Del Piero: quasi una beffa Ma Lippi striglia la Juve

Del Piero: quasi una beffa Ma Lippi striglia la Juve Del Piero: quasi una beffa Ma Lippi striglia la Juve DOPO IL KO DELUSIONE E AUTOCRITICA ITORINO L salotto di casa Juventus è stato messo a soqquadro dal ciclonico assist di Ronaldo a Djorkaeff. E le piccole-grandi verità sono finite, sparpagliate, tra divani e tappeti. Cercarle non è facile. Le ammissioni di colpa si trovano in fretta: «Non siamo stati abbastanza concreti», spiega Lippi. Lo sconforto galleggia evidente: «Noi ci abbiamo messo il cuore, loro due tiri e un gol, se non è una beffa poco ci manca», dice Del Piero. Inter cinica, certo. Con un Ronaldo in più, vero. Ma nessun rimpianto per quel che poteva essere e non è stato. Ancora Lippi: «La sconfitta è maturata per circostanze casuali, l'ha riconosciuto pure Simoni da quel brav'uomo qua! è». A Capodanno si coglieva negli occhi dei tremila tifosi che avevano appena assistito alla goleada sul Pavia la speranza di vedere la Juve far sfracelli anche a San Siro. Ieri, fra i soliti pochi fedelissimi dei giorni grigi, c'era la sensazione che non è l'anno giusto, che la Befana ha come sempre un debole per i primi della classe, lasciando ai meno meritevoli una manciata di carbone. «Lo scudetto sta prendendo un'altra strada» è però una di quelle frasi che è inutile aspettarsi di sentir dire. Lippi non alza bandiera bianca: «Ho perso una partita, non il campionato». E poi: «Che sia l'anno in cui l'Inter sta facendo grandi cose è innegabile, ma che alla quattordicesima giornata si debba già assegnare lo scudetto all'Inter è voler correre troppo. E non perché l'Inter non possa arrivarci, anzi, ha tutto per farcela a vincerlo. Ma la mia squadra ha ribadito che può reggere fino in fondo, al pari di Udi¬ nese, Parma e persino al Milan se saprà rientrare in fretta nel giro». Non è mai troppo tardi per ripetere certi concetti base: «Molte cose sono state dette e scritte sulla nostra sconfitta. Più che il dispendio di energie del primo tempo, a mio parere la Juve ha pagato quel gol a freddo in avvio di ripresa che ha consentito all'Inter di predisporsi nella maniera a lei più congeniale. La conferma di certi nostri valori c'è stata, ho notato solo minor capacità nel tramutare in soldoni la mole di lavoro svolta». Ma questo è il preambolo tecnico. L'allenatore, a muso duro, ha infatti tenuto una ramanzina ai giocatori, anticipata ai cronisti: «Nella parte conclusiva della gara troppi di noi sono caduti nel battibecco con gli avversari. E, visto che stavamo perdendo, non avevamo nulla da guadagnarci a litigare, a sprecare del tempo. Se degli tdtimi venti minuti ne avessimo giocati dieci o quindici, anziché solo cinque, sicuramente ci saremmo ritagliati qualche chances in più di pareggiare. Anche se - ha aggiunto Lippi per non calcare troppo la mano - il caso ci ha messo lo zampino. Quella di Inzaghi era una mezza mano, pochi centimetri in meno e, insomma, lui il gol l'aveva fatto». Ed eccoci al difficile. Le soluzioni necessarie per «dotare», come dice Lippi, la squadra «di alternative agli sbocchi offensivi, di alzare il tasso di finalizzazione». Una, il tecnico l'ha già scovata e utilizzata a San Siro. Torricelli (che ha riportato una contusione alla caviglia destra e sarà mdisponibile domani a Firenze in Coppa Italia) come esterno destro di centrocampo è mi esperimento che avrà un seguito: «Libero da compiti di marcatura, Moreno scatena la sua forza trascinando la squadra. Sa sfruttare la libertà d'azione». L'altra soluzione urgente, vale a dire quella di restituire brillantezza a Zidane, appare più problematica. Anche perché Lippi non ritiene del tutto negative le ultime prove del francese: «Giocatori come lui hanno tra le loro prerogative di non essere conti¬ nui. L'anno scorso Zinedine aveva disputato partite più belle, ma i periodi brutti erano stati più lunghi, o ve ne siete scordati? Per me, in questa stagione non ha avuto grandi picchi, ma è stato più costante. L'autorità, la convinzione, l'approccio giusto alla partita, del resto, dipende solo da lui come da tutti noi». Il volto della delusione è quello di Alex Del Piero, tra i primi a crederci, tra gli ultimi ad arrendersi. Dice Alex: «Di sicuro l'Inter ha tutte le carte in regola, compresa la fortuna, per continuare a far bene. Avremmo potuto andare in vantaggio noi e acquisire quella sicurezza che, invece, al gol di Djorkaeff è diventata dell'Inter. Perdere, a questo punto e con tante partite ancora da disputare, non è stato fondamentale per la corsa allo scudetto. Sarebbe stato peggio crollare in malo modo, per come è andata non abbiamo smarrito la serenità. E' giusto che i nerazzurri siano eccitati, a noi non rimane che stare zitti e lavorare, non sono queste le sconfitte che fanno male. Restiamo consapevoli della nostra forza: sapremo rendere dura la vita alla capolista, noi come l'Udinese e tutte le altre pretendenti al titolo». Franco Battolato Alex: renderemo duro il cammino dell'Inter Il tecnico: nel finale molti miei giocatori hanno perso tempo facendosi coinvolgere in litigi con i rivali Ronaldo e Davids: il brasiliano ha risolto il match con un perfetto assist a Djorkaeff, l'ex rossonero è stato il migliore della Juve

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