Prigionieri con un morto nell'ascensore

Prigionieri con un morto nell'ascensore L'incidente ieri mattina: la cabina riportata manualmente al piano dopo quasi un'ora d'attesa Prigionieri con un morto nell'ascensore Guasto al Maria Vittoria, odissea per 2 parenti e le infermiere In ascensore col morto. Potrebbe essere U titolo dell'ennesimo film che sfrutta il filone comico-grottesco al cinema, e invece è quello che è successo ieri al Maria Vittoria. Uno dei quindici impianti dell'ospedale s'è bloccato tra il reparto di medicina - primo piano - e le camere mortuarie, nei sotterranei. Dentro, c'erano due infermiere e una coppia di Nichelino. In mezzo a loro, su una barella, il cadavere di una donna morta di vecchiaia. Quella donna si chiamava Olga Fraticello, e aveva 82 anni. Il nipote, Giuseppe Tarantino, 50 anni, un operaio Uva residente a Nichelino, era stato buttato giù dal letto alle 5 da una telefonata della caposala e s'era precipitato in ospedale con la moglie, Antonina Ganci. Il tempo di attraversare la città e di parlare con il medico di turno, e subito era arrivato il momento di liberare il letto e trasferire il corpo nel seminterrato. Sono state chiamate due infermiere. Mentre una si occupava di manovrare la barella, l'altra è andata a chiamare l'ascensore. Tarantino ha dato un'occhiata all'orologio: le sette meno un quarto. Quello strazio sarebbe finito presto. Invece, l'ultimo viaggio di Olga Fraticello prima dei funerali è durato 47 minuti. Tanto è passato da quando la cabina s'è fermata con uno scossone tra un piano e l'altro a quando un tecnico dell'impresa di manutenzione è intervenuto riuscendo a portarla manualmente al piano. Un tempo lungo come l'eternità, in cui è successo di tutto. Una delle infermiere ha avuto una crisi di nervi: «Schiacciava il pulsante dell'allarme e urlava, batteva i pugni contro la parete e diceva che si sentiva soffocare» racconta Taran¬ tino. Lui, cercando di mantenere la calma, ha tentato di aprire le porte. Inutilmente: «Quando sono riuscito a farmi un varco, mi sono trovato di fronte un muro bianco». Alla fine, c'è voluto l'intervento di un tecnico esterno per liberare i due coniugi e le due infermiere dalla scomoda situazione. E solo alle 7,32 l'anziana signora morta all'alba è arrivata nelle camere mortuarie del Maria Vittoria. Brutta storia davvero. Su quella barella ospedaliera poteva esserci un malato grave. E l'ascensore, invece di scendere nei sotterranei, poteva essere diretto verso una camera operatoria. Quarantasette minuti sono un tempo in cui può decidersi la vita di un uomo. Ora, il responsabile tecnico del Maria Vittoria, Antonio Gesmundo, dice che in futuro si cercherà di evitare simili inconvenienti: «Per esempio, garantendo il presidio continuo di un addetto alla manutenzione». Gianni Armand-Pilon Giuseppe Tarantino e la moglie Antonina sono rimasti chiusi nell'ascensore del Maria Vittoria insieme con due infermiere

Persone citate: Antonio Gesmundo, Gianni Armand-pilon, Giuseppe Tarantino, Olga Fraticello, Tarantino

Luoghi citati: Nichelino