Tomba irremovibile: non sono pentito di Cristiano Chiavegato

Tomba irremovibile: non sono pentito Dopo il gran rifiuto di Kranjska Gora, oggi il bolognese in gara nel gigante di Salbaach Tomba irremovibile: non sono pentito «Io continuerò ancora la mia lotta le regole dello sci devono cambiare» SAALBACH. Un salotto accanto al bar dell'hotel Egger, che si affaccia sulle piste. Qui si incontra Alberto Tomba dopo il gran rifiuto di Kranjska Gora. Il bolognese appare di ottimo umore, sereno. «Di domenica non si parla - esordisce il campione -. Ormai è inutile». Ma non resiste l'Albertone, alle domande dei cronisti. E ritorna sulla bufera che lo ha visto protagonista dopo la prima manche dello slalom in Slovenia, sulla decisione di non disputare la seconda prova e la lite con Guenther Hujara, il responsabile Fis delle gare maschili. «Hujara? - si chiede Tomba -. Eccolo qui, me lo sono trovato anche a tavola». E mostra uno di quei piccoli scodellini di plastica che in Austria vengono serviti con il caffè. Dentro c'è panna e sull'etichetta è raffigurato un pupazzo di neve con cappello da cow-boy e due pistolone alla cintola. Il giudice tedesco, dunque, come una sorta di terribile sceriffo delle nevi. Tomba non si tiene. E, tra tante battute e qualche riflessione seria sullo sci, riprende sull'argomento alla sua marnerà. «Tomba-Hujara: uno dei due si spara - comincia scherzando -. Il fatto è che non è neppure giusto che una persona sola, come Hujara, abbia la responsabilità di tutte le specialità. Il rischio di sbagliare, di fondere, diventa fortissimo». L'uomo della Fis resta il tema principale della discussione: «Hujara ha anche una faccia simpatica racconta Alberto -. Domenica sera è arrivato nel mio albergo. Cercava una stanza. Mi ha visto e stava per inginocchiarsi, scherzosamente, davanti a me per chiedermi di intervenire con il direttore». Hujara la camera non l'ha avuta: l'hotel era pieno. Tomba fa capire a chiare lettere che non si è pentito della scelta di non gareggiare e di non avere rim¬ pianti: «Quel che è successo - continua -, con Hujara che mi urlava addosso, l'ha ripreso anche la tivù. Stavo scendendo sulla pista in derapata per vedere il tracciato e constatare le condizioni della neve, come sempre. Queste cose non sono tollerabili. Io dico quel che penso e faccio quel che ritengo giusto». L'azzurro è convinto che gran parte dell'opinione pubblica sia con lui: «Fra l'altro ho ricevuto un sacco di telefonate di solidarietà, più di quante non me ne erano arrivate quando avevo vinto la Coppa del Mondo. E altrettante sono giunte a Flavio Roda. Ho saputo che ci sono stati in Italia dei sondaggi su questa mia decisione di non fare la seconda manche. Mi pare che la gente abbia capito». H bolognese torna anche sullo slalom: «Jagge, che era davanti a me nella prima manche per 1/100, ha chiuso al 24° posto. Ha vinto Sykora che è uno bravo ma nella prima manche era 9° e nella seconda ha ottenuto il 14° tempo...». Una gara per Tomba falsata dalle pessime condizioni della pista e dalla decisione di far correre comunque nella seconda manche i primi 30 della frazione iniziale in ordine inverso. «Meno male che questa regola dei 30 - continua Tomba - non vale per Mondiali e Olimpiadi. Purtroppo le regole nello sci vengono fatte da gente che in pista non ci viene mai. E allora io faccio e dico quello che ritengo opportuno. Tanti atleti sono della stessa mia idea, però non hanno la forza o il coraggio di agire. So che non mi vogliono ascoltare: sono isolato, ma continuerò la lotta». Al termine del lungo «comizio», finalmente si parla anche del gigante in programma stamane. Ieri non è stato possibile fare le ricognizioni perché nevicava in mattinata e poi si è dovuto lavorare sul tracciato. Su questa pista dal nome im¬ possibile (Zwoelferkoegel) la Coppa del Mondo è passata l'ultima volta dieci anni fa, per le finali. Gareggiò anche Tomba, proprio in gigante e finì fuori nella seconda manche. Perse, con 29 punti di distacco da Zurbriggen la conquista della sua prima Sfera di cristallo. A Saalbach si svolsero anche i Mondiali '91. Per Alberto furono gare sfortunate, ma su altre piste. «Quell'almo - conclude Tomba vinsi cinque giganti e imo speciale. Ma ai Campionati mi andò tutto storto. In gigante misi per primo il casco. E ci fu chi mi prese in giro. Da allora lo usano tutti. Ma pensiamo alla gara odierna: l'importante è che il tempo sia buono e che il fondo della pista sia preparato bene. Mi sento in forma e in grado di fare una bella prova». Cristiano Chiavegato Tomba a Saalbach ha polemizzato ancora con Hujara: «E' uno sceriffo delle nevi, intollerabile» [fotoap]

Luoghi citati: Austria, Italia, Saalbach, Slovenia