Muore lo scultore Cavaliere

Muore lo scultore Cavaliere Aveva 71 anni Muore lo scultore Cavaliere EMILANO A morte a Milano a 71 anni di Alik Cavaliere priva la scultura italiana dell'originario rappresentante dell'incontro internazionale nel secondo dopoguerra fra tradizione espressionista, sviluppi del surrealismo rivoluzionario e recupero di nuove forme della contestazione dadaista. Pur mai smentendo l'originaria concretezza neorealista dei suoi cementi, terrecotte pohcrome, legni, di cui è un tipico esempio la Lavoratrice del Museo del Premio Suzzara, i suoi bronzi a partire dagli Anni partire dagli Anni 60, soprattutto le Metamorfosi e le Gabbie, sono il corrispettivo tridimensionale della pittura neodadaista grottesca di Baj, compagno di corso a Brera e amico lungo tutta la vita. In questa direzione fu decisivo l'incontro di Alik con Arturo Schwarz, gran maestro «patafisico» della cultura dadaista e surrealista italiana, e il rapporto con Alexandre Jolas. Da quella sua figura segaligna e scattante, che aveva avuto il coraggio, cambiando studio nel 1961, di distruggere gran parte della produzione precedente, promanavano nello stesso tempo un'intelligenza acutissima e un amore per il mestiere più raffinato, quasi da orafo, tradotto nell'iperrealismo dei suoi calcili di Natura in prigione, come intitolava nel 1975 un suo articolo sul Giorno Alberico Sala, che anticipavano i «tappeti natura» di Gilardi, recuperando nel contempo con ironia una particolare vena illusionistica di Manzù. Era la stessa intelligenza che permetteva al contestatore di «sopportare» la direzione dell'Accademia di Brera e gh allori del Premio della Presidenza della Repubblica nel '92. Fra le principali mostre ricordiamo le personali ad Alternative Attuali all'Aquila nel 1968 e alla Biennale di Venezia nel 1972, la retrospettiva di Brera nel '93. Marco Rosei Alik Cavaliere

Persone citate: Alberico Sala, Alexandre Jolas, Alik Cavaliere, Arturo Schwarz, Baj, Brera, Gilardi, Manzù

Luoghi citati: Aquila, Milano, Suzzara, Venezia