SUL PULLMAN DEL DOLORE di Pierangelo Sapegno

SUL PULLMAN DEL DOLORE SUL PULLMAN DEL DOLORE P MAGLIE UO' darsi che le facce del dolore siano solo quelle della vita. Come la faccia della signora Flora che ha ritrovato le gambe per camminare, gli occhi per guardarsi allo specchio e i capelli per farsi bella. E' per questo che c'è venuto in mente Proust su questo pullman di pellegrini e di malati in viaggio verso il pretore di Maglie: «La speranza del soccorso dà nuovo coraggio per soffrire». La signora Flora ci ha fatto vedere delle foto. Era così prima d'incontrare Di Bella. «Mi vergognavo», dice: un volto livido, gli occhi all'infuori tutti rossi e solo una spruzzata di capelli. Oggi le cure continuano e le sofferenze e la paura pure. Ma è la dignità di vivere tutto questo che prima non c'era. Lei va a Maglie a incontrare un pretore con altri 80, come Claudio che ha 28 anni e che la leucemia e la chemio hanno reso sterile. Oggi è tornato a fare sport e adesso ricorda Di Bella come un nonno che gli ha aperto la porta, a Modena, un giorno che pensava solo di morire e che non sapeva di poter ritrovare mai il coraggio di soffrire: «Vorrei tanto rivederlo. L'avessi incontrato prima non avrei neanche un rimpianto». Per questo viaggiano tutti insieme verso un giudice, regalando una festa così alla loro sofferenza. Poi, nel trambusto di mezzogiorno che sconvolge la pretura, le parole scivolano come in un film negli occhi che piangono e nei cuori che soffrono, sommerse dagli applausi e dai cori che si levano fra la folla dolente assiepata sotto il tavolo del giudizio. Pierangelo Sapegno CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Di Bella, Proust

Luoghi citati: Maglie, Modena