Le nozze allo sportello infiammano il listino di Valeria Sacchi

Le nozze allo sportello infiammano il listino Le nozze allo sportello infiammano il listino IL CASO RIFLETTORI SUL CREDITO A: MILANO NCHE ieri Intesa (gruppo Ambro-Cariplo) ha fatto scintille (+8,93%), mentre la risparmio non convertibile di Banconapoli (+30,21%) e la Bna privilegio (+27,82%) hanno guidato la classifica delle dieci star del listino. Sempre le banche hanno messo a segno la migliore performance di settore ( + 5,3% che nella settimana sale a +9,58%). E' una costante ascesa che viene da lontano, dai mesi scorsi, alimentata dalla dinamica che, di colpo, ha risvegliato un settore addormentato da secoli. Dopo la spettacolare Opa del Credit sul Rolo ('96) fino al recente matrimonio tra Ambroveneto e Cariplo, passando per la costruzione di Unicredito, gli istituti di casa nostra sono attraversati da mille fremiti. E non solo i maggiori. Anzi ormai le più aggressive sono le medie banche del Nord Est, come dimostra la presa del Credito Bergamasco da parte di Popolare di Verona e la recente battaglia intorno a Cariparma. Il mercato ormai scommette sulle grandi riorganizzazioni, necessarie per far salire il Roe (redditività sul patrimonio). E dopo la privatizzazione di Banca di Roma, aspetta al varco l'assemblaggio San Paolo di TorinoImi sul quale gli advisor stanno lavorando, e la fusione Bnl-Banconapoli, sulla quale si discute in queste ore, e fa mille congetture su Comit-Mediobanca o Comit e qualcos'altro. La bella di piazza Scala, gonfia di liquidità e ferma da troppo tempo, non può non muoversi in qualche direzione. Le trame visibili e invisi- bili stuzzicano la fantasia e danno fuoco ai prezzi. Non tutte le congetture si riveleranno esatte, ma è certo che le mille banche italiane dovranno scendere drasticamente di numero al più presto possibile, per non trovarsi spiazzate all'appuntamento con l'euro. Tuttavia sulle banche occorrerebbe fare qualche riflessione, alla luce del crollo dei mercati asiatici. E' vero che, dei Paesi industrializzati, l'Italia è il meno esposto dal punto di vista dei prestiti verso quella parte del mondo. Alla metà dello scorso anno, il sistema creditizio di casa nostra vantava crediti verso i Paesi asiatici per 5 miliardi di dollari (dato che in lire fa poco più di 8800 miliardi) contro i 47,2 miliardi della Germania, i 40,4 della Francia, i 29,7 del Regno Unito e i 12,8 dei Paesi Bassi. E anche verso la Corea del Sud, il credito Italia è ai livelli minimi: 1,2 miliardi di dollari. Tuttavia i problemi potrebbero sorgere se la crisi asiatica mettesse in difficoltà il sistema bancario internazionale, e anche i nostri banchieri sono assai preoccupati. Non va trascurato il segnale che viene da Parigi, dove ieri la Borsa è andata al ribasso per il crollo del settore bancario, penalizzato proprio dai timori sullo stato di salute delle Tigri asiatiche. Il rischio è, appunto, che gli istituti francesi si vedano costretti ad accantonare ingenti somme per far fronte alla ristrutturazione dei debiti a breve contratti con quei Paesi, verso i quali è già stato deciso pochi giorni or sono lo spostamento di un mese delle scadenze. Sulle banche italiane pesa inoltre l'ombra dei costi tuttora elevati del sistema. Ma il risparmiatore che in questi giorni guarda a Piazza Affari sembra insensibfe a riflessioni più generali. E i titoli bancari continuano a macinare record, alimentati dalla «psicosi dell'escluso» e dalla considerazione che, comunque vadano le cose in Asia, qui in Italia il processo di concentrazione non si fermerà. Concentrazione può significare Opa o, anche se Opa non sarà, rafforzamento della banca e dei suoi risultati. Dunque: avanti tutta. Valeria Sacchi Corsa all'acquisto per Banca Intesa (Ambro-Cariplo) cheguadagna l'8,93% Ore decisive per Bnl-Banconapoli Occhi puntati sulle mosse della Comit

Persone citate: Intesa