Milella: come in famiglia

Milella: come in famiglia Milella: come in famiglia Una televisione fatta di soli uomini sembrerebbe una fabbrica Anni 50 Pronta con «Cara Giovanna», a lanciare una televisione dove ciascuno attraverso la posta, il telefono, i fax, il sito Internet e, se ci fosse, anche il piccione viaggiatore, possa dire la propria, in uno scambio costante tra problema individivuale e problemi collettivi, Giovanna Milella, ex giornalista della carta stampata e del telegiornale, divenuta popolare grazie a «Chi l'ha visto?», spera fortemente che questa sua trasmissione diventi un esempio di come la televisione possa svolgere un servizio che aiuti la gente. «Ho l'impressione che non venga usata al suo meglio, la tv: uno studio-tv dovrebbe essere un crocevia per analizzare i fatti grandi e piccoli della giornata. E il mio programma, che arriva a sole alto, subito dopo il Tgl delle 13,30, ha il vantaggio di tentare un ragionamento a caldo». E a suo avviso, per questo tipo di televisione, molto parlata sono più adatte le donne? Milella fa fatica a generalizzare: «Le donne sono meno istituzionali, più familiari, più calde. La televisione non è un giornale che entra silenziosamente in una casa. La televisione irrompe nella famiglia, s'impone, reclama attenzione. Forse per questo, oggi, si preferisce il tono confidenziale e il linguaggio semplice delle donne. Anche per la conduzione di un tg». Non è che i direttori maschi voglio- no le donne nei tg per abbellire i loro notiziari? ((Non più. Ormai in video andiamo tutte, le più belle e le meno belle: se ci addobbiamo un po' è solo per rispetto al pubblico. E' che siamo più capaci di sdrammatizzare notizie tremende. Inoltre siamo in maggioranza e una tv di soli uomini, sembrerebbe una fabbrica degli Anni 50». [si. ro.] Giovanna Milella

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