«Marta Russo, processo per nove»

«Marta Russo, processo per nove» Nell'elenco anche la supertestimone Alletto, accusata di favoreggiamento «Marta Russo, processo per nove» Chiusa l'inchiesta sull'omicidio della studentessa ROMA. Sono nove le richieste di rinvio a giudizio presentate dalla Procura di Roma a conclusione dell'inchiesta sull'omicidio di Marta Russo. La procura inoltre ha depositato ima serie di richieste di archiviazione per gli indagati a carico dei quali non sono emersi elementi nel corso delle indagini. Le richieste sono state depositate ieri mattina nell'ufficio del gip Guglielmo Muntoni, che nel pomeriggio ha fissato per il 12 febbraio l'udienza preliminare. Omicidio volontario e porto illegale di armi sono i reati contestati a Giovanni Scattone, Salvatore Ferrara e Francesco Liparota. Il reato di favoreggiamento riguarda il direttore dell'Istituto di filosofia del diritto Bruno Romano, il direttore della biblioteca Maurizio Baschi, la segretaria Maria drilli, Gabriella Alletto (che è anche la supertestimone dell'inchiesta) e l'amica di Ferrara, Marianna Marcucci. Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per il bibliotecario della facoltà di Lettere Rino Zingale, al quale la procura contesta i reati di falso, abuso e violazione sulla legge sulle armi. Quanto a Francesco Liparota è, quindi, svanita l'ipotesi circolata nulle scorse settimane secondo cui la procura avrebbe avuto intenzione di modificare per lui il capo di imputazione configurando un reato minore. Una delle archiviazioni chieste dalla procura riguarda Fabio Liparota, il giovane avvocato fratello di Francesco, il quale è stato iscritto sui registro degli indagati nell'ottobre scorso perché avrebbe custodito l'aima che ha ucciso Marta Russo. A suo carico gli inquirenti non hanno trovato alcuna prova ed anche l'esame Stub eseguito su una cartella e su alcuni mobili dell'ufficio ha dato esito negativo. Per quanto riguarda la posizione di Liparota nella richiesta di rinvio a giudizio si legge: «essendo egli rimasto durante l'esecuzione di tutto il disegno criminoso, ha condiviso e rafforzato il proposito criminoso degli altri due». Nel documento, inoltre, la procura spiega che le minacce formulate contro Liparota da Ferrara convincono i magistrati che egli abbia concorso e non sia stato un semplice teste come l'Alletto che non risulta essere stata minacciata. Per quanto riguarda la trascrizione delle intercettazioni sia telefoniche sia ambientali è stato fatto notare che potranno essere inserite nel fascicolo processuale successivamente poiché sono l'esito di una udienza di incidente probatorio. La richiesta di rinvio a giudizio ha sollevato qualche critica e anche stupore tra i difensori di alcuni dei nove imputati. «Speravamo che la procura avesse chiesto l'archiviazione per la nostra assistita - dicono i difensori di Gabriella Alletto - perchè ci sembrava chiaro che al di là dell'oggettivo ritardo con il quale la signora ha detto ciò che sapeva, non avesse avuto alcuna volontà di favorire con il suo silenzio Scattone, Ferraro e Liparota, ma soltanto l'intenzione di tenersi fuori da implicazioni giudiziarie di cui aveva paura». «A nostro parere - sostengono Giovanni Aricò e Pasquale Paolitto, difensori di Liparota, che ieri hanno presentato istanza di scarcerazione per il loro assistito agli arresti domiciliari dal 16 giugno la posizione del nostro assistito può essere solo quella del testimone». E continuano: «Siamo convinti dell'assoluta estraneità di Liparota dal fatto e speriamo che la nostra ipotesi venga già condivisa in sede di udienza preliminare». Assolutamente stupito si dice Augusto De Luca, difensore del bibliotecario della facoltà di lettere Rino Zingale: «Per quanto riguarda la vicenda Marta Russo, il mio assistito è com- pletamente estraneo e non mi pare possibile che la richiesta di rinvio a giudizio che lo riguarda sia stata inserita in questo contesto». Zingale fu iscritto sul registro degli indagati dalla procura di Roma nei giorni successivi al ferimento di Marta (avvenuto il 9 maggio) e nella sua abitazione furono trovate armi tra cui una calibro 22. Nel corso delle indagini gli investigatori accertarono che molte persone che lavorano a vario titolo all'Università «La Sapienza» hanno la passione delle armi. [r. cri.] Marta Russo

Luoghi citati: Ferrara, Roma