Fermato uno «sciacallo» per il sequestro Sgarella di Carlo Bologna

Fermato uno «sciacallo» per il sequestro Sgarella Voleva 10 milioni per sé e 2 miliardi per «una banda di calabresi». La famiglia l'ha denunciato Fermato uno «sciacallo» per il sequestro Sgarella Domodossola, al padre della rapita: «So dove tengono Alessandra» DOMODOSSOLA. «So dove tengono Alessandra». Donato Marra, disoccupato di 31 anni, ha cercato di fare breccia nell'angoscia della famiglia di Alessandra Sgarella Vavassori, l'imprenditrice rapita 1' 11 dicembre, per spillare un mucchio di soldi: dieci milioni per sé, come «mediatore», due miliardi per i fantomatici rapitori, una banda di calabresi che sarebbe stata pronta a vendere l'ostaggio ad altri criminali. Una squallida azione di sciacallaggio che è stata sventata grazie al notevole sangue freddo di Sandro Sgarella, il padre della donna sequestrata. Il titolare della «Italsempione», azienda di famiglia, ha avvisato la polizia di Domodossola. Ed è scattata la trappola. I fatti che hanno portato alla cattura del giovane disoccupato, un ex manovale che abita a Vogogna (comune poco di¬ stante da Domodossola), sono stati ricostruiti ieri mattina anche dal capo della squadra Mobile di Milano Lucio Carluccio in una conferenza stampa con il comandante del reparto operativo dei carabinieri, colonnello Emanuele Garelli. Marra, prima al telefono poi con una lettera ha contattato la famiglia dell'imprenditrice. Per provare la serietà della sua azione, la sera del 31 dicembre si è presentato alla villa domese degli Sgarella. Ha fornito alcune indicazioni che, dagli accertamenti, sono risultate false. Alessandra sarebbe stata a bordo di un'auto nel cortile di una cascina a Mamirolo, nel Mantovano. L'estorsore se ne è andato quando il padre della sequestrata gli ha dato 200 mila lire. Quindi una promessa: «Tornerò quando avrò altre notizie». Martedì alle 17 il giovane disoccupato, che è originario di Polla nel Salernitano, ha lasciato un'altra lettera nella cassetta della villa di via Del Longo. Per barattare ancora notizie con quattrini. All'appuntamento, un'ora dopo davanti al cancello, c'era anche la polizia di Domodossola. Sono scattate le manette. L'ex manovale è in carcere a Verbania, accusato di estor¬ sione, a disposizione del pm Fabrizio Argentieri. Donato Marra, definito «un disperato che ha visto una possibilità di guadagno», non è l'unico che ha tentato di trarre profitto dal dramma della famiglia Sgarella. «Sono almeno otto - ha detto il capo della Mobile di Milano - le persone che hanno compiuto opera di sciacallaggio. Ci sono state lettere e telefonate, nessuna a nostro giudizio attinente al sequestro. Confidiamo nell'azione deterrente di questo arresto». Sandro Sgarella, intanto, ha smentito la notizia apparsa l'altro ieri su un quotidiano milanese, in riferimento ad una richiesta di 7 miliardi: «Tutto falso, dalla a alla zeta. Non c'è stato nessun contatto. Aspettiamo ancora che i rapitori si facciano vivi». Carlo Bologna Alessandra Sgarella

Luoghi citati: Domodossola, Milano, Polla, Verbania, Vogogna