Tutte le facce del potere

Tutte le facce del potere Dall'aria funerea di Martinazzoli alla fronte spaziosa di Tanassi. E Berlusconi disse: Cesare, un volto antipatico Tutte le facce del potere SROMA I fa dunque un gran parlare della faccia di Cesare Previti: se sia rassicurante o meno; se il suo volto abbia a che fare con le vicende giudiziarie; e soprattutto se sia corretto utilizzare nella lotta politica e nel giornalismo questo genere di argomenti che Giuliano Ferrara ha definito «lombrosiani». Lo stesso Previti, con molta dignità, ha sentito il bisogno di dire la sua: «Dal voto - ha detto ieri al Foglio - non uscirà comunque l'identikit della mia faccia, nella quale penso si esprimano la gioia e anche la fatica di vivere che c'è in ogni cristiano, buono o cattivo che sia nella considerazione dei suoi simili». Chiosa rivolta a Indro Montanelli, che l'altro ieri sul Corriere della Sera aveva risollevato la questione. Per quanto politicamente e giornalisticamente scorretta - o perlomeno sospetta - que¬ sta storia delle facce degli avversari è tuttavia irresistibile. Per anni Fortebraccio ha giostrato con la fronte «inutilmente spaziosa» di Mario Tanassi o con la «faccia da salumiere» di Ferri. Per anni, si è riso e scherzato sull'onorevole Joe Lupis che certo non era bellino, e che nominato ministro della Marina mercantile fu detto «l'abominevole uomo delle navi». Anche Mino Martinazzoli ha avuto problemi con la propria faccia, che Umberto Bossi trovava «da chierico spento», «da funerale» e via dicendo. Di Sbardella, inoltre, proprio Indro Montanelli, in un raro Controcorrente illustrato, pubblicò la foto con occhio storto e sigaraccio in bocca. E sotto, riferendosi a Giulio Andreotti: «Un uomo politico che riesce a farsi nemico il titolare di una faccia come quella qui sopra riprodotta, vuol dire che ha ancora qual- che carta da giocare». Il povero Sbardella la prese bene: «Pensare che da giovane dicevano che ero belloccio». D'altra parte, Previti non risulta essersi troppo offeso per certe notazioni fisiognomiche dell'ex senatore Corrado Stajano. O quando, alla ricerca di una somiglianza di tipo pseudo-parentale, il giornalista Alessandro Gilioli la trovò nel «nonno di Franco Califano». Molto più sorprendente è che sempre sull'ormai frequentatissimo tema della faccia di Previti, lo stesso 18 settembre scorso, siano intervenuti Silvio Berlusconi e Lucio Colletti. Il primo per giudicare «estremamente improbabile» che «uno con una faccia così antipatica» riuscisse a «fuggire inosservato». Che per quanto scherzoso non suona comunque carino. Colletti, ancora meno, se si considera che in una specie di sfogo anti-previtiano il filosofo evocò pure la galera. «Per non parlare della faccia continuava, con citazione di Sartre -: "A una certa età siamo tutti responsabili della nostra faccia"». [f. cec] L'ex segretario della de ed ora sindaco di Brescia Mino Martinazzoli L'ex ministro Mario Tanassi

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