« La tragedia di Capodanno causata dall'indifferenza»

« La tragedia di Capodanno causata dall'indifferenza» Funerali ieri nell'Alessandrino « La tragedia di Capodanno causata dall'indifferenza» Monito del parroco sul padre suicida che accoltellò il figlio psicolabile «Non possiamo farci giudici di fronte a certi fatti». Don Francesco Gandini, parroco di Oviglio, in provincia di Alessandria, ha chiesto comprensione per Giuseppe e Daniele Lupano. Padre e figlio. «Che cos'è questa nostra società così lontana da Dio, questa società post contadina che non sa più dare i valori alle famiglie e non sa più proteggerle?». L'ultimo giorno dell'anno Giuseppe, 70 anni, ha ucciso il figlio Daniele di 22 con venti coltellate poi s'è gettato dal no i Ii i f no piano. Ieri i funerali sono stati celebrati nella chiesa parrocchiale del loro paese di origine. «E' stato un momento, chissà cosa passa nella testa delle persone» pochi vogliono parlare, molti anziani coetanei di Giuseppe stanno lì a guardare le bare senza riuscire a comprendere. «Era preoccupato per il figlio - dicono -, il ragazzo studiava, ma non sappiamo molto di più». Non si parla di quella malattia oscura, la depressione, che sembra avesse afflitto Daniele e rendeva sempre più tesi i rapporti tr più tesi i rapporti tra padre e figlio. Rose gialle per Daniele e rosse per il padre, così sono arrivati da Torino i feretri sul sagrato delle chiesa parrocchiale, accompagnate dal fratello di Giuseppe, Francesco, e dalla moglie. Quasi ogni famiglia di Oviglio era rappresentata, molti i ragazzi, e forse proprio a loro Don Gandini s'e rivolto: «In questa società del consumismo dovremmo viverci con pensieri e occhi diversi». E ancora un invito a comprendere: «"Se stai in piedi non cadere e non giudicare il tuo fratello". La società sta cambiando e non sempre bene ha aggiunto - dico così pensando a Giuseppe e Daniele, ai suoi genitori che ho incontrato tante volte in paese. Il volto del papà Pietro, la mamma Maddalena». «Una famiglia corretta senza mai nulla che facesse parlare di loro» dicevano gli amici di Oviglio per l'ultima difesa. Poi è mancato un sostegno di serenità, la moglie di Giuseppe, Angela, morta l'anno scorso in pochi mesi per un tumore. «L'ho incontrata - ha ricordato don Francesco - qualche giorno prima che mancasse. Era lei che vegliava sulla famiglia. Non dobbiamo spaventarci perché i i p pGiuseppe e Daniele ora incontreranno i loro cari». Giuseppe Lupano era originario di Oviglio. Da giovane fu partigiano, poi si trasferì a Torino dov'era stato vigile urbano. Si era sposato con Anna Gambolati, di Casorzo (paese dove spesso la famiglia tornava in estate o durante le feste). Una vita serena e senza problemi economici, poi quel figlio quando ormai non speravano più. Daniele è cresciuto sereno sino al secondo anno di liceo. «Sappiamo che aveva qualche l di di problema con lo studio» dicono ancora in paese, ma non vogliono insistere come fosse una vergogna, la stessa che sentiva Daniele e che l'ha trascinato sino al ricovero nel reparto di psichiatria del Giovanni Bosco, lo scorso novembre. Settantanni e tanta paura per il futuro del suo ragazzo. «Quel futuro che questa società non riesce più a garantire - ha ammonito don Francesco - che spaventa le famiglie, anche le più serene. Nelle grandi città ormai si sviluppa la cultura dell'indifferenza, la stessa che purtroppo sta arrivando anche nei piccoli paesi». Antonella Marietti La scena dell'omicidio-suicidio nella casa di Longo Dora Voghera Giuseppe Lupano (dall'alto) e il figlio Daniele

Persone citate: Anna Gambolati, Antonella Marietti, Daniele Lupano, Francesco Gandini, Giovanni Bosco, Giuseppe Lupano, Longo, Padre

Luoghi citati: Alessandria, Oviglio, Torino, Voghera