La Stampa - Consultazione Archivio

Paciotti: condivido le critiche Non ha senso separare il Csm Paciotti: condivido le critiche Non ha senso separare il Csm E MILANO LENA Paciotti, come presidente dell'Anni sarà d'accordo con il procuratore generale Galli Fonseca, quando dice che non vuole la separazione del Csm passata in Bicamerale. Giusto? «Condivido pienamente le sue critiche. Non ha senso una separazione, se non vengono considerati diversi magistrati e giudici». Il procuratore generale propone piuttosto di modificare le rappresentanze all'interno del Csm. «C'è il rischio di non venirne a capo. All'inizio dei lavori della Bicamerale c'erano forze politiche che parlavano apertamente della discrezionalità dell'azione penale. C'è chi ne parla da venti anni. Ma adesso non si possono dividere le carriere lasciando l'obbligatorietà». Sostiene anche che l'unità delle carriere nella magistratura non sempre è sinonimo d'indipendenza. «Il problema è che la separazione delle carriere ha senso, se il pm fa qualcosa di diverso dal giudice. Nel nostro Paese c'è l'obbligatorietà dell'azione penale, manca la discrezionalità per un principio di uguaglianza tra i cittadini». Quindi non ha senso dividere le carriere? «Da noi il pm è indipendente e anche le risultanze della Bicamerale non toccano questa indipendenza. E poi ci sono dei rischi, a dividere le carriere». Ad esempio? «Non abbiamo il pm eletto dal popolo come negli Stati Uniti. La nostra è una magistratura professionale. Se uno fa l'accusatore per 40 anni c'è il rischio che diventi un superpoliziotto che pensa solo alle ragioni della repressione. Non deve essere questa la professionalità di un magistrato». E' questo il punto nodale della giustizia? «La giustizia ha bisogno di mille riforme, l'unica cosa che è andata bene è l'indipendenza della magistratura, sancita dalla Costituzione», [f. poi.] POLITICA &TOGHE Elena Paciotti Graziella M ascia