«Ora lo scudetto dipende da noi»

«Ora lo scudetto dipende da noi» Felice per il successo di San Siro il presidente racconta l'Inter e avverte Lippi e l'Udinese «Ora lo scudetto dipende da noi» «Il vantaggio è poco ma è meglio averlo E con Ronaldo si vede la differenza» MILANO. Non parla da vincitore, Massimo Moratti. Parla da innamorato. Inter-Juventus gli ha segnato il cuore, gli occhi, la memoria. Non è facile spegnere il fuoco che la notte ha acceso. «Cominciamo dalla Juve - dice -. Dal suo primo tempo: formidabile. Ho avuto paura, anche perché me l'ero immaginata diversa, meno straripante. Invece, ogni giocatore svolgeva tre compiti alla volta. Davids, per esempio: ho rivisto il satanasso dell'Ajax, quello che, prima che approdasse al Milan, avrei volentieri portato all'Inter. E poi Torricelli, una mossa sensazionale; il movimento di Inzaghi: come si vedeva che Lippi aveva studiato tutto a tavolino. Una sola cosa non ho capito: l'uscita di Zidane. Io, uno come Zidane, non lo cambio mai: può sempre estrarre il numero vincente». «Non è un caso che in testa al campionato ci siano gli allenatori più in gamba, Capello a parte. Simoni; Lippi, Zaccheroni. Simoni è bravissimo nel leggere le partite. Buon senso, ma non solo. Anche domenica si è corretto in corsa. Non è semplice gestire un Ronaldo, maneggiare una rosa così folta. Penso al recupero psicologico di Fresi, al lancio di Molière, al dosaggio delle forze. Spero che adesso sia chiaro perché ho preso Ronaldo. L'ho preso perché fa la differenza, perché "è" la differenza. L'assist a Djorkaeff. Solo quello, d'accordo. Ma dopo, è cambiato tutto, anche la Juve». «Sono febee per Djorkaeff. "Presidente, questo è il mio regalo di Natale", mi ha detto. Grande, impagabile, Youri. Aveva bisogno di un gol così. Con la Juve, gli era sempre andato tutto bene o tutto male. E Cauet? Impressionante. Avrà recuperato almeno trecentocinquanta palloni. Ricordo quando si presentò in sede, quello che disse la moglie: tesoro, se non diventi titolare ti caccio fuori di casa. Mi spiace per l'espulsione. Una reazione impaurita, visto come Tacchi nardi aveva allungato le gambe, più che astiosa, stizzita. E West? Ha tenuto Del Piero in modo splendido, e quando Conte si è li brato in aria, un altro si sarebbe accucciato, tremebondo, lui no, ha opposto il petto, un petto enonne come un armadio. Tari bo è un tipo orgoglioso, un lea der: non sopporta che gli si dia del tronco d'albero, del camion senza freni, trascurandone le do ti tecniche. Lui, ambasciatore della Nigeria e deb"Africa, scar tato dalla Juve... Dopo il caso Kanchelskis era avvilito: non se ne faceva una ragione, "io non sono così, io non sono così"». «Inter-Juve. Più che una bella partita, mi è sembrata una memorabile battaglia, all'inglese: botte da orbi fino al novantesimo, ma poi grande compostezza diffusa signorilità. Rivalità, non rabbia: fra noi e loro sarà sempre così. Prima di salire in tribuna, ho incrociato Inzaghi. Mi è venuto incontro a testa alta, sorriden te, cortese. Da piccolo, tifava per l'Inter. Che simpatico: lì per lì mi sono pentito di non averlo ingaggiato. E poi lo stadio pieno zep po, tutta quella gente, tutti que: flash sparati al momento della consegna del Pallone d'oro a Ronaldo, e del fischio d'inizio. Lumi sospesi: San Siro sembrava un presepe. Emozioni forti, strug genti. A me l'arbitro è piaciuto Energico, oculato. Quando era vamo ancora dentro, il signor Braschi si è presentato nel nostro spogliatoio, chiedendo di Ronal do: "Siete invidiosi se stringo la mano al Pallone d'oro?'.' Un mo do garbato, e simpatico, per diluire la tensione». «I quattro punti di vantaggio non sono nulla, ma è meglio averli. Ha ragione Simeone: la nostra vittoria ha dato più fastidio al Milan, e ai suoi progetti di rimonta, che non alla Juve. Credo nell'Udinese, e come. Non ha coppe, ha Zaccheroni, ha Bierhoff e un organico all'altezza. Questo, poi, è l'anno dei Mondiali. Un anno storicamente anomalo. Non avendo molti nazionali può allenarsi in santa pace. E a Bierhoff, paradossalmente, conviene non mollare mai, visti i rapporti che lo legano al et Vogts. Adesso ci tocca il Piacenza. Il problema sono gli stimoli. Per questo, sarei più propenso a premiarli, i miei, per un'eventuale vittoria domenica che non per aver battuto la Juve. Ho tanta fiducia». «L'Inter è un bel gruppo. Ronaldo non fa pesare il suo rango, il suo stipendio. Mi ha commosso l'accoglienza che i compagni hanno riservato a Winter, domenica sera: un segnale che è garanzia di unione vera, profonda. Ganz? Nessun rimorso. Con noi non avrebbe giocato. Piuttosto, complimenti per il gol a Napoli. Bellissimo, un tocco d'esterno: la sua specialità. Il derby di Coppa Italia si sente poco. Ci penseremo. Lo scudetto, in compenso, dipende esclusivamente da noi. Mi auguro che Zagallo non convochi Ronaldo e Ze Elias per la Gold Cup di febbraio. I patti erano questi. Male che vada, dirò a Facchetti di farsi un altro viaggetto». Roberto Beccantini «Aspettavo una Juve meno straripante Ho rivisto il Davids che avrei comprato ma io non avrei mai sostituito Zidane» EUFORICO LA TRE GIORNI DI COPPA ITALIA OGGI LAZIO-ROMA Rai (ore 14,30; diretta) DOMANI FIORENTINA-JUVENTUS Italia 1 (ore 18,45; diretta) PARMA-ATALANTA Rai 2 (ore 20,45; diretta) GIOVEDÌ' MILAN-INTER Italia 1 (ore 20,45; diretta) A lato, West. il difensore nigeriano esaltato da Moratti: «E' un vero leader scartato dalla Juve». Nella foto grande il presidente nerazzurro LA STRADA PER IL TITOLO D'INVERNO 18 gennaio Bori punti 33 11 gennaio PIACENZA 25 gennaio EMPOLI JUVENTUS punti 29 UDINESE punti 29 Vicenza Napoli ,.->'. y-.y-yxx-y-x-y :■ :-x»y-:« y-y-.-y-y-:: y yy-x-y-y:■>■;■ y-y- x / In MAIUSCOLO le partite in trasferta Aialanta Vicenza