In Algeria un grande rogo di «infedeli»

In Algeria un grande rogo di «infedeli» Centinaia di persone arse vive, interi villaggi sterminati con asce nel Ramadan del terrore In Algeria un grande rogo di «infedeli» 77 mondo vuole intervenire, il governo: fatevi i fatti vostri ALGERI. Sta assumendo i connotati di uno sterminio di massa, che si consuma nell'indifferenza totale delle autorità, la violenza islamica in Algeria, dove anche ieri i giornali non governativi, che ormai parlano apertamente di genocidio, davano notizia di altre centinaia di morti in vari massacri avvenuti nella notte tra sabato e domenica, più altri eccidi minori. Con una novità: a parte il tragico rito degli sgozzamene, la «Tribune» riferisce anche di «centinaia di persone bruciate vive». Il bilancio è ancora incerto, e i particolari ancora scarsi, ma le vittime dovrebbero essere come minimo 170-200 e forse il doppio. Nella prima settimana del Ramadan, il mese musulmano sacro al digiuno e alla penitenza, sono quindi almeno 600 le vittime delle bande di presunti integralisti islamici che invocano il Corano a giustificazione della loro sete di sangue. Le nuove stragi hanno colpito tre villaggi nell'Ovest del Paese e mi autobus bloccato per strada a Sud di Algeri. Sembra che non ci siano so¬ pravvissuti nel piccolo centro di Had Chekala dove nella notte tra sabato e domenica sono state sgozzate 30 persone, in prevalenza domie e bambini. A Meknassa, nella stessa notte, sono stati eliminati almeno 117 abitanti; è qui che il quotidiano Tribune eleva il bilancio delle vittime a centinaia e denuncia l'uso del fuoco per uccidere gli abitanti. Ambedue le località si trovano nella provincia di Realizane, già teatro martedì della settimana scorsa (primo giorno del Ramadan) della carneficina che finora detiene il record delle efferatezze perpetrate in nome di Allah (il decesso di tre feriti ha portato a 415 il numero delle vittime). La notizia di un altro eccidio è stata portata da viaggiatori giunti ad Algeri dal Tiaret, regione 310 km a Sud Ovest di Algeri: dieci abitanti sono stati sgozzati in un attacco notturno da una banda di armati vestiti con uniformi militari. Gli assassmi avevano prima torturato le loro vittime e quando si sono allontanati hanno urlato ai superstiti: «Torneremo». A Medea, un altro punto caldo del terrorismo islamico, un centinaio di chilometri a Sud della capitale, un autobus è stato crivellato a colpi di mitra l'altroieri mattina mentre transitava per strada: bilancio, sette morti e 13 feriti. A Msila, 170 chilometri a Sud Est di Algeri, un tassista e i tre passeggeri che trasportava sulla sua vettura sono stati uccisi a colpi di ar¬ ma da fuoco. A Ain Defla, 140 km a Sud Ovest di Algeri, sono state uccise quattro sorelline e la loro madre è stata rapita: nei sei anni di insurrezione integralista sono state rapite almeno 200 ragazze e giovani donne, molte sono state ritrovate in seguito ammazzate oppure incinte. Gli integralisti le usano convinti di avere da Dio il permesso di farlo. La gente fugge dai paesini, poche manciate di case sparpagliate sul fianco delle montagne del¬ l'Ouarsenis che è impossibile materialmente proteggere, e la decisione delle autorità di armare oltre 200 abitanti di Ramka, uno dei centri colpiti dai recenti massacri, appare come una goccia nell'oceano. A una settimana dall'inizio del mese del digiuno musulmano, il Ramadan, i morti sono almeno 600, ma probabilmente molti di più, e la violenza assume un parossistico crescendo di orrore. Dal presidente Zeroual e dal governo nessuna parola solidale per rinfrancare la popolazione, soltanto smentite sulle cifre fornite dalla stampa indipendente. Un rapporto per il ministero francese della Difesa di cui «France Soir» riporta le conclusioni avverte intanto che è la guerriglia urbana la prossima tappa della strategia del Già. Nel documento si sottolinea che questo «non è la nebulosa complessa che spesso si dipinge», ma «un'organizzazione ben strutturata» pronta per il salto di qualità. [Agi-Efe-Ansa) Stati Uniti, Unione Europea, Onu persino l'Iran chiedono di fermare il massacro. L'ambasciatore Usa convocato per una protesta Anche l'Italia è sotto accusa Contadini brandiscono le armi fornite dal governo per difendersi e un'immagine dei massacri [fotoapreuter]

Persone citate: Contadini, Zeroual