Israele stregato dagli Esseni di Fiamma Nirenstein

Israele stregato dagli Esseni il caso. A Gerusalemme dibattiti e una rassegna sulla setta che produsse i Rotoli del Mar Morto Israele stregato dagli Esseni Mia scoperta dei legami col primo cristianesimo GGERUSALEMME ESU' era, dicono gli storici, un buon ebreo osservante. Ma che tipo di I ebreo, in un periodo di sette e di spaccature all'interno del popolo d'Israele? Nuovi mattoni, in queste settimane, vengono aggiunti alla ricostruzione storicoreligiosa di un Gesù di derivazione essena, o comunque legato all'idea di un cristianesimo che deve molto agli ispirati amanuensi dei Rotoli del Mar Morto. Giallo deserto il fianco della montagna, azzurro piatto il cielo, verde sale il mare, collocato nel punto più basso del mondo. Così, tra l'infernale e il paradisiaco, a chi ha voglia di arrampicarsi come il pastorello arabo che nel 1947 scoprì nelle grotte sul monte i Rotoli biblici di Qumran, appare la casa degli Esseni. Dal 150 a. C. fino al 70 d. C, anno della caduta del grande Tempio di Gerusalemme, questa setta ebraica si ritirò nella purità del deserto a pregare e a scrivere copiando e componendo sacri testi per combattere con l'ascesi e la cultura la profanazione della santità del creato. Questa era culminata, secondo loro, nella corruzione del Tempio stesso, un edificio di marmo e di legno di sandalo senza pari nell'antichità, immenso e bellissimo, ma venduto ai mercanti e ai politici. In questi giorni in Israele si è aperta una discussione sul legame fra Gesù e la cultura e il modo di vivere degli Esseni. Solo due settimane fa una conferenza dello storico David Citran della Hebrew University di Gerusalemme, seguita da un dibattito, ha riaperto la riflessione che ha coinvolto an che uno studioso di primo piano dei Rotoli come Magen Broshi, il titolare del settore del Museo d'I sraele in cui sono esposte le mera vigliose pergamene. Questo tesoro di cultura, accumulato in undici grotte dove i Rotoli hanno dormito duemila anni entro i loro recipienti di terracotta, ha sempre rappresentato un pomo della discordia fra ebrei e cristiani. I titoli stessi degli studi di parte cristiana usciti in questi cinquantanni la dicono lunga: Bove studiò Gesù: un monastero esseno sulle rive di Qumran di J. Lancaster Harding; I Rotoli e il Nuovo Testamento, un'antologia curata da K. Stendhal; Paolo e Qumran di J. Murphy O'Connor; Giovanni a Qumran di J. Charlesworth. A fronte di questi libri, esistono naturalmente biblioteche di testi d'ispirazione totalmente ebraica sugli asceti del Mar Morto. E' la prima volta, in questi giorni, che un lungo articolo di un giornalista di primo piano come Danny Rubinstein festeggia in un certo senso sul quotidiano Haaretz l'attuale dibattito su Gesù. E questo ha rivificato le visite alla mostra del Museo d'Israele di Gerusalemme che ci fa vedere come vivevano la loro vita quotidiana gli Esseni. Anche solo guardando si capisce che il clima spirituale di Qumran è stato di grande importanza per il cristianesimo e per Gesù Cristo personalmente. Questa è anche la convinzione di Broshi, sebbene Citran, invece, insista sulla totale giudaicità della setta. Con Citran si sono schierati grandi nomi del calibro di Yzhar Ber e Yeoshua Efron, che identificano addirittura gli Esseni con una setta protocristiana. Gli Esseni vivevano in estrema povertà e con un'ideologia di ascetismo praticata soprattutto nella vita comunitaria, per loro molto importante. Mentre non possedevano abitazioni private, i luoghi del pasto comune erano grandi così come erano grandi e molto dignitosi quelli dello studio comune e della comune preghiera. Il pasto, come da loro era santificato, era considerato una sostituzione dei sacrifici che si facevano al Tempio di Gerusalemme, una visione ripresa più tardi dai cristiani. Erano autosufficienti nella produzione del cibo, coltivavano e allevavano, avevano un'idea del far «fruttare i talenti» che senz'altro ritroviamo nei Vangeli. Broshi fa anche riferimento all'idea calvinista della militanza fra i «figli della luce», come si chiamavano fra di loro gli Esseni, tramite un comportamento d'impegno attivo e produttivo a gloria di Dio, ma anche a miglioramento della vita terrena. L'atteggiamento che sarebbe il padre del produttivismo capitalista. Gli Esseni, come più tardi anche Gesù Cristo, non ammettevano la poligamia, che invece all'epoca era praticata fra gli ebrei. Al mattino, all'ora del pasto comune, in genere prima di ogni azione comunitaria, s'immergevano nelle acque del Miqve, il bagno rituale, di cui si sono ritrovati a Qumran numerosi esempi, e che poi è stato ripreso nella cultura cristiana, a mo' di battesimo purificatore. Gli Esseni erano anche convinti della divisione del mondo fra «figli delle tenebre» e «figli della luce». E proprio «figli della luce» Gesù chiama i suoi, secondo il Vangelo di Luca. Gesù usa anche molto per i suoi seguaci l'aggettivo «innocenti», che si ritrova nei testi Esseni. Per gli Esseni, al contrario che per l'ebraismo classico, l'uomo vive e agisce secondo una predestinata volontà divina. E', insomma, un «predestinato», co me più tardi affermò Paolo, in particolare nella Epistola ai Romani, e sempre Paolo torna so vente all'espressione «nuovi figli della luce». Ovviamente, se qualcuno avesse detto a un esseno che il suo modo di essere ebreo preparava la strada a una religione che di fatto, per tanti secoli, si è opposta all'ebraismo, si sarebbe infuriato e l'avreb be negato. Quanto a Gesù, anche di lui si sa che non volle mai essere nient'altro che un buon ebreo. Fiamma Nirenstein Per la prima volta da parte ebraica si considera l'ipotesi che Gesù sia stato ispirato dalle dottrine degli asceti del deserto

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele