E ora l'ex nemico Soros diventa paladino di Seul

E ora l'ex nemico Soros diventa paladino di Seul E ora l'ex nemico Soros diventa paladino di Seul MILANO. In Estremo Oriente è un babau: il premier malaysiano Mahatir (salutato da una salva di rumorosi consensi) aveva attribuito a lui in persona, il re degli speculatori, la colpa dei grandi crack a catena che hanno funestato l'Asia. Ma in Corea del Sud George Soros ha fatto il miracolo: un incontro a tu per tu l'altra sera con il presidente eletto Kim Dae Jung, una serie di consigli che il capo di Stato ha detto di apprezzare, un invito ai finanzieri internazionali ad avere fiducia e a riprendere gli investimenti a Seul, e la Borsa locale ha stappato bottiglie di champagne: un +2,85% che può non sembrare una cosa epocale, ma con questi chiari di luna fa il suo effetto. Ieri Soros ha rivelato in una conferenza stampa di aver agito nella veste di vero e proprio consigliere di Kim, aggiungendo che potrebbe continuare a ricoprire tale incarico. E il Presidente (non ancora insediato, la cerimonia avverrà il 25 febbraio) in un'intervista con l'International Herald Tribune ha ringraziato il finanziere magiaro-americano e ha assicurato che attuerà con impegno le riforme richieste dall'Fmi. Fine della crisi: fra 12-18 mesi, ha promesso. Nelle parole di Soros, l'incontro con Kim Dae Jung è andato così. Al Presidente premeva che non ritirasse i suoi 500 milioni di dollari investiti in Corea e magari ne portasse altri. Il finanziere ha risposto positivamente, ha sottolineato che la crisi di Seul è stata innescata da scarsa liquidità dovuta a indebitamento eccessivo, e ha suggerito un istituto di rifinanziamento che lanci sui mercati internazionali obbligazioni convertibili garantite dallo Stato. Soros ha anche detto che manderà una squadra di 3-4 specialisti per studiare un piano concreto e che è pronto a investire un miliardo di dollari (circa 1700 miliardi di lire) se il governo appoggerà il suo progetto assicurando la trasparenza delle società coinvolte. Ha inoltre insistito per una ristrutturazione rapida del settore bancario, che tranquillizzi la comunità internazionale sulla volontà di Seul di portare a termine le riforme chieste dal Fondo monetario internazionale come condizione al prestito-record di 60 miliardi di dollari. Kim Dae Jung lo ha rassicurato su questo punto. Le intenzioni del Presidente erano state anticipate da un'intervista rilasciata poco prima di incontrare il finanziere americano. Kim, che nello spettro politico sudcoreano si può definire un socialdemocratico, in campagna elettorale aveva attaccato il Presidente uscente Kim Young Sam accusandolo di voler far pagare il costo della crisi ai lavoratori tramite massicci licenziamenti. Ma il gigantismo dei gruppi industriali poco attenti a produttività e profitti è uno dei mali diagnosticati deH'Fmi; e ora il presidente corregge il tiro: «Se vogliamo attirare investitori stranieri in Corea, dobbiamo licenziare. Se salviamo 70 posti su cento, possiamo trovare denaro fresco all'estero, e in seguito riassorbire i 30 licenziati». Ha promesso in cambio di realizzare ammortizzatori sociali che oggi mancano del tutto. Ha inoltre detto di voler intervenire sui trenta grandi gruppi conglomerati che hanno in mano tutta l'economia, i «chaebol», anticipando l'introduzione delle norme per la pubblicazione dei bilanci consolidati e limitando la deducibilità di perdite su garanzie (così da spezzare la catena all'aumento indefinito dell'indebitamento dei chaebol, ottenuto mediante garanzie prestate reciprocamente da società dello stesso gruppo). E ha sottolineato che la sua lunga opposizione ai chaebol è la migliore garanzia del suo impegno: «I governanti del passato ricevevano da loro donazioni e restituivano favori, lo invece ai chaebol devo loro niente. E' la situazione ideale per assicurare legalità e trasparenza». Luigi Grassìa Il finanziere è consulente di Kim Dae Jung e lancia un piano contro le crisi finanziarie Il nuovo presidente della Corea del Sud Kim Dae Jung A destra il finanziere Usa di orìgine ungherese George Soros

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