Chi ha ispirato il documento dei senatori contro l'amnistia

Chi ha ispirato il documento dei senatori contro l'amnistia lettere AL GIORNALE Chi ha ispirato il documento dei senatori contro l'amnistia Di Pietro ha firmato ma non per primo Leggo con stupore sulla Stampa del 3 gennaio, a firma m.t.m. (che immagino corrisponda a Maria Teresa Meli), una ricostruzione secondo cui la dichiarazione di 69 senatori della maggioranza ostili all'ipotesi di amnistia avanzata da Luciano Violante sarebbe stata ispirata da Antonio Di Pietro e che io avrei raccolto le firme su suo incarico. Prova ne sarebbe che Di Pietro «stava per mettere la sua firma come la prima della lista [sopra addirittura a quello (sic) di Migone]...». La signora Meli avrebbe potuto agevolmente evitare di disinformare tardivamente i suoi lettori, se si fosse rivolta a uno dei primi firmatari della dichiarazione, visto che quel giorno oltretutto era presente in Senato. Anche una modesta dose di memoria storica avrebbe chiarito la genesi di questa presa di posizione: la mozione che ha sfiduciato il ministro della Giustizia è stata votata al Senato. Inoltre le prime bozze Boato furono accantonate anche per un documento di 55 senatori della sinistra democratica. Il nuovo documento è nato come quello precedente scritto e sottoscritto di slancio, in aula, sulla spinta di un diffuso malcontento suscitato dal contenuto e dalla tempistica delle dichiarazioni del presidente della Camera. Antonio Di Pietro fu coinvolto (perché escluderlo?) quando 42 senatori avevano già firmato prima di lui. Visto che questo particolare sembra suscitare interesse, specifico anche che Di Pietro stava per firmare in alto a sinistra, perché era l'unico spazio rimasto; ma che, accortosi che le firme continuavano sul retro, correttamente ha rispettato la sequenza cronologica. Tutto ciò per non banalizzare la discussione politica, riducendola a pochi protagonisti che vengono imposti come tali anche quando non lo sono. E', invece, in atto una tendenza della politica a ricollocarsi nelle sedi istituzionali (Parlamento, governo, enti locali), facendo sì che singoli e gruppi di parlamenta¬ ri si possano muovere non contro, ma talora indipendentemente da discipline di partito, di corrente o anche di maggioranza. Gian Giacomo Migone Presidente della commissione Esteri del Senato Confermo tutto tranne il refuso. [m. t. m.] Non fate morire i colombi innocenti A Capodanno 1998, per noi (siamo tanti) che amiamo gh animali, una gioia e un dolore. E' giunto al Papa un telegramma con una preghiera: «Non sia più data sofferenza e morte certa a innocenti colombe domestiche incapaci di libera sopravvivenza gettandole dalla calda dimora (insieme alla pace simboleggiata) come ogni anno a Capodanno». Sorpresa: le timide colombe bianche che Papa Giovanni Paolo II lanciava, riluttanti, (qualcuna disperatamente tentando, di nuovo scacciata, il rientro), a coronamento del messaggio di Capodanno dedicato alla pace, dalla finestra del suo studio su piazza S. Pietro, non sono riapparse. E ci piace immaginare che siano rimaste nelle austere stanze a rallegrare, con l'aggraziata bellezza e affettuosità che elargiscono a chi le cura, la sohtudine affettiva del Santo Padre, ambasciatrici nell'animalofobo Stato Vatica no di quella cosmica fratellanza che fu invano proposta alla Chiesa e ai cristiani dal genio poetico di Francesco. Anche al sindaco di Venezia giunto un telegramma implorante la salvezza dei colombi più famosi e fotografati del mondo, di cui ha decretato la morte per affamamento con un'ordinanza che vieta ai cittadini di nutrirli, pena la multa di un milione: «Nel segno dell'amo re per la viva Natura di tanti citta dini del mondo, voglia benevol mente accogliere la petizioni degli amici dei colombi veneziani e gra ziare da morte crudele le miti crea ture, che abbelliscono con i loro magnifici voli tutte le città (anche se le sporcano un po', nessun bene è senza pena; ben più gravi e irreversibili sono gli mquinamenti umani contro i quali ogni Sindaco sembra impotente), ma di Venezia sono un simbolo, presenti in foto ricordo su tutto il Pianeta. Conosciamo