontro j Qfèldel '95. Le province in cui si è registrato il maggior numero di decessi sono Milanoffijg], NapoliKSl, lbr,no|[&Ji Roma REI e Genova R0[ liti NEGLI ALTRI PAESI SVIZZERA ■ Il programma di distribuzione di eroina gratuita sotto controllo medico è in corso dal 1994. Per essere ammessi al programma bisogna avere un'età minima di 20 anni, documentare la dipendenza da oppiacei da almeno due anni, il fallimento di altri trattamenti, gravi problemi di tipo medico, psicologico e sociale, la cui origine sia riconducibile al consumo di droga. In tutto 1146 tossicomani appartenenti a queste categorìe, su un totale di 30.000 tossicodipendenti, hanno partecipato all'esperienza nel 18 centri aperti nel Paese. Un rapporto del luglio scorso redatto da un gruppo di esperti incaricato dal governo ha giudicato positiva la sperimentazione e raccomandato il proseguimento e l'estensione della esperienza. OLANDA ■ Le autorità favoriscono un approccio sanitario e non repressivo ai problemi della droga. La politica di lotta nel consumo della droga si basa sulla distinzione tra droghe pesanti e leggere. Per questo motivo viene ad esempio autorizzata la vendita di hashish e marijuana nei caffè. I «coffeeshop» sono circa un migliaio, in diminuzione negli ultimi due anni, forse per una serie di restrizioni imposte, quali la riduzione della quantità di droga vendibile (passata da 30 a cinque grammi al giorno per persona) o dovuta al fatto che gli spacci non possono vendere a minorenni o allo stesso tempo droghe e alcolici. —ì Il pg della Cassazione Ferdinando Zucconi Galli Fonseca durante il suo discorso

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