I supportare del sequestratore innamorato

I supportare del sequestratore innamorato Milano: i legali vogliono dimostrare che era incapace di intendere quando assaltò la banca I supportare del sequestratore innamorato Lettere e telegrammi di solidarietà a Gargano: capiamo il tuo gesto MELANO. Fallito il progetto di diventare «Re per una notte», Domenico Gargano, l'uomo che prima di Capodanno ha tenuto in ostaggio per due giorni tre funzionari della banca Popolare di Milano, è già diventato un piccolo mito per dei sedicenti «lavoratori della notte» che da Torino gli hanno inviato un telegramma per dei «calorosi abbracci». Secondo il suo avvocato Armando Cillario, da quando si trova rinchiuso nel carcere di San Vittore Gargano ha ricevuto decine di telegrammi e lettere di solidarietà «dal mondo maschile, che capisce la sua disperata avventura di uomo innamorato. Bisogna che sia chiaro che il mio cliente ha fatto tutto questo per riconquistare l'amore della sua donna». Ovvero Chicca Cipriani, la biondina che dopo il putiferio di fine anno messo in piedi dall'ex fidanzato, ha deciso di tornare con lui: «Sei sempre il mio Mimmo», gli ha scritto il giorno dopo l'arresto. Fin qui il colore. Nei fatti la difesa di Gargano si sta muovendo per arrivare al processo con una perizia che riconosca l'uomo rimasto asserragliato nella sede della banca alla periferia Sud della città, «incapace d'intendere e volere al momento del fatto». Ieri i suoi legali hanno annunciato di voler chiedere a un consulente medico legale una perizia sia sulle facoltà mentali di Gargano sia sulle lesioni riportate dopo l'arresto, che hanno scatenato le polemiche dell'onorevole Tiziana Maiolo. Secondo la parlamentare azzurra, infatti, Gargano sarebbe stato picchiato selvaggiamente dalla polizia e senza motivo. Accusa che la polizia ha respinto sostenendo che le ecchimosi riportate sulla faccia e la ferita ad un braccio di Gargano sono dovute alla colluttazione che pose fine alla sua avventura. «Comunque il mio cliente - ha precisato l'avvocato Cillario - non ha intenzione di sporgere denuncia contro nessuno». Gargano però anche ieri avrebbe confermato al suo legale di essere stato picchiato dopo l'arresto. Inoltre avrebbe negato di aver sparato con la rivoltella durante la colluttazione con gli agenti dei Nocs: «Quando sono uscito per arrendermi - avrebbe detto all'avvocato - mi sono visto assalire da un cagnaccio, ma non ho sparato nemmeno un colpo». E a verbale avrebbe dichiarato che furono gli agenti a sparargli con la sua stessa pistola. Salvo correggersi poche righe dopo, dichiarando: «Può anche darsi che io cadendo abbia sparato». L'unica versione accettabile del resto e che potrebbe anche servire per derubricare l'accusa di tentato omicidio in lesioni involontarie. Viceversa non si capirebbe altrimenti perché mai degli agenti dei Nocs avrebbero addirittura deciso di ferirsi reciprocamente. Il legale comunque annuncia che chiamerà come testimoni al processo anche il procuratore Saverio Francesco Borrelli e il pm che ha seguito l'ultima parte delle trattative sostituendosi infine agli ostaggi; il sostituto antimafia Alberto Nobili: «Possono testimoniare che Gargano non ha mai minacciato nessuno e che non voleva i soldi se non per buttarli da un elicottero. Il suo piano prevedeva di atterrare davanti a palazzo di giustizia, far scendere il pm Nobili e poi, con la pistola scarica, puntarla verso la polizia e farsi ammazzare». Inchiesta e processo si svolgeranno a Brescia dove il fascicolo ò stato trasferito per competenza, [p. col.] Domenico Gargano. Il 29 dicembre prese in ostaggio tre persone in banca

Luoghi citati: Brescia, Milano, Torino