«L'ho colpita, non volevo ucciderla»

«L'ho colpita, non volevo ucciderla» Arresto confermato per il muratore che ha ammesso di aver picchiato la madre dopo una lite «L'ho colpita, non volevo ucciderla» Il figlio è accusato di omicidio preterintenzionale «Sì, è vero, le ho dato un spintone, ma volevo allontanarla, non farle del male». Domenico Maio, il muratore 41 anni arrestato dalla polizia ieri ha incontrato il suo difensore, l'avvocato Mariacristina Macrì. Secondo l'accusa avrebbe causato la morte della madre, Maria Caterina Belcastro, 89 anni. La polizia: «C'è stato un diverbio, forse lui era ubriaco». Accusa, omicidio preterintenzionale, e arresto sono stati confermati dal gip, Mauro Amisano. Questo, dopo aver valutato gh atti raccolti dalla polizia e sentito Domenico Maio. E ora si attende l'esame necroscopico, che chiarirà la causa del decesso. Lui stesso si era accusato della morte della madre. Il suo racconto: «Sono rientrato sabato sera, verso le 19. Mia madre non stava bene, mi ha aggredito, ho cercato di allontanarla. Uno spintone, uno schiaffo. E' caduta, battendo il capo contro il letto. Ho cercato di rianimarla. Poi sono corso nella carrozzeria che c'è sotto casa, per chiamare l'ambulanza». U primo ricovero all'ospedale Gradenigo. Gh infermieri: «La donna è stata portata dal figlio, lui ci ha detto che l'aveva picchiata. Poi ha aggiunto che doveva andare a prendere alcune cose, che sarebbe tornato subito». E invece è scomparso. Le condizioni della Belcastro sono peggiorate. «Sospettiamo lesioni interne», dicono i medici. E' stata portata al Cto. E' morta poche ore dopo, senza aver ripreso conoscenza. Le indagini. Gh uomini del commissariato Dora Vanchiglia, hanno cercato Domenico Maio. Prima a Rivoli, dove vivono anche alcuni suoi parenti, poi nella casa di via Maria Ausiliatrice 52. L'alloggio della anziana donna è al primo piano, due stanze che si affacciano su un balcone verso il cortile. Indizi e prove. Il commissario Alberto Somma: «I vicini ci hanno detto che tra madre e figlio c'erano già stati dei diverbi». E altri hanno detto che il muratore sovente si ubriacava. Domenico Maio è stato fermato in serata, al pronto soccorso del Cto. Agli agenti ha mormorato: «Cercavo notizie di mia madre». Poi il racconto: «Sì, sono colpevole della sua morte». E la storia: «Sono sposato, separato, due fighe. Sì, ogni tanto bevo. L'altra sera? Sì, un po', erano giorni di festa». Poi quella della mamma: «Aveva subito alcuni interventi agli occhi. Le sue condizioni erano difficili, si lamentava di frequenti mal di testa». Domattina l'esame necroscopico. I magistrati hanno posto al perito una serie di domande. La principale: la donna è morta per le percosse del figho? Lo stesso difensore, l'avvocato Macrì, dice: «La perizia potrebbe portare eie- menti importanti per l'inchiesta». Ma per ora, in base agli elementi raccolti dagli inquirenti, il muratore resta in carcere. E ripete: «Sì, sono colpevole della sua morte perché l'ho colpita. Ma solo per allontanarla. Dovete credermi, non volevo ucciderla», [e. mas.] Domenico Maio il muratore arrestato per la morte della madre A fianco la casa in via Maria Ausiliatrice dov'è avvenuto il fatto di sangue Soltanto la perizia chiarirà se la donna morì per le percosse

Persone citate: Alberto Somma, Domenico Maio, Macrì, Maria Caterina Belcastro, Mariacristina Macrì, Mauro Amisano

Luoghi citati: Rivoli