CI RIBATTE IL CUORE
CI RIBATTE IL CUORE CI RIBATTE IL CUORE Arrivano i nevro-romantici, cannibali ma innamorati: un manifesto libro-video musicale di Nove, Labranca Se-C. UO' darsi che diventino il Gruppo '98 (per chi ancora sopporti le sigle), stanno per partorire, ebbene sì, nella tarda primavera Bompiani, il «primo movimento letterario in video», libro e cassetta à la mode Einaudi, spiega la loro bella e intelligente vestale, Elisabetta Sgarbi: lo hanno chiamato nevro-romanticismo, sturm und drang postmoderno per ora in sedicesimo, una sorta di procedimento alchemico che provoca, ci prennunciano, «la metamorfosi della parola cannibale in parola innamorata». Un gioco? Una nuova sfida (in musica di Garbo) di Aldo Nove e Tommaso Labranca, Isabella Santacroce, Scarpa e Ammaniti, Ragagnin, Ottonieri e gli altri? 0 una via di fuga dall'«horror minimale», come lo definisce Vittorio-Crudelio Spinazzola nel suo bilancio dell'anno passato [Tirature '97, con la solita ricchezza di dati e di spunti, in uscita dal Saggiatore), lontano illanni «dall'horror vero massùnahsta e "morale", quello che va da Lovecraft a King», appena appena «l'ultima maschera, cinica e ghignante, della vecchia commedia all'italiana», ormai esaurita, non riproponibile? «Una via di mezzo - espone serenamente Nove nel ruolo di portavoce - tra il gioco con una forte componente di azzardo e di scommessa (il nostro testo-manifesto disegna una Genesi del mondo di oggi partendo dalla discoteca, luogo da cui si dipana l'universo...), il piacere di "fare insieme" che nasce dai legami molto profondi tra noi, autori disparati e disperati con pressanti esigenze di critica e autocritica», uniti, si capisce, quella «situazione di nevro- s ne millenaristica di tutte le arti», dove lo scarto, il sintomo del letterario sta nello smacco dell'approccio (carissimo Schegel...) che però «oggi non è più con la natura, ma con la tecnologia». Dall'angoscia della smaterializzazione al nevroromanticismo o, più genericamente e diffusamente, al neoromanticismo? Ma no. Sarà necessario ben distinguere. «Rispetto ai ricchi "romantici dell'io" come Baricco o come la Capriolo, ad un "romantico tardivo" come Del Giudice, peraltro tutti oppositori validi e utili al confronto - dice Labranca - la nostra humus è ossianica, prometeica, è il nervosismo del povero, del proletario, del single, del senza famiglia». Vedremo se Baricco, che sta scrivendo il suo nuovo libro sempre ( per Rizzoli, si potrà riconoscere in una definizione così restrittiva, o come reagirà la Capriolo della quale è imminente ancora per Bompia¬ ni, Barbara, romanzo della perdizione assoluta del cavaliere giovane e ardito per la dark lady feudale incarnazione del Male, questa sì presentata dal suo editore come «una storia d'amore che ripercorre i temi delia tradizione romantica», bagaglio inesauribile per l'autrice che si confronta soprattutto con la grande costruzione letteraria tedesca. Non certo a caso riproposta da Einaudi in questi giorni grazie all'edizione bilingue con introduzione ovviamente di Giuliano Baioni del Werther di Goethe, l'eroe «dalla marsina azzurra e gli stivali neri» che ha condizionato la moda e gli atteggiamenti di intere generazioni romantiche. Poiché nulla, o quasi, capita senza un divino disegno, vuol dire davvero che, finito il cannibalismo, decaduta almeno all'apparenza ogni forma di militanza, scansato velocemente il sublime, si avverte, nella nuova narrativa novantottesca non solo italiana, lo spirar di «sentimento» legato a una vena ironico-fantastica, metti alla Jean Paul, insomma il passaggio dal guignol alla fiaba: modi diversi anche se eguali, per dirci vinti? Scrutando in mezzo agli imminenti arrivi, tra il nuovo romanzo goticheggiante del giovane Bataille (Einaudi), come neh"«educazione sentimentale» tra amore, collera vergogna del nuovo Erri De Luca (Feltrinelli), tra la saga familiare di Erica Jong in Inventing Memory (Bompiani), come nella Follia neogotica di Patrick McGrath (Adelphi) dove il percorso distruttivo d'un amour fou è accompagnato da (orna forma singolarmente perversa di indagine analitica», e persino nelle figurine «Panini» in poesia dei calciatori dell'outsider Fernando Acitelli (La solitudine dell'ala destra, per lo «Stile Libero» einaudiano) impossibile negare l'insistenza di alcuni battiti romantici. Anche se, forse più quieta però più corretta, sembrerebbe alla fine un'altra eziologia del romanzo (e non solo) per questi ultimi 722 giorni di millennio: nell'ansiosa ricerca delle radici, il più cocciuto silenzio di futuro. Aver paura, non fa bene. Mirella Appiotti Nei romanzi italiani di qui alla primavera prevale la ricerca affannosa di una educazione sentimentale Fra gli stranieri il buio di King e le visioni di Redfield, il discusso Grass, Philip Roth e i racconti di Shepard ORE namorati: Labranca Se-C. Nei romanzi italiani di qui alla primavera prevale la ricerca affannosa di una educazione sentimentale V" s9 /V /"V / /"V /a Fra gli stranieri il buio di King e le visioni di Redfield, il discusso Grass, Philip Roth e i racconti di Shepard gcocciuto silenzioAver paura, noM
Luoghi citati: Spinazzola
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