La mattanza d'Algeria: 100 morti

La mattanza d'Algeria: 100 morti Cinque stragi nella notte tra lunedì e martedì. Bonn insiste, oggi consulto europeo a Londra La mattanza d'Algeria: 100 morti Dini telefona a Teheran per chiedere aiuto ALGERI. Continua il Ramadan di sangue in Algeria. Un nuovo massacro nella regione di Relizane, 250 chilometri a Ovest di Algeri, ha fatto 62 morti e 27 feriti nella notte tra lunedì e martedì, secondo un comunicato dei servizi di sicurezza, letto alla radio. Nella stessa regione, secondo la stampa, ci sono stati dall'inizio del Ramadan, il 30 dicembre, almeno 700 morti. Il bilancio, hanno precisato i servizi di sicurezza, si riferisce a tre distinti massacri nella regione di Relizane. I feriti sono alcune decine. Ventinove persone sono state uccise e 27 ferite nel villaggio Sidi Maamar, 21 sono morte e 9 ferite a Nedjailia, mentre la terza strage è avvenuta nel borgo di Hassi Kheraata, e ha fatto 12 morti e 12 feriti. E' la prima volta, in questa serie di carneficine del Ramadan, che i servizi di sicurezza ne danno notizia per primi. Nel pomeriggio di ieri giornali indipendenti hanno scritto di altri due massacri, che portano a 100 il numero delle vittime dell'altra notte. Oggi la Commissione europea solleverà a Londra la questione algerina nella tradizionale riunione di inizio semestre che quest'anno si svolgerà a Londra essendo la presidenza di spettanza della Gran Bretagna. L'Italia farà sentire la sua voce. Il ministro degli Esteri Lamberto Dini ha precisato che la strada da seguire è quella di un'opera di «persuasione» sulle autorità di Algeri, da attuare attraverso i Paesi islamici. Nel pomeriggio Dini ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri iraniano, Kamal Kharrazi, per «uno scambio di opinioni su cosa fare e come cercare di mettere fine a ciò che sta avvenendo in questo periodo in Algeria». L'«Osservatore Romano» ha chiesto ieri alla comunità internazionale di intervenire in maniera netta e decisa in Algeria, «per impedire la possibilità di assistere ad un vero e proprio genocidio». Il giornale vaticano prende atto del nuovo atteggiamento di alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, di fronte alle stragi algerine, dopo «l'indifferenza e la raggelante passività dei mesi scorsi». «Ma la rivolta delle coscienze - ammonisce il quotidiano - non deve durare lo spazio di un giorno». L'Algeria non può continuare a permettersi di rifiutare offerte di collaborazione nella lotta contro il terrorismo sul proprio territorio: lo ha affermato ieri il sottosegretario agli Esteri di Bonn, Helmut Schaefer. Dopo che nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Klaus Kinkel aveva proposto un'iniziativa europea, respinta da Algeri, Schaefer ha detto che l'argomento secondo cui un'interferenza dall'esterno non può essere tollerata perde la sua «giustificazione alla lunga» e che «l'Unione europea si sente in dovere, per senso di responsabilità, di aiutare». Una volta riconosciuto che per gli europei si tratta solo di soccorrere le vittime e di porre fine ai massacri, i dirigenti algerini non avranno più da avanzare obiezioni serie. «Se ciò non accadesse, occorrerebbe chiedersi cosa induce il governo a porre ostacoli». Su questa base Schaefer ha detto di vedere la possibilità che rappresentanti dell'attuale trojka dell'Ue (Gran Bretagna, Lussemburgo e Austria) nel corso delle prossime due settimane possano recarsi ad Algeri. In tal modo i ministri degli Esteri potrebbero discutere concrete offerte di aiuto il 25 gennaio. Anche il capo del Foreign Office, Robin Cook, ha definito i massacri in Algeria «una priorità per l'Ue» e si è detto d'accordo con gli Usa perché anche l'Onu si muova. le. st.] DALLA TRINCEA DEL TERRORE Uomini delle forze di sicurezza in azione nella regione di Relizane, 250 chilometri a Ovest di Algeri, dove nella notte tra lunedi e martedì i terroristi hanno fatto 62 morti e 27 feriti. A destra, un gruppo di superstiti. Sopra, il ministro degli Esteri Lamberto Dini Per la prima volta è stato il governo a dare la notizia Sono almeno 700 le vittime del Ramadan Wm

Persone citate: Dini, Helmut Schaefer, Kamal Kharrazi, Klaus Kinkel, Lamberto Dini, Robin Cook, Schaefer