Geraldine alla conquista di New York

Geraldine alla conquista di New York Si annuncia come la grande sfida elettorale del '98: il repubblicano occupa il seggio da 17 anni Geraldine alla conquista di New York La Ferraro si candida al Senato e sfida D'Amato WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Torna in pista Geraldine Ferraro. E al suo grande rientro nella politica attiva fa sapere di voler dar battaglia al suo avversario di sempre: il potente senatore repubblicano Alphonse D'Amato. Oggi la Ferraro annuncerà ufficialmente la sua candidatura al seggio senatoriale di New York che D'Amato occupa da quasi un ventennio. E il confronto tra questi due politici italo-americani già promette di essere la grande sfida elettorale che segnerà il 1998. A novembre verrà rinnovato un terzo del Senato. E il partito democratico - Bill Clinton in primis - è a caccia di una grossa vittoria in uno Stato importante per contrastare l'ondata repubblicana che molti analisti già prevedono. La carriera politica della Ferraro, la cui famiglia è originaria di Marcianise, esplose nel 1984, quando Walter Mondale le chiese di candidarsi alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Mondale e Ferraro vennero fatti a pezzi da Ronald Reagan e George Bush in quell'occasione. Ma Geraldine Ferraro aveva ormai una statura nazionale. E negli GRAN BRETAGNA anni successivi lavorò sodo per mantenerla. Le difficoltà e le crisi non sono mancate: i guai finanziari di suo marito, John Zaccaro; i guai di suo figlio con la droga. Nel 1992 si mise in corsa per strappare il seggio senatoriale a D'Amato. Ma non riuscì nemmeno a ottenere la nomination del suo partito. Che perse per un solo punto percentuale, dopo una lotta davvero selvaggia contro gli altri candidati democratici. La Ferraro non si rassegnò. Rimase attiva a Washington e si diede da fare nel partito. Poi la Cnn le propose di entrare nella sua scuderia di commentatori. Lei colse la palla al balzo. Il suo aspetto telegenico e il suo spirito po¬ lemico e battagliero ne hanno fatto, se non una star della tivù, uno dei commentatori politici più in vista sul piccolo schermo. La grande occasione per la rivincita si presenta quest'anno. E la Ferraro, che oggi ha 52 anni, non si vuole lasciar sfuggire quella che potrebbe rivelarsi l'ultima chance per una grande vitto¬ ria elettorale. Non sarà facile: prima dovrà vincere le primarie tra i candidati democratici. I sondaggi dicono che straccerà gli avversari, ma il fattore-notorietà che in questo momento gioca ancora a suo favore potrebbe assottigliarsi nel corso della campagna elettorale. Rimane comunque la gran¬ de favorita. E se otterrà la nomination democratica ci saranno tutte le premesse per una memorabile battaglia tra lei e D'Amato - un avversario duro e sprezzante, che in 17 anni al Senato ha accumulato una base di potere molto solida. Gli ultimissimi sondaggi danno la Ferraro vincente (52 a 38) in un testa a testa con D'Amato, che molti europei vedono come il fumo negli occhi per via della legge contro gli investimenti in Iran e Libia che porta appunto il suo nome e che sta creando parecchio attrito tra Washington e Bruxelles. Il tallone d'Achille della Ferraro sono i soldi: la battaglia per il seggio senatoriale di New York promette di essere costosissima ma la sua cassa elettorale è ancora vuota. E alla luce dello scandalo sui finanziamenti illeciti che ha colpito il partito democratico quest'anno, i donatori sono guardinghi. D'Amato, invece, ha già messo da parte otto milioni di dollari (quasi quindici miliardi di lire), per la sua offensiva. Che promette di essere spietata almeno tanto quanto lo è lo spirito di rivalsa della Ferraro. Andrea di Robilant Ci provò già nel '92 ma non ottenne la nomination dal suo partito Negli ultimi anni è diventata uno dei cornmentatori politici tv più noti Geraldine Ferraro e Al D'Amato