Camera, un Comitato per leggi più chiare di Alessandro Mondo

Camera, un Comitato per leggi più chiare Interverrà sui provvedimenti di Montecitorio Camera, un Comitato per leggi più chiare Lo guiderà La Malfa: «Un 'occasione per garantire anche le opposizioni» ROMA Primi passi del neonato regolamento della Camera verso testi di legge più chiari ed efficaci. H presidente Violante ha nominato gli otto deputati che faranno parte del «Comitato per la legislazione», chiamato a controllare la qualità dei provvedimenti esaminati dalle commissioni di Montecitorio. A presiederlo sarà Giorgio La Malfa (Ri), Gianfranco Anedda (An) ricoprirà la vicepresidenza mentre il segretario sarà il deputato più giovane, Roberto Manzione, del ccd. Gli altri deputati sono: Giovanni Meloni (prc), Raffaele Cananzi (ppi), Rosario lembo (Lega), Vincenzo Siniscalchi (sd), Giorgio Rebuffa (fi). Una bella sfida, onorevole La Malfa. «E' vero: resteremo in carica sei mesi, poi alla presidenza si alterneranno gli altri, seguendo il criterio dell'anzianità parlamentare». Avete pronto un piano di lavoro? «Dal 13 gennaio inaugureremo una serie di riunioni per stabilire delle procedure: bisogna evitare di finire schiacciati dalla mole dei provvedimenti, concentrando l'attenzione sulle parti più rilevanti della legislazione». Come opererà il comitato? «Esprimerà un parere sulla qualità dei progetti di legge all'esame delle commissioni di Montecitorio. Ma deve essere chiamato in causa: per farlo, bisogna che lo richieda un quinto dei membri della commissione». Il tutto in tempi stretti. «Otto giorni dalla richiesta, che scendono a cinque per i decreti legge - sui quali il comitato esprime parere automaticamente - e a tre per i prowedimenti urgenti». Però si tratta di un parere non vincolante... «No, non è vincolante, ma per discostarsene le commissioni debbono indicarne le ragioni all'assem- blea, il che dà a questo parere un peso molto rilevante. Ma se a bocciare le correzioni suggerite dal comitato è una commissione riunita in sede legislativa, allora il testo di legge torna direttamente all'esame dell'aula». Non teme che il comitato possa ridursi ad un ininfluente organismo di facciata? «No, a patto che se ne ottimizzi il lavoro raggiungendo un voto a larga maggioranza sui vari progetti di legge. Perché è interesse di tutti e in particolare delle opposizioni che il comitato funzioni a pieno regime». Lei definisce questo istituto «una garanzia per le minoranze». Cosa dovrebbero guadagnarci? «Stiamo parlando di un comitato paritetico, composto da quattro membri della maggioranza e quattro delle opposizioni. Queste ultime avranno la possibilità di far sentire la loro voce attraverso un giudizio di merito sui singoli provvedimenti». Altrimenti... «Nel caso il comitato si divida, finirà per condannarsi da solo. Ma ripeto: credo che le stesse opposizioni non abbiano alcun interesse a fomentare un contrasto sistematico. Per una volta dovremmo essere tutti d'accordo». Alessandro Mondo Giorgio La Malfa I

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