gli strepiti da tragedia greca di qualcuno che ne ha portato memoria anche sul proprio cappello (a noi che gioiosamente ne alimentia¬ mo grandi tribù non è mai successo, forse certi rabbiosi bersagli sono mirati...); ma il vantaggio di placarli eliminando tutto un popolo di innocenti alati non vale il triste spettacolo di lunghe agonie sui davanzali e sui balconi, né il rischio di epidemie da debilitazione e da carogne putrefatte, e ancor meno il dolore di grandi e piccini che trova- no nel dolce tubare dei piccioni sui balconi la rara occasione di un rap porto affettivo con il resto del Crea to nonché, con l'offerta del cibo, la scuola del donare». Purtroppo Capodanno non ha portato ai colombini di Venezia e ai loro amici la grazia attesa. Al Sindaco filosofo rinnoviamo l'appello per la loro salvezza e per la nostra gioia, con le parole del santo filosofo Agostino nella lettera ai Bomani «...perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a cagion di colui che ve l'ha sottoposta... poiché sappiamo che fino a ora la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo aspettando l'adozione...» Buon anno. Laura Bergagna, Lanzo Torinese per il Comitato «Città Vive» Una grande dinastia fra scandalo e tragedia Vi scrivo in merito alla morte di Michael Kennedy. Nel mondo muoiono tantissime persone a causa di giochi stupidi ma nessuno si permette di ricamarci e ironizzarci sopra. Sono state anche tirate in ballo la morte di Joseph jr. e le disavventure del defunto Presidente durante la guerra e qui penso sia opportuno fare un po' di chiarezza. Innanzi tutto i due fratelli Kennedy si arruolarono volontariamente, come del resto fece anche Robert, il quale non fu però mandato al fronte per la troppo giovane età; Joseph jr. morì durante un'azione ae rea sull'Europa come migliaia di altri soldati americani e John dopo l'affondamento della sua unità, gravemente ferito, salvò un collega trascinandolo a nuoto per diverse miglia, ciò gli valse la medaglia d'o ro al valor militare, quindi non vedo motivo di ricordare questi eventi in chiave tragicomica. Vedete, della dinastia Kennedy sono ormai in tanti ad aver lasciato tragicamente questo mondo ma tre di loro lo hanno fatto mentre assecondavano i doveri del proprio Paese, per favore non dimentichiamolo. Di Robert e John si parla oramai solo in chiave rosa-scandalo, ma nessuno ricorda quasi più i punti positivi della loro attività politica fra i quali amo ricordare il loro impegno sociale per le minoranze (negri ad esempio). Per concludere questa lettera, un po' di autoironia di cui i Kennedy erano capaci: le parole di Robert dopo l'incidente aereo di Ted nel 64: «Ci sono più Kennedy che sciagure, non ci cancelleranno mai». Domenico Baudino Salassa Canavese La lotta anticancro e i rigattieri La lettera del signor Domenico Acierno del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tanto chiara ed esplicita, ha messo il dito su ima piaga dolorosa, quella del cancro e quella del «disinteresse di responsabili politici ed economici». Con molta frequenza le case di Parma si trovano appiccicato alla porta un foglietto che recita così: «Aiutateci a vincere la paura del cancro, difendiamo la nostra vita e quella dei nostri figli. Venite in aiuto alla nostra associazione con la vostra offerta di stracci, scarpe, biancheria, indumenti usati. Via san Mattia, 12 Padova». Un addetto al ritiro, interpellato, ha mostrato un tesserino dicendo che la società è autorizzata dal ministero della Sanità; Mi chiedo, e chiedo a qualcuno in grado di spiegare al Paese, come può l'Italia avere la pretesa di entrare in Europa quando si dimostra così miserabile, tanto da avere bisogno di raccogliere stracci per una ricerca così impegnativa e costosa? Il ministero della Sanità è a conoscenza di questo fatto? Se chi mette il foglietto è un qualunque rigattiere che dietro la facciata della crociata anticancro ci sollecita per avere roba usata, allora come farlo smettere di sfruttare sfacciatamente un argomento così delicato? Dica chiaramente che è un robivecchi. Tea Rossello, Panna

Luoghi citati: Europa, Italia, Lanzo Torinese, Padova, Parma, Venezia