L'Udinese culla un sogno
L'Udinese culla un sogno La parola scudetto non fa più paura dopo l'exploit dell'Olimpico L'Udinese culla un sogno Zaccheroni: nessuno più bravo di noi UDINE. E' un'Udinese da scudetto. Inutile negarlo. Anche il '93 si apre con una nuova impresa dei friulani che spalanca le porte dei salotti bene del campionato. Ormai è zona Champion League. Ma dietro c'è un miracolo di programmazionp, crescita e strategia di una società e di uno staff dirigenziale che hanno costruito un organico in grado di reggere il ruolo di protagonista fino in fondo. Lo confermano i numeri: 2° posto a 29 punti, 19 nelle ultime 7 gare, 4 vittorie esterne, 28 gol fatti (3° attacco del campionato) con un Bierhoff super cannoniere ( 11 centri in 14 gare) in un tridente che di reti ne ha realizzate 22. A questo punto, il Friuli sogna l'impensabile e la squadra bianconera si accorge di cavalcare il ritmo delle grandi proprio con la consistenza e la mentalità delle grandi. E' Zaccheroni, tecnico del miracolo friulano che in molti danno in partenza per la Lazio, a spiegare i segreti di una squadra dalle potenzialità enormi. A leggere bene le sue parole, anche lui comincia a gustare l'idea: «La classifica è veritiera e rispecchia quello che la mia squadra ha fatto finora. L'Udinese ha giocato bene e può migliorare se non ci si metteranno di mezzo infortuni e squalifiche. Sono queste le cose che fanno perdere il ritmo e l'affiatamento. Non so, comunque, se la squadra potrà esprimersi su certi livelli fino alla fine del campionato. Manca l'esperienza a questo tipo di situazione. Non so proprio cosa ci riserverà il futuro, leggo solo il presente». L'Udinese, comunque, dà segni di autorità e non patisce le vertigini da alta classifica. Anche a Roma lo ha dimostrato ampiamente. «E' stato il tipo di partita - spiega Zaccheroni - a permetterci di giocare in una determinata maniera, non altro. Comunque se tutte le componenti legate agli infortuni, alle squalifiche, al miglioramento dei giovani e alla forma della squadra continuano ad andare per il verso giusto, potremo arrivare molto lontano. Anche fino ai traguardi più insperati. Sono sincero, non ho mai visto una squadra giocare così bene per tutto il campionato». Il sogno tricolore nel cassetto, dunque, c'è. Oltretutto, il traguardo minimo dell'Udinese, la salvezza, è già a un passo. «L'assillo della classifica ce lo siamo già levato perché - prosegue Zaccheroni - il margine che abbiamo conquistato sulle ultime è altissimo, ma non so se l'Udinese riuscirà a giocare come lo scorso an¬ no dopo il raggiungimento di quota 41. L'obiettivo che mi pongo? Che la squadra cerchi di comportarsi meglio di quanto abbia fatto finora». L'unico argomento che Zaccheroni dribbla è il contratto. La società, per bocca del procuratore unico Gino Pozzo, figlio del patron bianconero Giampaolo, ha ribadito che «marzo è tardi per la firma». Però il tecnico di Meldola abbassa la saracinesca e si chiude dietro una frase vaga. «Di mercato non parlo fino a primavera». La chiosa è di Alessandro Calori, bandiera dell'Udinese da sette stagioni: «Ci sono un gruppo, un gioco, una squadra e un obiettivo, perciò l'Udinese è così brava. Lo sanno tutti qui, e si adeguano a un progetto. Speriamo che il momento magico continui». Il segreto c'è, ed è semplice. Francesco Facchini Zaccheroni continua a dribblare l'argomento rinnovo del contratto: ne parleremo a primavera UH MIRACOLO DA 18 MILIARDI I miracoli hanno tante facce. Quello dell'Udinese ha pure un risvolto economico, nel senso che spendendo meno il presidente Pozzo ha speso meglio. Un calcolo preciso porta ad una conclusione straordinaria: per allestire la squadra, la società ha sborsato 17 miliardi e 350 milioni in tutto, un terzo di quanto ha pagato Moratti per avere Ronaldo. Amoroso il più caro, 3500 milioni, Bierhoff 2200, Statuto 2000, Turci 1800, Locateli! e Poggi 1500, Cappioli 1200, Zamalek 1000. Gli altri sono costati meno di un miliardo, dai 700 milioni per Bertotto ai 50 di Pierini e ai 100 di Bachini.
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