Il problema delle verifiche

Il problema delle verifiche IL CASO DI BELLA Il problema delle verifiche e i o e e i . e o n a i i i e ù di ti e li a o a ■ L dibattito sulla «cura» an1 titumorale di Luigi Di Bella I ci serve per ricordare che la verifica oggettiva dei fenomeni biologici, sia spontanei che indotti da farmaci, è un problema vecchio e parzialmente irrisolto. E' stata soprattutto la scelta del metodo da applicare a stimolare le discussioni, non essendo i modelli matematici (così vincenti nella fisica e nell'astronomia) applicabili «tout court» alla realtà biologica. Tutto questo vale per la biologia di base, ma vale più ancora per la biologia applicata alla clinica (e quindi ai malati). Ci si rende conto, alle soglie del 2000, che ogni metodo presenta lati deboli, che l'oggettività assoluta è un'utopia, ma che, d'altra parte, un metodo ci deve essere. Gli studi controllati e la loro interpretazione in chiave statistica rappresentano quanto di meglio (o di meno peggio) per valutare l'impatto di un fenomeno biologico provocato sul decorso clinico di una popolazione di malati. Per valutare l'efficacia o meno di un «biological Modifier» (BM) il sistema è questo: si divide una popolazione di 200-300 pazienti in due gruppi. Il gruppo 1 viene trattato con terapia tradizionale (che in campo oncologico può essere chirurgica o radioterapica), mentre nel gruppo 2 viene aggiunto alla terapia tradizionale il BM. I pazienti vengono seguiti nel tempo e si valutano sopravvivenza, numero di recidive, numero di metastasi. Un metodo statistico adeguato valuterà le differenze tra i due gruppi relative a questi parametri. E veniamo alla «cura Di Bella». Sicuramente è una terapia con BM: due antagonisti di fattori di crescita e uno stimolatore (forse) della reattività immunitaria, oltre ad integratori vitaminici con azione «diffe renziativa» (e quindi antitu morale). Un «rationale» discreto, che deve solo stabilire se i fattori di crescita fisiologici inibiti so no implicati nella crescita tumorale. L'approccio è stato quello del rapporto puro e semplice tra medico e paziente, con la scelta ragionata di escludere ogni valutazione di tipo statistico (basandosi su un concetto, peraltro vero, che ogni paziente è un caso a sé stante). E' un approccio che soddisfa al massimo gli aspetti, per così dire, animistici del problema, e che cura, in modo più soddisfacente, la parte più emozionale del malato di tumore. Ma un tentativo di rendere più oggettiva la valutazione è necessario. Ho vissuto negli ultimi 9 anni un'esperienza diretta di uno studio controllato in cui dovevo valutare l'efficacia del BM Interleuchina-2 (IL2) iniettata a basse dosi e localmente in carcinomi del cavo orale e dell'orofaringe. Ci sono state tre tappe di ricerca: 1) si sono valutate la tossicità e il numero di risposte obiettive iniettando basse dosi di IL2 nei linfonodi cervicali satelliti di alcune recidive (non più operabili) di tumori cervico-facciali; 2) si sono valutate le modificazioni dei linfociti dei linfonodi iniettati e delle cellule del tumore corrispondente; 3) sono stati studiati 220 pazienti di cui 110 trattati con chirurgia e radioterapia, e 110 con chirurgia, radioterapia e IL2. Lo studio è stato chiuso e l'analisi statistica, peraltro non ancora definitiva, ci dice che il gruppo con IL2 ha meno recidive (in modo significativo) e una sopravvivenza migliore (anch'essa significativa). Non è sicuramente un messaggio strabiliante né miracolistico: però ha una sua oggettività, perché i 220 pazienti sono stati «stratificati» in due gruppi il più possibile omogenei e perché nel gruppo con IL2 è stato osservato un «risparmio» di recidive tra il 20 e 25%. Al professor Di Bella si deve chiedere di tentare, con fede ed umiltà, d'imboccare questa strada. Non è una strada perfetta, ma è l'unico metodo scientifico che oggi i «poveri ricercatori sul cancro» hanno a disposizione. Lo faccia, professor Di Bella, e le auguro di tutto cuore che un risultato, anche piccolo, possa far dire all'oncologia ufficiale che la sua è stata un'idea brillante. a Giorgio Cortesina Università di Torino

Persone citate: Di Bella, Giorgio Cortesina, Luigi Di

Luoghi citati: Torino