I SOPRAVVISSUTI del TITANIC di Gabriella Bosco

I SOPRAVVISSUTI del TITANIC I SOPRAVVISSUTI del TITANIC EMBRA un controsenso. Eppure nel piccolo libro di Jean-Pierre Keller Sul ponte del Titanic (ed. Eleuthera, trad. dal francese di Guido Lagomarsino), 80 pagine comprese le note, la tragedia del naufragio dell'immenso piroscafo è raccontata al rallentatore. La sensazione è quella di assistere impotenti, dalla nostra comoda sedia di lettori, al consumarsi di un evento irreparabile e gigantesco. Il film sulla tragedia ora realizzato da James Cameron, e che giungerà sugli schermi a metà gennaio, pare sia il più costoso della storia del cinema. Chissà se efficace come il lineare racconto di Keller. Nelle sue pagine, quello che più impressiona è la resa per scritto dello sfondo sonoro. Raramente una lettura suscita in maniera tanto udibile voci e suoni di un evento. Tutto è cominciato con qualche secondo di improvviso, anormale silenzio. Attimi eterni in cui i passeggeri hanno percepito, poco prima della mezzanotte di quel 14 aprile 1912 fatidico per cen¬ tinaia e centinaia di persone, una sensazione strana (tutto quanto è registrato da Keller è fedele trascrizione delle testimonianze dei sopravvissuti), l'inconsapevole intuizione, ma simultaneamente respinta dalla coscienza, del prepararsi di qualcosa di terribile. Ha preceduto quei momenti di silenzio un sibilo strano, come un fruscio che solo pochi passeggeri hanno colto: la collisione di striscio con l'iceberg, avvistato in tempo solo per deviare di poco, troppo poco, la rotta del Titanic. «Iceberg davanti a dritta», aveva telefonato al ponte di comando il marinaio di vedetta Frederick Fleet. «Grazie», gli aveva risposto flemmatico il sesto ufficiale Moody (risposta in seguito fortemente contestata). Trentasette secondi dopo, l'urto. E «un possente cuneo di ghiaccio lacera lo scafo al di sotto della linea di galleggiamento, come un gigantesco apriscatole». Una manovra di poco più rapida o un avvistamento di poco anticipato avrebbero permesso una deviazione sufficiente a evitare di misura la collisione. E un mancato avvistamento o nessuna manovra, determinando uno scontro frontale con l'iceberg, avrebbero con ogni probabilità permesso il funzionamento a perfezione dei compartimenti stagni. Dunque la salvezza forse per tutti. Al breve, innaturale silenzio, seguì il fracasso. Come di dieci locomotive che frenano al massimo tutte insieme sotto la stessa galleria. Poi la celeberrima orchestra si mise a suonare con i giubbotti di salvataggio e continuò a farlo finché fu possibile. Gabriella Bosco CONTINUA A PAG. 7 SECONDA COLONNA Ultimi minuti sul ponte del Titanic, prima del naufragio: le testimonianze dei sopravvissuti in un libro edito da Eleuthera. Il disegno è tratto da «Stern» Mentre sta per arrivare il film di Cameron un libro registra le testimonianze dei 700 scampati al naufragio Una tragedia diventata mito: il relitto ancora in fondo ali oceano, il luogo deWevento esiste solo hi astratto l i . a i i a n di o l e a I SOPRAVVISSUTI del TITANIC SUL PONTE DEL TITANIO Jean-Pierre Keller Bèuthera pp. 80 L 12.000

Persone citate: Attimi, Frederick Fleet, Guido Lagomarsino, James Cameron, Keller, Moody, Pierre Keller, Stern