Il doping rimane a galla di Giorgio Viberti

Il doping rimane a galla MONDIALI DI NUOTO A Perth negato l'accredito a Leopold allenatore della Germania Il doping rimane a galla Test a sorpresa, panico nelle squadre PERTH DAL NOSTRO INVIATO I Mondiali di nuoto s'iniziano soltanto domani ma hanno già fatto la prima vittima. Non c'entrano i serpenti velenosi che a volte si insinuano fin nelle stanze degli isolati ritiri di alcune squadre, né meduse o squali che spesso sbarrano la rotta ai supermen del gran fondo in mare aperto. H primo bocciato è stato Winfriend Leopold, di professione allenatore dei nuotatori tedeschi, reo di aver candidamente ammesso giorni fa la somministrazione di sostanze dopanti ai propri atleti ai tempi della ex Ddr. Al suo arrivo a Perth, Leopold si è visto così negare l'accredito dalla Fina (Federnuoto internazionale) e dovrà guardare i Mondiali dagli spalti, pagando il biglietto. E' l'ennesimo episodio di una storia infinita che sta caricando di tensione anche la vigilia di queste gare iridate. Nell'occhio del ciclone Germania, Russia e Cina. I tedeschi scontano l'eredità della vecchia Germania Est, dove si praticava il doping di regime. Una commissione d'inchiesta, che sta indagando negli archivi della famigerata Stasi (la polizia segreta della ex Ddr), ha fatto luce su numerosi episodi tra il '74 e il '90 che coinvolsero anche atlete famose come Kristin Otto (5 ori a Seul '88) e tecnici ancora in attività. Fra questi ci sono Dieter Lindemann, ex coach della divina Van Almsick, e appunto Winfriend Leopold. E' fondato il sospetto che il doping sistematico non sia finito con la Ddr. Solo alcuni giorni fa la tedesca Sandra Voelker, argento ai Giochi di Atlanta '96, ha dichiarato di non aver accettato di assumere sostanze illecite prescrittele dal medico sociale, mentre la stessa Van Almsick in ottobre si era rifiutata di sottoporsi a un improvviso controllo antidoping alle Canarie. I test seminano panico e scatenano polemiche anche a Perth. Dopo che due settimane fa erano stati squalificati fra gli altri i russi Pyshnenko e Meshetyakova, marito e moglie, entrambi per uso di anabolizzanti (e di sostanze che ne mascherano la presenza nelle analisi), la Fina ha ordinato oltre 500 test preventivi per questi Mondiali. «Esami che non servono - ammoniscono però i medici azzurri Bonifazi e Marugo - perché gli steroidi anabolizzanti, unica sostanza che aumenta il rendimento nel nuoto, in particolare nelle donne, scompaiono dai test pochi giorni dopo l'assunzione». Suscita sospetti, quindi, il rifiuto da parte di alcune rappresentative (Francia e Ungheria) di accettare questi controlli a sorpresa e colpisce il rinvio dell'arrivo a Perth della Nazionale cinese, previsto solo per venerdì. Vuole forse evitare test troppo lontani dalle gare e quindi più (temibili»? Giova ricordare i 12 ori conquistati dalle cinesi su 16 gare ai Mondiali '94 di Roma: nei controlli sulle vincitrici di allora non emerse nulla di illecito, poi però sei atlete caddero nella rete dell'antidoping nei successivi e più strategici controlli in vista dei Giochi asiatici. «Certi nuotatori basta guardarli per capire», sentenzia il et azzurro Alberto Castagnetta che sottolinea come la Nazionale italiana sia uscita senza macchia da ben tre test a sorpresa negli ultimi 40 giorni, anche se ha ricevuto velate accuse dagli australiani dopo i recenti exploit di Brembilla, come avvenne nei confronti di Lamberti. E pensare che proprio Brembilla si sta trascinando una fastidiosa influenza per l'impossibilità di assumere farmaci considerati doping. Giorgio Viberti