DREYFUS-ZOLA: L'NTELLETTUALE ORA NON RISCHIA PIU' di Giovanni Bogliolo
DREYFUS-ZOLA: L'NTELLETTUALE ORA NON RISCHIA PIU' Partiamone DREYFUS-ZOLA: L'NTELLETTUALE ORA NON RISCHIA PIU' ON che spirito si può celebrare, a cent'anni di distanza, il j'accuse di Emile Zola? Da tempo i grandi temi civili non sembrano pili capaci di calamitare le coscienze e quello, specifico, dell'eterna contrapposizione tra l'Ordine e la Giustizia si è ormai frantumato in mille disordinate scaramucce che rendono anacronistico perfino l'uso delle maiuscole. Gli intellettuali poi, dopo avere sperperato il loro potere d'intervento nella lunga e non sempre gloriosa stagione dell'engagement, sembrano aver rinunciato ad ogni battaglia ideale e assistono impassibili alle piccole, quotidiane ingiustizie come agli eventi epocali che segnano questa fine di millennio, mattanze rituali di innocenti, manipolazioni genetiche, esodi inarrestabili di disperati della Terra. Com'è lontano e improponibile l'esempio di Zola che, al culmine del successo, mette in gioco il suo prestigio, il suo patrimonio e la sua stessa integrità fisica per prendere le difese di un capitano ebreo condannato alla degradazione e alla deportazione a vita per tradimento! Quando decide di intervenire, i sospetti sulla falsità delle prove di colpevolezza si sono ormai tramutati in certezze e la disputa non è più tra innocentisti e colpevolisti, ma tra sostenitori del diritto di un individuo e difensori ad oltranza della ragion di Stato, ossia tra un'esigua minoranza di idealisti e un imponente schieramento che andava dall'intero apparato governativo alla destra nazionalista e antisemita e si estendeva fino ai socialisti che in Dreyfus vedevano soltanto un nemico di classe. Per ottenere una revisione del processo sa di dover provocare le loro reazioni e per questo scrive la lettera al presidente della Repubblica Felix Faure che L'Aurore pubblica col famoso titolo, in prima pagina su sei colonne, il 13 gennaio 1898. Ma prima della vittoria - amara anch'essa, perche ottenuta attraverso provvedimenti di grazia per Dreyfus e di amnistia per lui; la riabilitazione del capitano avverrà solo nel 1906, quattro anni dopo la morte di Zola - dovrà subire processi, condanne, esilio, oltre a offese e calunnie d'ogni genere. Non è, come con un certo orgoglio si è voluto presentare, il primo intellettuale impegnato del secolo nascente, ma l'ultimo discepolo di Hugo, generoso, pugnace ma anche sorretto dalla convinzione di dover salvare, solo contro tutti, l'onore della Francia. Un romanziere che è entrato nell'agone politico e civile col peso del suo prestigio, tutt'altra cosa insomma da quegli scrittori che nell'impegno cercheranno la giustificazione prima e spesso unica della letteratura. Come recuperarlo in questa stanca e distratta fine millennio in cui l'engagement è diventato un tema da tavole rotonde e gli scandali sprofondano nella rassegnazione e nella noia prima di poter assurgere alla dignità di un Affaire? A Giovanni Bogliolo
Persone citate: Dreyfus, Emile Zola, Felix Faure
Luoghi citati: Francia
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