Hercules manda un bimbo all'ospedale

Hercules manda un bimbo all'ospedale Ancora un gioco elettronico sotto accusa, il movimento genitori: pronti a ricorrere al giudice Hercules manda un bimbo all'ospedale Colto da convulsioni, ha nove anni E' il secondo caso di epilessia fotosensibile che si verifica nel giro di pochi giorni. Il primo era accaduto a Lecco, subito dopo Natale. L'ultimo l'altra sera, a Ivrea. Fabrizio, 9 anni, studente di quarta elementare è stato colto da un attacco mentre giocava ad un nuovo videogioco. Ha fatto appena in tempo a raggiungere i genitori, nel salotto della casa degli amici dove avevano trascorso la serata: «Sto male». Poi con la testa già girata all'indietro, gli occhi quasi fuori dalle orbite, Fabrizio è crollato. Il corpo scosso da violente convulsioni, la bava alla bocca. Colpa di un videogioco, «Hercules» (che ricalca il recente film di Walt Disney), contenuto in un «demo» al quale, domenica sera, il bambino stava gareggiando con la «Play Station» della Sony. Ora Fabrizio si è ripreso: i medici del reparto di pediatria dell'ospedale di Ivrea lo hanno dimesso ieri pomeriggio, dopo aver accertato che la «crisi comiziale fotosensibile» - questa la definizione riportata sul referto - non aveva lasciato conseguenze. Due casi in pochi giorni. Troppi per il Movimento italiano genitori. Il presidente, Maria Rita Minuzzi, fa sapere che il movimento è pronto a ricorrere ad «azioni legali contro i produttori che non adotteranno tutte le misure per classificare sicuri, sotto ogni profilo, i giochi per i minori». «Non si può speculare sulla pelle dei nostri figli - dice ed è vergognoso come, dopo episodi come quello di Ivrea, non siano stati adottati seri provvedimenti per studiare il fenomeno». Una presa di posizione forte, anche perché i casi di epilessia fotosensibile, in tutto, il mondo, sono molto numerosi Recente il caso «Giappone» quando decine di bambini furono ricoverati d'urgenza per : malori accusati nel guardare al cuni cartoni animati alla tv. Ciò che è accaduto a Fabrizio, invece, è la fotocopia di quanto capitato, pochi giorni prima, al suo coetaneo di Lecco, mentre giocava con il nuovo SuperMario. Il bambino e i genitori (entrambi lavorano come educatori: il padre in un centro per disabili, la madre in una scuola materna della città) erano a cena da una coppia di amici. Appena finito di mangiare, Fabrizio e la figlia dei padroni di casa sono andati a giocare nella cameretta, smaniosi di sperimentare i doni ricevuti per Natale. «Non hanno iniziato subito con i videogames - racconta la mamma di Fabrizio -. Saranno rimasti lì una ventina di minuti, non di più. Noi volevamo tornare a casa, i bambini volevano ancora provare i nuovi demo». Fabrizio ricorda poco degli istanti che hanno preceduto il malore. «Avevamo già provato il videogame dei mostri, dei motoscafi e delle auto da corsa - racconta -. Mi sono sentito male mentre giocavo con Hercules». A far scattare la crisi sarebbe stata una pioggia di flash, generata sullo schermo da alcune monete dorate. Luce intensa, colori sgargianti: sufficienti a mettere in difficoltà i soggetti più deboli. «Ci sono persone spiega il dottor Giovanni Giaretto, primario del reparto di pediatria di Ivrea - che hanno già una predisposizione alle crisi convulsive, se vengono sottoposte ad una stimolazione luminosa di particolare intensità e frequenza». Potrebbe quindi essere questo il caso di Fabrizio. «Nulla di cronico - assicura il medico -. Sono episodi che si verificano soltanto se coincidono diversi fattori, che possono essere anche esterni. La cosa più importante, ora, è il fatto che il bambino sta bene ed ha superato senza problemi questa crisi». Intanto, dopo i casi di Lecco e di Ivrea, c'è già chi parla di «allarmismo eccessivo». E i commercianti difendono la bontà dei prodotti in vendita. «Non è assolutamente vero che i videogiochi e, in particolare Hercules, possano provocare attacchi epilettici - spiegano da Roma alcuni grossisti -. E' vero, invece, che alcuni videogiochi possono eccitare i bambini, Ma occorre rimanervi a giocare per molte ore». A ventiquattr'ore dalla brutta avventura, Fabrizio, ha ripreso la sua vita normale. Non è chioccato ma di una cosa sembra particolarmente sicuro: «A quel videogame non giocherò più». Mauro Revello La mamma: Fabrizio non aveva mai soffèrto di alcun malessere

Persone citate: Giovanni Giaretto, Maria Rita, Mauro Revello, Walt Disney

Luoghi citati: Giappone, Ivrea, Lecco, Roma